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Quando ti controllo ma so che non dovrei farlo. L’influenza della gelosia comportamentale e del rimuginio nella coppia secondo una prospettiva LIBET

Il rimuginio e la gelosia all'interno della coppia possono essere letti in prospettiva LIBET come piani, dannosi quindi se rigidi e inflessibili

Di Riccardo Fabbrini

Pubblicato il 25 Feb. 2022

L’estrema gelosia romantica è una delle principali cause di disagio nelle coppie (Pines, 1998). I comportamenti dettati dalla gelosia possono essere ulteriormente rinforzati da una componente metacognitiva, come il rimuginio (Lehay e Tirch, 2008).

 

L’estrema gelosia romantica è una delle principali cause di disagio nelle coppie (Pines, 1998). Le emozioni associate a essa possono includere la rabbia, la paura, la tristezza, l’invidia e l’umiliazione; tutte emozioni che tipicamente hanno un impatto fortemente negativo sulla soddisfazione relazionale e sul benessere della coppia. Oltre alla componente emotiva, la gelosia può causare una serie di sintomi fisiologici quali dolori allo stomaco, difficoltà nel dormire, sensazioni di affaticamento, tremore alle mani e battito cardiaco aumentato.

Osservando la gelosia romantica attraverso una prospettiva multidimensionale, essa si rivela essere composta da tre differenti dimensioni: una dimensione cognitiva, la quale fa riferimento alla frequenza di sospetti e preoccupazioni di un individuo riguardo la possibilità che il partner possa provare interesse verso un’altra persona; una dimensione emotiva, che fa riferimento al grado di attivazione emotiva che un individuo esperisce quando si trova ad affrontare una situazione di gelosia; una dimensione comportamentale, che comprende un insieme di azioni volte al controllo del proprio partner, al monitoraggio dei suoi spostamenti e all’invasione della sua privacy, con lo scopo di affrontare la minaccia di un rivale, sia esso reale o immaginario, che possa compromettere la stabilità della relazione (Pfeiffer e Wong, 1989; Elphinston et al., 2013).

Tali comportamenti possono essere ulteriormente rinforzati da una componente metacognitiva, come il rimuginio (Lehay e Tirch, 2008). Esso, infatti, riveste un ruolo chiave nei pensieri che elicitano i comportamenti gelosi. Lo stato di preoccupazione verso il rivale può causare una disfunzionale ipervigilanza costante, che ha lo scopo di prevenire ogni potenziale minaccia, o di preparare la persona a essere in grado di gestire al meglio tale minaccia, qualora si verificasse. Questo stato di continua ipervigilanza rende l’individuo molto suscettibile all’interpretazione errata di ogni tipo di stimolo, sia esso anche neutro, associando ogni informazione ottenuta a possibili minacce verso la stabilità della relazione.

La gelosia comportamentale

La gelosia comportamentale fa riferimento alla frequenza con la quale un individuo attua dei comportamenti di controllo (Elphinston et al., 2011). Può essere espressa in differenti modalità, per esempio si possono attuare comportamenti di sorveglianza volti a controllare il partner o comportamenti aggressivi e violenti (Elphinston et al., 2013). Il continuo porre domande di carattere inquisitorio, il parlare continuamente della propria gelosia e l’eccessiva richiesta di sicurezza dal proprio partner sono azioni che solitamente hanno un impatto altamente negativo sulla soddisfazione diadica (Yoshimura, 2004).

La caratteristica principale dell’individuo geloso, solitamente, è il bisogno di controllare e mantenere la supremazia sulla relazione, anche in condizioni di stabilità (Giusti e Frandina, 2017). Questa ricerca di controllo è caratterizzata da un’attenzione minuziosa ad ogni particolare, rendendo la relazione una continua forma di controllo sul partner, causando così uno spostamento dell’attenzione sulla ricerca di dettagli che confermino i propri timori, piuttosto che sul tentativo di controllare i propri comportamenti.

La gelosia e il rimuginio

Spesso, il rimuginio ansioso compromette diverse aree di vita di un individuo, causando problematiche lavorative, interpersonali e di coppia (Ruiz et al., 2019). Le preoccupazioni inerenti alla relazione di coppia sono frequentemente incentrate sui sentimenti del partner, la stabilità della relazione e il suo futuro, giustificando così la presenza di atti di gelosia spesso eccessivi, che possono risultare in disagi relazionali, fino ad arrivare, in alcuni casi, alla separazione della coppia. A livello metacognitivo, l’individuo geloso è sicuro del fatto che un’ipervigilanza perenne sia utile per prevenire ogni tipo di sorpresa, preparandolo al peggio e facendo in modo che non soffra eccessivamente nel momento in cui scoprirà la verità (Leahy e Tirch, 2008). Tipicamente, l’individuo geloso rimuginante ha paura di lasciare scoperta la guardia e di trovarsi impreparato ad affrontare la minaccia. È presente una forte attivazione cognitiva persistente, in quanto la persona gelosa continua a cercare nella sua mente pensieri o memorie riguardanti la gelosia, che possano giustificare i suoi pensieri.

Inoltre, il rimuginio elicita delle strategie di coping disfunzionali che possono compromettere negativamente la soddisfazione relazionale (Leahy e Tirch, 2008). Alcune di queste strategie disfunzionali possono comprendere l’attacco al partner, sotto forma sia di offese verbali che di aggressioni fisiche, oltre al continuo monitoraggio dei suoi spostamenti, con la possibilità di arrivare a minacce dirette al partner. In aggiunta, è possibile che l’individuo geloso rimuginante sviluppi bias attentivi, come la lettura della mente (e.g. ‘Lei è interessata a lui’), la personalizzazione (e.g. ‘Lui sta leggendo il giornale perché non è più interessato a me’), la previsione catastrofica del futuro (e.g. ‘Mi lascerà’) e la generalizzazione (e.g. ‘Lui fa sempre così’). Inoltre, anche gli schemi emotivi dell’individuo geloso hanno un ruolo importante, in quanto condizionano significativamente la visione della realtà della persona gelosa. L’intensità emotiva viene utilizzata come rinforzo della veridicità delle proprie idee di pericolo per la relazione, soprattutto se le emozioni esperite dall’individuo risultano incontrollabili.

La coppia e la gelosia da una prospettiva LIBET

Osservando questi comportamenti attraverso una prospettiva LIBET (Life themes and plans Implications of biased Beliefs: Elicitation and Treatment; Sassaroli et al., 2017), essi potrebbero essere letti come piani semi-adattivi, e possono essere percepiti come utili e/o incontrollabili.

Secondo il modello LIBET, l’interazione tra i partner avviene tramite l’utilizzo delle proprie convinzioni; in base a esse gli individui agiscono, pensano, vivono emozioni e pensano sui propri pensieri e sui pensieri del proprio partner, interagendo con le proprie convinzioni distorte, i propri pensieri, le proprie emozioni e i propri comportamenti (Rebecchi e Vinai, 2017). All’interno della coppia, l’individuo ha costruito, e costantemente costruisce, le sue credenze sulla coppia, ovvero assunti, standard, comportamenti relazionali e credenze metacognitive. L’interazione tra i piani dei singoli genera il piano di vita della coppia, che ne rappresenta l’unicità, ed è dato dall’insieme delle credenze relazionali di entrambi i partner (e.g. credenze definitorie su scopi e modalità di essere della coppia), dalle metacredenze (e.g. tolleranza nel fronteggiare le differenze e i cambiamenti) e dagli standard (e.g. convinzioni sulla relazione e il partner ideali).

Quando i piani semi-adattivi di entrambi i partner si incontrano, e interagiscono tra loro, può accadere che l’interazione che ne nasce diventi rigida e inflessibile, causando un’escalation di cicli interpersonali disfunzionali (Rebecchi e Vinai, 2017). Per esempio, può accadere che in una coppia l’individuo decida di non tollerare più gli atteggiamenti e i comportamenti di gelosia del partner, che ha sempre sopportato, poiché ritiene che siano diventati eccessivi. In questo caso, probabilmente l’individuo reagirà con comportamenti ed emozioni di distacco e rifiuto nei confronti del partner geloso. Quest’ultimo, di conseguenza, aumenterà il suo livello di ansia e i comportamenti di controllo causati da essa.

Se osservate singolarmente, la gelosia comportamentale e il rimuginio risultano quindi essere due variabili che hanno una forte influenza sulla soddisfazione diadica. Nel caso in cui ci dovesse esserci un’interazione tra le due, la soddisfazione relazionale risulterebbe ulteriormente compromessa. Fortunatamente, è possibile affrontare queste problematiche con un percorso di psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale, partendo da una concettualizzazione del caso condivisa, per poi indagare i pensieri irrazionali che sono alla base dei comportamenti di gelosia (Lehay e Tirch, 2008).

 

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