Mindfulness e speranza: lo studio di Scott et al. (2024)
La pandemia Covid-19 ha costretto le aziende a chiudere o a ridurre drasticamente le loro operazioni, portando livelli molto alti di disoccupazione in quasi tutti i settori della forza lavoro degli Stati Uniti e in molti altri paesi del mondo. Uno dei settori più colpiti è stato quello dell’arte e dello spettacolo; poiché tale tipo di lavoro si svolge spesso in spazi ravvicinati con il pubblico, è stato uno dei primi a chiudere e tra gli ultimi a riaprire durante la pandemia. Secondo i dati del Bureau of Labour Statistics degli Stati Uniti, l’occupazione in questo settore ha subito un calo di 8,2 milioni di posti tra marzo e aprile 2020. Tenendo conto di queste informazioni, uno studio della North Carolina State University (Scott et al., 2024) ha tentato di capire come questi lavoratori siano riusciti a perseverare durante la pandemia.
La capacità di resistere è definita “resilienza”, ovvero l’adattamento positivo di fronte ad avversità significative (Britt et al., 2013). Scott et al. (2024) hanno sviluppato un modello che descrive in quale modo la mindfulness e la speranza influenzano la resilienza lavorativa, l’impegno professionale e la riduzione dello stress. Prima di proseguire, definiamo i costrutti in questione: la mindfulness è un processo cognitivo di autoregolazione mentale che permette agli individui di concentrarsi sul presente con apertura e curiosità, senza giudizio (Brown & Ryan, 2003). La speranza invece è un processo, anch’esso avente una funzione autoregolatoria, che include il pensare ai propri obiettivi, la motivazione e i modi per raggiungerli (Snyder, 1995).
La differenza è che la speranza implica un pensiero orientato al futuro, mentre la mindfulness si concentra sul presente. “Poiché la speranza guarda naturalmente avanti, mentre la mindfulness si focalizza sulle circostanze attuali, abbiamo voluto vedere come questi due approcci influenzassero il benessere e l’atteggiamento professionale delle persone in momenti difficili”, ha spiegato il coautore principale Thomas Zagenczyk (Bergland, 2024).
I ricercatori (Scott et al., 2024), basandosi su teorie e studi precedentemente effettuati (Hobfoll et al., 2018; Reina & Kudesia, 2020; Shapiro et al., 2018; Snyder, 2000b), sostengono che la speranza abbia un’influenza più positiva rispetto alla mindfulness sul benessere professionale. La mindfulness promuove l’accettazione, ma non sempre stimola l’azione. Quindi, essa può essere di supporto nella vita quotidiana, ma se ci si trova in una situazione di disperazione, coltivare la speranza e il pensiero che ci saranno situazioni più positive nel proprio futuro, può darci la motivazione per attivarci anziché crogiolarci eccessivamente in un prolungato sentimento di sconforto.
L’impatto significativo della speranza su resilienza e impegno lavorativi in tempo di crisi
I ricercatori del presente studio (Scott et al., 2024) hanno sottoposto, durante l’interruzione del lavoro per la pandemia Covid-19, 247 lavoratori del settore dello spettacolo a una survey iniziale, ai quali è stato chiesto di ricordare i primi mesi della crisi (marzo – agosto 2020) e rispondere ad alcune domande riguardanti le loro esperienze di quel periodo iniziale, nonché di ricordare il periodo centrale (settembre 2020 – marzo 2021) e rispondere a domande relative a quanto si sentivano mindful o speranzosi. Successivamente, con una seconda survey è stato chiesto loro di discutere i propri vissuti legati alla resilienza, all’impegno, alla tensione e al distress lavorativi durante il periodo aprile 2021 – settembre/ottobre 2021.
Dai risultati è emerso che la mindfulness non era correlata con la resilienza, con l’ impegno e con il distress lavorativi, mentre era correlata ai livelli di tensione lavorativa (all’aumentare della mindfulness diminuisce la tensione sul lavoro). Al contrario, la speranza è risultata correlata alla resilienza e all’impegno lavorativi (all’aumentare della speranza aumentano anche la resilienza e l’impegno), ma non alla tensione e al distress lavorativi.
Speranza: una nuova prospettiva per il benessere dei lavoratori
Tra i limiti dello studio vi è il fatto che, essendosi focalizzato sugli artisti dello spettacolo durante la pandemia Covid-19, i risultati possono non essere generalizzabili ad altri lavoratori e in condizioni di stress differenti.
Nonostante ciò, la ricerca fornisce una visione differente su come affrontare le difficoltà legate al lavoro durante un periodo di notevole stress, ovvero promuove la speranza, piuttosto che la mindfulness, come strategia motivazionale e autoregolatoria. La speranza alimenta una mentalità positiva nonostante le avversità della vita e facilita così la resilienza, l’impegno e il benessere lavorativi.
Dato che molte organizzazioni hanno introdotto programmi di formazione o di intervento volti a promuovere la mindfulness tra i dipendenti, i risultati della ricerca suggeriscono, invece, di non concentrarsi esclusivamente sulle attività di mindfulness, in quanto la speranza sembra essere una valida alternativa per promuovere la resilienza e l’impegno lavorativi, soprattutto in periodi stressanti.