expand_lessAPRI WIDGET

Il trattamento della depressione nei pazienti con disturbo narcisistico di personalità

Nei casi di co-occorrenza di depressione e disturbo narcisistico di personalità è importante capire come impostare il trattamento affinché risulti efficace

Di Micol Agradi

Pubblicato il 20 Mar. 2023

La revisione di Fjermestad-Noll e colleghi (2019) analizza le comuni difficoltà e le differenze metodologiche nelle psicoterapie per i pazienti con depressione e disturbo narcisistico di personalità. Per la sua buona riuscita, il trattamento dovrebbe mirare alla cura della sottostante patologia narcisistica, così da ottenere spontaneamente la remissione dei sintomi depressivi.

 

 Nei casi di co-occorrenza di sintomi depressivi e disturbo narcisistico di personalità, la sintomatologia depressiva ha una forma che riflette direttamente il funzionamento personologico sottostante: fluttuazioni nell’autostima e disregolazione emotiva sono i segni dell’autocritica che questi pazienti si rivolgono a causa di standard perfezionistici non soddisfatti, insieme a sentimenti di vergogna e fallimento. La convinzione di avere un potenziale non reclamato, di fatto, può esporre a vulnerabilità depressiva, specie nei soggetti dalla presentazione narcisistica più vulnerabile (covert) (Tritt et al., 2010). Visto che il trattamento di questi pazienti può essere complesso per i terapeuti, la revisione di Fjermestad-Noll e colleghi (2019) si è posta l’obiettivo di fornire una panoramica dei fattori che possono complicare la psicoterapia e dei punti in comune e non fra i diversi modelli terapeutici, così da migliorare la risposta al trattamento e prevenire la ricorrenza depressiva.

I fattori di complicazione al processo terapeutico

Le variabili che tendono a complicare comunemente il percorso dei terapeuti con i pazienti narcisisti affetti da depressione sono principalmente tre:

1. Identificare la patologia narcisistica

Identificare la patologia narcisistica, anche se mascherata dalla sintomatologia depressiva (Miller et al., 2012; Gabbard 1989, 2009; Erkoreka e Navarro, 2017), è fondamentale per consentire il processo terapeutico.

I clinici potrebbero essere portati a misinterpretare i sintomi della manifestazione più sensibile (covert) come indicatori di una depressione maggiore (errore che non sussiste con la tipologia grandiosa/overt, perché ben rappresentata dai criteri diagnostici), senza considerare il fatto che sentimenti di inadeguatezza, vuoto e inferiorità sono dominanti nel narcisista in condizione di vulnerabilità.

Si riscontra una certa convergenza tra i modelli psicoterapeutici rispetto all’importanza di riconoscere la patologia narcisistica: la tradizione psicoanalitica e psicodinamica trovano nella diffusione identitaria il cuore della patologia narcisistica, mentre la Terapia Metacognitiva Interpersonale, considerando il funzionamento narcisistico fluttuante fra i poli della grandiosità e della vulnerabilità, ammette il possibile presentarsi della depressione (Dimaggio et al., 2008).

2. La resistenza al trattamento

La specifica resistenza narcisistica al trattamento (Almond, 2004; Gabbard, 2009) può complicare il processo terapeutico stesso.

I pazienti narcisisti resistono alla terapia distanziandosi dagli affetti negativi, avendo l’illusione di controllare il senso di vulnerabilità. Anche se all’inizio del percorso d’aiuto possono sembrare collaborativi, presto si perderanno nei propri pensieri e ignoreranno la presenza del terapeuta, fino a che questo sperimenterà i primi sentimenti di irritazione e noia. In questo modo, tali individui sopprimono la potenziale dipendenza nei confronti del terapeuta, complicando la creazione di un’alleanza.

3. Altri fattori psicologici

Fattori psicologici come la vergogna, il perfezionismo e l’aggressività durante il trattamento possono complicarne il processo.

La vergogna rappresenta la fase in cui il paziente diventa consapevole dell’incompatibilità fra l’immagine di sé reale e l’immagine di sé ideale, e dunque sperimenta delusione. Essa, emergendo dalla coscienza delle proprie fantasie megalomani, avrebbe la funzione di proteggere il soggetto dalla frustrazione di non essere riuscito a raggiungerle (Broucek, 1982).

I narcisisti sono sensibili alla critica esterna perché vissuta come una minaccia ai loro standard perfezionistici. Portando la riluttanza a riconoscere i primi limiti, tale perfezionismo crea difficoltà nel costruire un’alleanza positiva col terapeuta.

 L’aggressività si presenta in risposta a rifiuto o critica, generando rabbia narcisistica nel paziente (Dimaggio e Attina, 2012). Può prendere la forma di comportamenti sadici o masochistici che migliorino temporaneamente la coesione del sé, scongiurando l’offesa contro la parte grandiosa (ad esempio, esprimendo ostilità o pretese di perfetta corrispondenza nei confronti del terapeuta) (Ornstein, 1998).

Comunanze e differenze nelle psicoterapie

I punti in comune e le differenze che caratterizzano i metodi terapeutici applicati alla depressione nei pazienti narcisisti si possono sintetizzare come segue.

1. Costruire un’alleanza con il paziente

Dato che i pazienti narcisisti possono interrompere prematuramente il trattamento, è importante costruire un’alleanza terapeutica su due fronti: da un lato riconoscere la patologia di personalità come il target terapeutico, dall’altro prestare attenzione al rischio di reagire in modo eccessivo al funzionamento grandioso del paziente. È bene che il terapeuta si ricordi che dietro la presentazione grandiosa del soggetto c’è una fragilità di fondo; il paziente, infatti, potrebbe non essere in grado di esplorare i sentimenti di vergogna, aggressività e perfezionismo frustrato fino a che non si sente accettato dal proprio terapeuta (Ronningstam, 2012; Dimaggio e Attina, 2012; Kernberg et al., 2008). Queste considerazioni risultano trasversali alla tradizione psicoanalitica, psicodinamica e metacognitiva (Dimaggio et al., 2006).

2. Lavorare con transfert e controtransfert

Nei pazienti narcisisti e depressi dominano transfert idealizzati e negativi in continua alternanza fra loro (Kernberg et al., 2008). D’altro canto, la più comune reazione controtransferale include la sensazione di sentirsi svalutati, incompetenti, timorosi di offendere (con i pazienti covert), ammirati o annoiati (Gabbard, 2009).

In psicoanalisi, il transfert e il controtransfert sono la base per le successive interpretazioni (Weiner e White, 1982), nella terapia psicodinamica precedono interventi di chiarificazione e confrontazione tesi a riconoscere le parti scisse del paziente (Kernberg et al., 2008), nella Terapia Metacognitiva Interpersonale essi sono sfruttati per far riconoscere al paziente la propria limitatezza (DiMaggio et al.  2006) e nella Schema Therapy sono oggetto di lavoro per guarire gli Schemi Maladattivi Precoci che popolano la relazione terapeutica (Seavey e Moore, 2012).

Discussione e conclusioni

La principale difficoltà del lavoro di revisione di Fjermestad-Noll e colleghi (2019) è stata riconoscere i molteplici spunti che le tradizioni psicoanalitica e psicodinamica hanno maturato sulla tematica depressiva nei pazienti narcisisti e, parallelamente, la scarsa letteratura da parte dei modelli cognitivo-comportamentali.

Rispetto a quanto considerato, è possibile credere che i sintomi depressivi dei pazienti narcisisti abbiano un’origine personologica che è bene comprendere da subito al fine di costruire un’alleanza terapeutica che limiti il rischio di drop-out: sfidare l’immagine disfunzionale che il paziente ha di sé e degli altri sarebbe un intervento troppo confrontativo, mentre andrebbero preferita la validazione e il supporto. Anche se i diversi approcci differiscono rispetto ai metodi, convergono nel ritenere che la patologia narcisistica ponga le sue radici nell’infanzia e debba essere curata con empatia nella sua ciclica resistenza al trattamento.

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Almond, R. (2004). ”I can do it (all) myself”: Clinical technique with defensive narcissistic self-sufciency. Psychoanalytic Psychology, 21(3), 371–384.
  • Broucek, F. (1982). Shame and its relationship to early narcissistic development. International Journal of Psycho-Analysis, 63, 369–378.
  • Dimaggio, G., & Attina, G. (2012). Metacognitive interpersonal therapy for narcissistic personality disorder and associated perfectionism. Journal of Clinical Psychology, 68(8), 922–934.
  • Dimaggio, G., Fiore, D., Lysaker, P. H., Petrilli, D., Salvatore, G., Semerari, A., et al. (2006). Early narcissistic transference patterns: An exploratory single case study from the perspective of dialogical self theory. Psychology and Psychotherapy: Theory, Research and Practice, 79(4), 495–516. DOI: 10.1348/147608305X 63089.
  • Dimaggio, G., Nicolò, G., Fiore, D., Centenero, E., Semerari, A., Carcione, A., et al. (2008). States of minds in narcissistic personality disorder: Three psychotherapies analyzed using the grid of problematic states. Psychotherapy Research, 18(4), 466–480. DOI: 10.1080/10503300701881877.
  • Erkoreka, L., & Navarro, B. (2017). Vulnerable narcissism is associated with severity of depressive symptoms in dysthymic patients. Psychiatry Research, 257, 265–269.
  • Fjermestad-Noll, J., Ronningstam, E., Bach, B. et al. (2020). Psyschotherapeutic Treatment of Depressive Symptoms in Patients with Narcissistic Disturbances: A Review. Journal of Contemporary Psychotherapy, 50, 21-28. DOI: 10.1007/s10879-019-09437-4
  • Gabbard, G. O. (1989). Two subtypes of narcissistic personality disorder. Bulletin of the Menninger Clinic, 53(6), 527–532.
  • Gabbard, G. O. (2009). Transference and countertransference: Developments in treatment of narcissistic personality disorder. Psychiatric Annals, 39(3), 129–136.
  • Kernberg, O. F. (2009). Narcissistic personality disorders: Part 1. Psychiatric Annals, 39, 105–167.
  • Kernberg, O. F., Yeomans, F. E., Clarkin, J. F., & Levy, K. N. (2008). Transference focused psychotherapy: Overview and update. International Journal of Psychoanalysis, 89, 601–620.
  • Kitron, D. G. (1994). Depression and grandiosity: Clinical and theoretical Issues in the treatment of narcissistic disturbances. Journal of Contemporary Psychotherapy, 24, 3.
  • Miller, J. D., Gentile, B., Wilson, L., & Campbell, W. K. (2012). Grandiose and vulnerable narcissism and the dsm-5 pathological personality trait model. Journal of Personality Assessment, 95(3), 284–290.
  • Ornstein, A. (1998). The fate of narcissistic rage in psychotherapy. Psychoanalytic Inquiry, 18(1), 55–70.
  • Ronningstam, E. (2011). Narcissistic personality disorder: A clinical perspective. Journal of Psychiatric Practice, 17(2), 89–99.
  • Ronningstam, E. (2012). Alliance building and narcissistic personality disorder. Journal of Clinical Psychology, 68(8), 943–953.
  • Seavey, A., & Moore, T. M. (2012). Schema-focused therapy for major depressive disorder and personality disorder: A case study. Clinical Case Studies, 11(6), 457–473.
  • Tritt, S. M., Ryder, A. G., Ring, A. J., & Pincus, A. L. (2010). Pathological narcissism and the depressive temperament. Journal of Afective Disorders, 122, 280–284.
  • Weiner, M. B., & White, M. T. (1982). Depression as the search for the lost self. Psychotherapy: Theory, Research and Practice, 19(4), 491–499.
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Narcisismo e violenza nella coppia quale legame e il ruolo della Psicopatia
Narcisista violento? Superamento della credenza comune su Narcisismo e violenza nella coppia

Il Narcisismo non correla di per sé con gli agiti violenti verso il partner, ma responsabile di tali violenze sembra essere solo il tratto della Psicopatia

ARTICOLI CORRELATI
Una dieta sostenibile è possibile?

Una dieta sostenibile contribuisce alla sicurezza alimentare e nutrizionale e ad una vita sana per le generazioni presenti e future

Esplorando la food addiction: quando il cibo diventa una dipendenza

Il termine food addiction indica la dipendenza da alimenti ad alto contenuto calorico, ricchi di zuccheri e grassi

WordPress Ads
cancel