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La paura che diverte: perché amiamo film horror e case infestate

I film horror sono un’esperienza emozionale unica che riesce a mescolare paura ed eccitazione in modi sorprendenti. Perché questo avviene?

Di Silvia Bettoni, Silvia Carrara, Martina Gori, Giulia Onida

Pubblicato il 31 Gen. 2025

La paura ricreativa: come l’horror stimola emozioni contrastanti di terrore e piacere

La paura, pur essendo un’emozione di solito sgradevole, è alla base di una forma di intrattenimento sempre più popolare: l’horror. Che si tratti di film, case infestate o videogiochi, molte persone sono attratte da queste esperienze spaventose (Clasen et al., 2020; Martin, 2019; Ndalianis, 2012). Il  genere cinematografico horror, ad esempio, ha visto la sua quota di mercato raddoppiare, dal 5% al 10%, negli ultimi vent’anni (The Numbers, n. d.), segno di un interesse crescente verso attività che, oltre a evocare paura e disgusto, riescono a generare emozioni piacevoli come eccitazione e divertimento (Clasen et al., 2019; Scrivner et al., 2022).

Ma cosa rende un’esperienza di paura così attraente? Quando ci troviamo di fronte a situazioni che consideriamo minacciose, il nostro sistema nervoso simpatico si attiva, provocando un aumento del battito cardiaco, una respirazione più rapida e uno stato di allerta (Milosevic & McCabe, 2015; Tappolet, 2010). Se però il contesto è percepito come sicuro (come accade guardando un film o entrando in una casa infestata), questa eccitazione può trasformarsi in piacere. Un recente studio sul campo ha mostrato, infatti, che un aumento moderato del livello di eccitazione può ottimizzare il divertimento di chi visita una casa infestata (Andersen et al., 2020). Questo fenomeno, noto come “paura ricreativa”, indica come paura e piacere possano coesistere in uno stato emozionale misto (Clasen et al., 2020).

Per spiegare questa apparente contraddizione, sono state proposte diverse teorie. La concezione dell’excitation transfer di Zillman sostiene che la chiave del piacere stia nel sollievo che si prova alla fine di una scena spaventosa, in cui il pericolo viene risolto positivamente (ad esempio, con il protagonista che riesce a salvarsi o il cattivo che viene sconfitto) (Zillman, 1980; 1996). Un’altra spiegazione, nota come ipotesi del benign masochism, propone che l’attrazione per il genere horror sia un comportamento adattivo, poiché ci aiuta a prepararci a eventi minacciosi reali (Clasen et al., 2020).

Dalla paura all’eccitazione: L’indagine di Kiss et al. (2024) sulle reazioni emotive ai film horror

Un team di ricercatori dell’Università di Pécs, in Ungheria, si è posto l’obiettivo di esplorare i fattori che influenzano il grado di piacere e di eccitazione in esperienze di paura ricreativa (Kiss et al., 2024). In particolare, i ricercatori volevano capire come diverse caratteristiche personali e del film influenzassero la risposta emotiva degli spettatori. Le ipotesi dello studio erano che il livello di eccitazione dipendesse dalla paura evocata dalla scena e fosse legato a una maggiore attivazione simpatica, mentre il piacere dipendesse dal disgusto e fosse associato a una risposta parasimpatica, che facilita comportamenti di evitamento. I fattori analizzati includevano la sensibilità personale al disgusto e alla paura, la curiosità morbosa, la tendenza alla ricerca di emozioni forti, il realismo percepito della scena, la credenza nel soprannaturale e le strategie di regolazione emotiva.

Per realizzare lo studio, sono stati coinvolti 558 partecipanti, con un’età compresa tra i 18 e i 76 anni. I partecipanti, reclutati attraverso social media e mailing list tematiche, hanno completato un questionario online per valutare diversi aspetti della loro personalità e delle emozioni provate durante la visione di scene horror. Dopo aver risposto a domande su ansia, curiosità morbosa, credenze soprannaturali, sensibilità al disgusto, ricerca di sensazioni e capacità di regolazione delle emozioni, i partecipanti hanno visionato dieci scene tratte da diversi sottogeneri horror: thriller psicologici, film di mostri, storie di assassini, scene splatter e soprannaturali.

Le scene duravano tra i 20 e i 30 secondi e rappresentavano ciascuna un tipo di paura specifica. I partecipanti le hanno valutate su cinque dimensioni: paura, realismo, disgusto, piacere ed eccitazione, utilizzando una scala Likert da 1 a 5. Questo metodo ha permesso di ottenere una valutazione dettagliata di come diversi tipi di scene horror influenzino emozioni e reazioni fisiologiche.

Perché proviamo eccitazione e piacere nei confronti dei film horror?

 Dai risultati dello studio di Kiss et al. (2024) è emerso che la paura, la percezione di realismo delle scene horror e la curiosità morbosa giocano un ruolo centrale nel determinare il livello di eccitazione e piacere nei confronti dei film horror. Quanto più una persona percepisce come paurose e reali le scene dei film dell’orrore, nonché quanto più è curiosa verso eventi spiacevoli che caratterizzano tali film, tanto più valuterà quelle scene horror come eccitanti e piacevoli. Il grado di eccitazione e di piacevolezza può essere spiegato dal fatto che (1) la paura genera un aumento dell’arousal che a sua volta determina il livello di eccitazione, ma non solo, un certo grado di paura sembra essere valutato come piacevole (Andersen et al., 2020); (2) la percezione delle scene come reali facilita un nostro coinvolgimento fisiologico ed emotivo, andando ad influenzare l’eccitazione (Coelho et al., 2021); (3) la stessa definizione di curiosità morbosa suggerisce che le scene horror possono essere oggetto di uno stato misto di curiosità, paura ed eccitazione (Scrivner, 2021).

Inoltre, dallo studio risulta che il disgusto svolge un ruolo importante nel definire il livello di piacere, sebbene non di eccitazione, quando si tratta della visione di film horror. È emerso che il disgusto percepito ha influenzato negativamente il piacere: le persone che hanno valutato le scene horror come disgustose tendevano a giudicarle come meno piacevoli. La diminuzione della piacevolezza potrebbe essere data dal fatto che la percezione di disgusto genera un’attivazione parasimpatica e facilita la messa in atto di un comportamento di evitamento (Stark et al., 2005).

Infine, gli esiti dello studio suggeriscono che la ricerca di sensazioni, le credenze paranormali, la sensibilità al disgusto, l’ansia e le strategie di regolazione delle emozioni non sembrano influire in modo significativo sulla percezione di eccitazione e piacere nei riguardi dei film horror. Alcuni risultati appaiono in contrasto con evidenze pregresse: (1) la ricerca di sensazioni è associata al consumo di contenuti horror (Edwards, 1984); (2) le persone che tendono a credere nei fenomeni paranormali o soprannaturali sono più propensi a percepirli come reali (Coelho et al., 2021), e il loro coinvolgimento emotivo può derivare dal fatto che gli aspetti minacciosi del paranormale nei film horror attivano lo stesso circuito cerebrale della paura che viene attivato da minacce reali (Nummenmaa, 2021).

Film horror: da minaccia a risorsa

 L’indagine di Kiss et al. (2024) suggerisce che non sempre l’eccitazione dovuta alla visione di una scena horror si accompagna al piacere di guardare tale scena. Dunque, eccitazione e piacere in relazione ai film dell’orrore sono due vissuti indipendenti e non interscambiabili, in quanto influenzati da fattori differenti.  Ma non solo, lo studio pone l’attenzione sul ruolo della percezione di paura, di disgusto e di realtà e della curiosità morbosa nella percezione soggettiva dei contenuti minacciosi che caratterizzano i film horror. In senso lato, ciò può contribuire ad approfondire la comprensione delle reazioni emotive nei confronti di contenuti minacciosi, sia che si tratti di una minaccia con cui scegliamo di interfacciarci (come nel caso dei film horror), sia che si tratti di una minaccia che incontriamo nostro malgrado.

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