Depressione Reattiva

La depressione reattiva consegue ad un evento psicosociale scatenante. In alcune persone, l'evento scatena una reazione depressiva che può persistere più a lungo di quanto ci si aspetterebbe, e può iniziare a interferire con la capacità di una persona di funzionare nel proprio lavoro o nelle proprie relazioni personali

La depressione reattiva consegue ad un evento psicosociale scatenante, come può essere un lutto, una separazione o un fallimento.

Depressione Reattiva: caratteristiche e inquadramento diagnostico

In alcune persone, tali eventi scatenano una reazione depressiva che può persistere molto più a lungo di quanto ci si aspetterebbe, e può iniziare a interferire con la capacità di una persona di funzionare nel proprio lavoro o nelle proprie relazioni personali.

Come la depressione maggiore, anche la depressione reattiva è caratterizzata da sentimenti di disperazione, inutilità e tristezza. Ulteriori sintomi possono includere ansia, fluttuazioni del peso e disturbi alimentari, irritabilità, problemi di memoria e difficoltà di concentrazione. In casi estremi, essa può essere accompagnata da sintomi somatici come dolore diffuso, mal di testa e problemi digestivi. Conseguenze più gravi riguardano l’abuso di droghe e alcol e pensieri o comportamenti suicidari (Taylor, 2012)

Come è inquadrata la depressione reattiva nel DSM? Il DSM IV-Tr nella definizione di Depressione Maggiore indicava:

Dopo la perdita di una persona amata, anche se i sintomi depressivi sono sufficienti per durata e per numero a soddisfare i criteri per l’Episodio Depressivo Maggiore, essi dovrebbero essere attribuiti al Lutto (DSM IV-Tr, 2000).

La diagnosi di Depressione Maggiore in concomitanza al lutto veniva contemplata solo in presenza di specifici sintomi aggiuntivi elencati nel criterio E:

  • una durata equivalente o maggiore a due mesi
  • una compromissione marcata del funzionamento
  • ideazione suicidaria, sintomi psicotici o rallentamento psicomotorio (DSM IV-TR, 2000).

Messaggio pubblicitario Il razionale di queste indicazioni è quello di differenziare una reazione considerata normale – il lutto – da una condizione psicopatologica – la Depressione Maggiore.

Il DSM 5 ha eliminato questa discriminazione, non senza numerose critiche, e al suo interno non c’è traccia del criterio E, sostituito da una nota che suggerisce al clinico di valutare con attenzione se in caso di eventi legati alla perdita (come lutto, gravi problemi economici, disastri naturali, grave malattia o disabilità) il soggetto presenta i sintomi di un Episodio Depressivo Maggiore in aggiunta alla reazione naturale – senza specificare cosa si intenda per ‘naturale’. Il paragrafo introduttivo sui disturbi depressivi ricorda inoltre che la compresenza di lutto e sintomi depressivi si associa a prognosi peggiore (DSM 5, 2013).

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