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A volte capita di svegliarsi alle due del mattino e incominciare a rimuginare su impegni e problemi del giorno successivo, non riuscendo così più a riaddormentarsi. I pensieri passano nella mente e chiedono di trovare risposte e soluzioni immediatamente. Più tardi durante la giornata, stanchi per la notte insonne, rimuginiamo sulla prossima notte, la prossima settimana e tutte le possibili difficoltà che sembrano comparire all’orizzonte. A questo punto, in qualsiasi momento della giornata, indipendentemente dalle attività che svolgiamo, ci troviamo con la testa dentro al rimuginio.
Il rimuginio è una forma di pensiero ciclico, negativo e ricorrente. Il rimuginio è in azione quando rimaniamo chiusi nei nostri pensieri negativi e immaginiamo continuamente situazioni negative che potrebbero accadere in futuro, soprattutto in condizioni di incertezza. Il rimuginio è un sintomo centrale soprattutto nei disturbi d’ansia (Sassaroli, Lorenzini, Ruggiero, 2006) ma anche nella depressione e nei disturbi alimentari (Sassaroli & Ruggiero, 2012). La psicoterapia cognitiva studia come imparare a regolare e gestire il proprio pensiero. Ecco una delle tante piccole indicazioni che la psicoterapia cognitiva suggerisce per regolare il proprio rimuginio:
Prendi un appuntamento con il tuo rimuginio (Wells, 2009; Lehay, 2007).
Cosa si può fare?
Innanzitutto è possibile prendere un appuntamento con il proprio rimuginio. Per esempio, puoi stabilire che alle 16 del pomeriggio dedichi un’ora di tempo a passare in rassegna tutte le tue preoccupazioni. Questo è il tempo del rimuginio, segnalo sulla tua agenda e rinvia il rimuginio a quel momento della giornata o della settimana.
Scrivilo sull’agenda.
Scegli un momento in cui sei certo di essere libero di dedicarti al rimuginio.
Quando durante la giornata ti accorgi di essere caduto nel rimuginio, fermati e posticipa ogni previsione negative al tuo appuntamento con il rimuginio. Hai la possibilità di occupartene e tempo a sufficienza ma non in questo momento.
Quando arriva il tempo del rimuginio concediti di preoccuparti in libertà sui temi della giornata ma solo se lo consideri effettivamente ancora utile. Altrimenti hai sempre il tuo appuntamento domani alla stessa ora.
Infine ricordati di annotare sull’agenda o su un tuo diario se hai rimuginato, su cosa e a cosa ti è servito. Così almeno, se ti devi preoccupare puoi portare a casa qualche insegnamento.
A cosa serve questo esercizio?
Questo esercizio ha diversi scopi in psicoterapia cognitiva. Primo, aiuta a vedere che il rimuginio è qualcosa di assolutamente controllabile. Secondo, si può vivere molto meglio la maggior parte della giornata. Terzo, quando il rimuginio arriva si può lasciare andare e scoprire che non esiste una vera EMERGENZA, non c’è l’obbligo di una risposta immediata. La soluzione può aspettare. Infine, quando ci si dedica al rimuginio è possibile scoprire che le preoccupazioni sono molto meno paurose o probabili di quanto sembrassero nel momento in cui era scattato l’allarme.
Quindi, mani alle agende. Ma, se l’ansia e lo stress del rimuginio persistono, forse è il caso di una consulenza professionale. Questi sono solo piccoli accorgimenti utili per tutti. Da soli non fanno una cura né una psicoterapia cognitiva.
BIBLIOGRAFIA:
- Lehay, R. (2007). Sette mosse per liberarsi dall’ansia. Raffaello Cortina Editore
- Sassaroli, S., Lorenzini, R. & Ruggiero, G.M. (2006). Psicoterapia Cognitiva dell’ansia. Raffaello Cortina Editore
- Sassaroli,S. & Ruggiero, G.M. (2010). I disturbi alimentari. Edizioni Laterza
- Wells, A. (2011). Terapia metacognitiva dei disturbi d’ansia e della depressione. Eclipsi