expand_lessAPRI WIDGET

I compiti a casa – Inside Therapy

La rubrica Inside Therapy mostra come i compiti a casa aiutino a trasformare la teoria terapeutica in cambiamenti concreti nella vita quotidiana

Di Anna Boccaccio

Pubblicato il 15 Set. 2025

Pensavo di essere in psicoterapia, non a scuola

Ezio, oggi ti assegnerò alcuni compiti per casa”. Il terapeuta sembra fare sul serio. Per Ezio, questo è un salto nel passato: “Compiti per casa? Non pensavo di essere tornato a scuola!”. 

Ebbene sì, alcuni tipi di psicoterapia, come la psicoterapia di orientamento cognitivo comportamentale (CBT), considerano i compiti a casa una componente essenziale del processo terapeutico. Il cambiamento, infatti, non nasce solo dal lavoro svolto in seduta, ma anche dal lavoro che compie attivamente la persona tra una seduta e l’altra.  I compiti per casa sono pensati per aiutare le persone a mettere in atto nella vita quotidiana le strategie cognitive e comportamentali discusse col terapeuta. È proprio nello svolgimento dei compiti a casa (homework) che possiamo testare le competenze acquisite in psicoterapia e notare i primi cambiamenti. Più ci esercitiamo nel padroneggiare tali competenze al di fuori delle sedute, più diventeremo capaci di utilizzarle autonomamente, in futuro e in situazioni diverse.

Ezio fa i conti: in effetti, la sua settimana è composta da ben 168 ore ma soltanto una è dedicata alla psicoterapia. Questo significa che la responsabilità del cambiamento ricadrà anche sugli sforzi e sull’impegno da lui profuso nell’intervallo di tempo tra una seduta e l’altra, non solo sulla guida del terapeuta. 

Devo davvero “fare i compiti”?

L’espressione “compiti per casa” ci fa pensare alla scuola, è inevitabile. E per qualcuno questo potrebbe anche evocare ricordi difficili. 

Nella psicoterapia cognitivo comportamentale i compiti a casa rappresentano attività terapeutiche specifiche, strutturate, da completare tra una seduta e l’altra, di solito discusse durante l’incontro successivo. Essi aiutano le persone a capire come comportarsi al di fuori dello studio per stare meglio.

I compiti a casa vengono calibrati su caratteristiche, capacità e bisogni di ciascuna persona, vengono inoltre discussi e negoziati col terapeuta. Gli homework, infatti, hanno l’obiettivo di stimolarci senza farci sentire sopraffatti. 

Tre esempi di compiti a casa

Gli homework possono riguardare la psicoeducazione (come la lettura di materiali informativi), l’auto-monitoraggio (ad esempio, registrare su un diario pensieri e umore del giorno) o esperimenti comportamentali relativi ai sintomi vissuti dalla persona. Vediamo insieme tre esempi di esperimenti comportamentali. 

Giada ha un disturbo ossessivo-compulsivo. La terapeuta la sta addestrando a confrontarsi ed esporsi, una volta a casa, a pensieri, immagini, stimoli e situazioni che attivano le sue ossessioni, senza tuttavia “cedere” alle compulsioni. Questa tecnica, detta esposizione e prevenzione della risposta (ERP), viene inizialmente praticata in studio con la supervisione del terapeuta e poi eseguita autonomamente da Giada, che imparerà a non considerare più l’oggetto della sua ossessione una minaccia reale. 

Ezio, come molte persone con disturbi d’ansia e depressivi, tende a rimuginare in modo continuo, negativo e ripetitivo su problemi e difficoltà della giornata. Insieme al suo terapeuta, ha imparato a “prendere un appuntamento col suo rimuginio” e a metterlo in agenda: circoscrive un preciso momento della giornata in cui dedicarsi a rimuginare e rimanda i pensieri negativi all’appuntamento successivo, ma solo quando lo considera effettivamente utile. 

L’ansia di Paola la spinge a evitare le persone, specialmente se si tratta di situazioni come feste, assemblee o riunioni in cui potrebbe essere chiamata a conversare o esprimere la sua opinione. Il terapeuta le spiega che evitare le situazioni temute ingigantisce e mantiene la sua ansia, così la aiuta a esporsi gradualmente a sfide sociali per lei sempre più impegnative. Paola ha anche appreso alcune tecniche di respirazione profonda e di rilassamento, da utilizzare durante queste esposizioni, sia in seduta che al di fuori. 

Dottore, non ho fatto i compiti!

Esistono molte possibili ragioni per cui una persona non svolge i compiti a casa, e esplorarle è una parte importante della psicoterapia

Ad esempio, una persona potrebbe ricorrere all’evitamento per proteggersi dai sentimenti di disagio associati a pensieri di giudizio e fallimento. In altre parole, potrebbe pensare che, se non si cimenta con i compiti, almeno non potrà fallire.

Andare oltre possibili sentimenti di vergogna e colpa, discutendo col terapeuta dei propri vissuti rispetto agli homework proposti, può rappresentare una preziosa opportunità per comprendere i propri modelli di pensiero e di comportamento.

Riferimenti Bibliografici
  • Caselli, G. (2012). Psicoterapia Cognitiva: Metti in agenda il tuo rimuginio – State of Mind
  • Kazantzis N, Arntz A, Borkovec T, Holmes E, Wade T. Unresolved issues regarding homework assignments in cognitive and behavioural therapies: an expert panel discussion at AACBT. Behav change. 2012 Feb 22;27(03):119–129. 
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Paura delle reazioni del terapeuta – Inside Therapy

La rubrica Inside Therapy esplora i timori di essere giudicati dal terapeuta, tra relazione di fiducia, accoglienza e percorso di cura

cancel