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C’è una connessione tra i disturbi alimentari e i disturbi del sonno?

I disturbi del sonno risultano presenti in diversi disturbi alimentari, rendendo necessari l'approfondimento e l'analisi della qualità del sonno

Di Riccardo Fabbrini

Pubblicato il 08 Lug. 2022

Aggiornato il 08 Feb. 2024 14:49

Sonno e nutrizione sono strettamente collegati tra loro e spesso in chi soffre di disturbi alimentari sono presenti anche disturbi del sonno.

 

La sopravvivenza umana, a livello elementare, dipende sia dai comportamenti legati alla nutrizione sia da quelli legati al sonno (Allison et al., 2016). Infatti, alterazioni ad almeno uno di questi due comportamenti possono causare delle complicazioni fisiche e psicologiche. Storicamente, le ricerche che si sono concentrate sulla relazione tra disturbi del sonno e disturbi alimentari hanno sempre avuto come focus lo studio degli effetti della malnutrizione sul sonno e di come essi ne possono impattare la qualità. Sonno e nutrizione sono molto collegati tra loro, un esempio è il fatto che esistono dei disturbi alimentari legati al sonno, come la sindrome da alimentazione incontrollata notturna.

I disturbi del sonno nell’anoressia nervosa

L’anoressia nervosa (AN) è caratterizzata dall’incapacità di mantenere un peso del corpo adeguato, manifestando invece un peso inferiore a quello che dovrebbe essere in base alle caratteristiche individuali di altezza ed età, accompagnato dalla paura di guadagnare peso o diventare “grassi” e dal disagio riguardo il peso (Allison et al., 2016). Inoltre, l’individuo collega il peso e la forma del corpo alla propria percezione di autoefficacia, tende a negare la pericolosità del basso peso o comunque a restringere l’alimentazione nonostante spesso sia a conoscenza di tale pericolosità. Nell’anoressia nervosa sono stati riscontrati dei comportamenti negativi legati all’alimentazione, come il digiuno, il conteggio calorico o l’esercizio compulsivo, l’abuso di diuretici e lassativi e l’induzione del vomito. Inoltre, l’anoressia nervosa mostra un’importante comorbilità (circa il 75%) con episodi di depressione maggiore. A causa di questa comorbilità, ed essendo l’insonnia o l’ipersonnia dei sintomi della depressione maggiore, la presenza di disturbi del sonno è quindi frequente. Il disturbo del sonno più frequentemente riferito dai pazienti con diagnosi di anoressia nervosa è l’insonnia, che include l’insoddisfazione riguardo la qualità del sonno a causa dell’incapacità dell’individuo di addormentarsi o di mantenere un sonno lungo e ristoratore.

È stato osservato che gli individui che soffrono di anoressia nervosa hanno difficoltà al risveglio, una ridotta qualità del sonno e la fase REM del loro sonno dura meno rispetto agli individui che non sono affetti da disturbi alimentari (Allison et al., 2016). Inoltre, è stato osservato che tali pazienti hanno dei risvegli più frequenti e lunghi rispetto agli individui che soffrono solamente di depressione. Ciò può essere spiegato dal fattore della malnutrizione. L’orexina, un neuropeptide rilasciato dall’ipotalamo, è coinvolto sia nella regolazione del ritmo sonno-veglia, sia nella regolazione dell’appetito. La funzione dell’orexina è quella di mantenere attivo, quindi sveglio, l’organismo per consentirgli di cercare cibo quando ha fame. Di conseguenza, dato che gli individui che soffrono di anoressia nervosa assumono scarsi nutrienti, hanno anche alti livelli di orexina che dunque compromette un corretto funzionamento del sonno per consentire al corpo di reperire del cibo.

I disturbi del sonno nella bulimia nervosa

La componente principale della bulimia nervosa (BN) sono gli episodi di perdita di controllo, ovvero un’ingestione di una grande quantità di cibo accompagnata dalla sensazione di perdita di controllo, e il seguente uso di condotte compensatorie inappropriate che hanno lo scopo di evitare l’aumento di peso, come l’autoinduzione del vomito, l’uso di lassativi o l’esercizio fisico eccessivo (Allison et al., 2016). Diversamente dal caso dell’anoressia nervosa, sembra che le persone che soffrono di bulimia abbiano una qualità di sonno maggiore se messe a confronto con individui che soffrono di depressione. Sebbene la letteratura a riguardo sembra essere limitata, una possibile spiegazione potrebbe essere il fatto che a causa delle perdite di controllo e quindi dell’assunzione di cibo, l’individuo non è generalmente così malnutrito come lo è chi soffre di anoressia. Abdou e colleghi (2018) hanno osservato che i sintomi di insonnia erano frequenti nelle donne con diagnosi di bulimia, e che c’erano delle alterazioni marcate nell’architettura del sonno, come una significativa riduzione della durata e della qualità del sonno.

I disturbi del sonno e il disturbo da alimentazione incontrollata

Il disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder; BED) è caratterizzato da episodi di assunzione di grandi quantità di cibo in un breve periodo, associati alla perdita di controllo, e ciò rende generalmente i pazienti affetti da questo disturbo in sovrappeso (Allison et al., 2016). A differenza della bulimia nervosa però, non sono presenti condotte compensatorie per rimediare all’abbuffata. Gli individui che soffrono di questa psicopatologia spesso mangiano anche se non hanno fame, e spesso esperiscono sensazioni di stress dopo aver mangiato.

Relativamente alla qualità del sonno, è stato osservato che individui che soffrono di BED hanno una possibilità tre volte maggiore di sviluppare insonnia rispetto a individui che non soffrono di BED (Mehr et al., 2021). Inoltre, è stato ipotizzato un legame tra insonnia e BED, in quanto alcuni pazienti che soffrono di insonnia hanno poi riportato episodi di BED. A questo proposito, Vardar e colleghi (2004) hanno condotto una ricerca mettendo a confronto due gruppi: uno composto da pazienti in sovrappeso/obesi, l’altro composto da individui sovrappeso/obesi che soffrivano anche di BED (Vardar et al., 2004). Gli individui sovrappeso che soffrivano anche di BED hanno riportato una qualità del sonno peggiore, con maggiore difficoltà e tempo impiegato per addormentarsi (Vardar et al., 2004). Questo aspetto potrebbe anche essere legato agli effetti di alcune terapie farmacologiche utilizzate per trattare il BED, che sembra abbiano un impatto negativo proprio sulla qualità del sonno (Allison et al., 2016).

In conclusione, sonno e alimentazione sono funzioni fondamentali per lo stato di salute degli esseri umani e, sebbene diversi studi abbiano osservato l’esistenza di un legame tra i disturbi del sonno e i disturbi alimentari (per esempio, Allison et al., 2016), è necessario condurre ulteriori ricerche per approfondire tale associazione, al fine di incrementare la conoscenza del fenomeno e così migliorare i piani d’intervento.

 

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