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Migliorare la salute mentale con un’app: funziona davvero?

La sfida di scegliere tra le app di salute mentale distinguendo tra quelle sviluppate da professionisti e quelle non verificate

Di Alessandro Ocera, Rosita Borlimi

Pubblicato il 10 Ott. 2023

Le app di salute mentale

Le app di salute mentale sono diventate sempre più diffuse negli ultimi anni, grazie alla crescente disponibilità di tecnologie mobili e all’attenzione dedicata alle problematiche di salute mentale. Attualmente, gli store digitali offrono più di 10.000 app per la salute mentale (Torous & Roberts, 2017), che promettono di aiutare gli utenti a gestire lo stress, l’ansia, la depressione e altri problemi di salute mentale (Linardon et al., 2019; Weisel et al., 2019). Anche l’isolamento e l’ansia dovuti alla pandemia globale hanno giocato un ruolo fondamentale aumentandone la richiesta: nel 2019 più di 50 milioni di persone hanno scaricato applicazioni di autoaiuto per la gestione dello stress e dell’umore (Bernardelli, 2022).

Tuttavia, la vasta gamma di app disponibili può rendere difficile per gli utenti scegliere quella giusta per le proprie esigenze. Inoltre, non tutte le app sono state sviluppate da professionisti della salute mentale e molte non sono state sottoposte a forme di validazione per garantirne l’efficacia e la sicurezza.

In questo ambito, è importante valutare con attenzione le app di salute mentale e distinguere tra quelle sviluppate da professionisti del settore e quelle non verificate. Le app sviluppate da professionisti possono offrire programmi di terapia basati su evidenze scientifiche, che sono stati testati in studi clinici e dimostrati efficaci nel trattamento dei disturbi psicologici. Tuttavia, anche le app sviluppate da non professionisti possono offrire funzionalità utili per gestire lo stress e migliorare il benessere psicologico, come tecniche di meditazione e di respirazione.

Lo studio di Simmonds-Buckley e colleghi (2020)

La metanalisi di Simmonds-Buckley e colleghi (2020) ha analizzato 24 Randomized Controlled Trial (RCT) che valutavano 7 dei 48 software raccomandati dal National Health Service (NHS) del Regno Unito.

I software presi in considerazione erano i seguenti:

  • Beating the Blues: prevede otto sessioni dalla durata di 50 minuti ciascuna ed è basata su tecniche cognitivo comportamentali (CBT) per affrontare ansia e depressione;
  • Fear Fighter: basata sulla CBT, accompagna l’utente nel processo di esposizione graduale per superare fobie e attacchi di panico. Attualmente non è più disponibile per il download;
  • Headspace: offre agli utenti strumenti di meditazione e mindfulness per supportare il benessere mentale;
  • IESO: tratta una serie di disturbi psicologici, tra cui ansia e rimuginio, disturbo ossessivo compulsivo, disturbo da stress post traumatico, fobie, disturbi del sonno, ansia sociale e stress permettendo all’utente di chattare con un terapeuta.
  • MoodGYM: consiste in cinque moduli interattivi basati sulla CBT che aiutano l’utente nella gestione e prevenzione di sintomi depressivi e ansiosi;
  • SilverCloudHealth: propone cinque diversi programmi CBT, guidati o autoguidati, per salute mentale e benessere;
  • WorkGuru: utilizza tecniche CBT per la gestione dello stress in luoghi di lavoro. Attualmente non è più disponibile.

Tra questi, Headpsace è l’unica app, non basata su terapia cognitivo comportamentale, a non aver avuto un coinvolgimento da parte di clinici o accademici durante la fase di sviluppo. MoodGYM è risultata essere l’e-therapy con il maggior numero di studi condotti (n = 11), mentre lo studio con il miglior outcome su depressione nella review Simmonds-Buckley e colleghi (2020) è quello di Forand e collaboratori (2018) che ha utilizzato Beating the Blues.

Secondo quanto riportato dagli autori, l’e-therapy risulta essere efficace come gli interventi “low intensity” in adulti con depressione, ansia e stress rispetto al gruppo di controllo.

Lo studio di Linardon e colleghi (2019)

La metanalisi di Linardon e colleghi (2019) ha analizzato 66 RCT che utilizzavano interventi con app per problemi di salute mentale.

Questi interventi si sono dimostrati significativamente efficaci, rispetto alle condizioni di controllo, nel migliorare i sintomi depressivi (g = 0.28, n = 54), di ansia generalizzata (g = 0.30, n = 39), livelli di stress (g = 0.35, n = 27), qualità della vita (g = 0.35, n = 43), disagio psichiatrico generale (g = 0.40, n = 12), sintomi di ansia sociale (g = 0.58, n = 6), affettività positiva (g = 0.44, n = 6).

Non è emerso alcun beneficio significativo rispetto alle condizioni di controllo nei sintomi di panico (g = -0.05, n = 3), sintomi di stress post traumatico (g = 0.18, n = 4) e affettività negativa (g = -0.08, n = 5).

Tra i RCT più efficaci non ci sono solo interventi tramite smartphone ma anche tramite web, come ad esempio lo studio di Nobis e colleghi (2015), un intervento web iCBT sulla depressione in persone con diabete, e lo studio di Hall e collaboratori (2018), un intervento di mindfulness per studenti universitari.

In ogni caso, gli studi che hanno fornito un’app basata su interventi cognitivo comportamentali, una guida professionale e dei promemoria hanno prodotto effetti maggiori su più outcome, confermando così l’efficacia delle app per la salute mentale.

Tra limiti e prospettive future

Una salute mentale ottimale consente agli individui di realizzarsi, superare le sfide quotidiane, lavorare in modo produttivo e contribuire alla vita della comunità. Tuttavia, la sua compromissione può comportare un impatto significativo sul consumo di servizi sanitari e sulla percezione sociale dell’individuo, spesso soggetto a stigmatizzazioni maggiori rispetto ad altre patologie.

Dal punto di vista della salute pubblica, è necessario ottimizzare l’accesso alle cure e agli interventi alternativi e le applicazioni per la salute mentale possono offrire un valido supporto in questo ambito. Specialmente per quelle persone che, per motivi di locazione geografica o economici, hanno più difficoltà ad accedervi.

Dato il crescente e rapido diffondersi dell’uso e dello sviluppo di questi strumenti, sarebbe però necessario mantenere sempre un occhio critico, in quanto non sempre sono sviluppati da professionisti della salute mentale e sottoposti a trial clinici, necessari per garantirne l’efficacia.

Tra le piattaforme che possono venire in soccorso nella difficile scelta di un’app per la salute mentale, One Mind PsyberGuide fornisce recensioni professionali di queste in base alla loro credibilità, esperienza dell’utente e trasparenza della privacy, facendo riferimento anche a studi clinici e l’App Evaluation Model dell’APA che permette agli utenti di acquisire le informazioni necessarie per la scelta di un’app.

Nonostante l’ampia disponibilità di applicazioni di salute mentale, l’offerta attuale in lingua italiana risulta relativamente limitata. Questa lacuna offre un’opportunità significativa per i professionisti del settore e psicoterapeuti italiani di contribuire al campo sviluppando applicazioni efficaci di alta qualità in lingua italiana.

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