Il sentimento della gelosia all’interno di una coppia è legato all’idea, al timore più o meno legittimo che l’altro possa tradire. Questa paura viene corroborata tanto dalle caratteristiche personali dell’altro, quali il carattere e l’atteggiamento, oltre alle caratteristiche estetiche, quanto dall’ambiente in cui il partner vede l’altro operare.
Negli ultimi anni la diffusione dei social network e l’uso che facciamo di queste piattaforme online sembrano aver influenzato le nostre relazioni intime, o meglio la nostra percezione e, quindi, il nostro atteggiamento riguardo ad esse. L’introduzione dei social network nelle nostre abitudini quotidiane è stata associata ad un graduale peggioramento delle relazioni sentimentali, il quale sembra essere generato da una sorta di insoddisfazione sia sessuale sia sentimentale verso la vita reale (Clayton et al. 2013).
Siamo infatti così stimolati dalle molteplici potenzialità relazionali che una tale piattaforma ci mette a disposizione in ogni momento, che la nostra curiosità è sempre più spinta nella ricerca di altro.
Tale tendenza sembra corrispondere ad una crescita dell’infedeltà, mediante relazioni che nascono e si sviluppano online, dietro ad uno schermo (Childers and Wysocki, 2011).
Ma se questo è vero, non possiamo sorprenderci che all’interno della vita di coppia, al crescere della probabilità di infedeltà dell’altro crescano anche le azioni volte a neutralizzare tale comportamento. Queste reazioni sono mosse dal timore di cui parlavamo poc’anzi, dalla paranoia del partner, che sarà quindi più incline a mettere in atto meccanismi di difesa di sé e della coppia, assecondando la sua crescente diffidenza, o addirittura sfiducia nell’altro (Beukeboom and Utz, 2011).
Una di queste azioni riflesse si può riassumere in tutte quelle strategie volte a spiare le attività, i movimenti e le relazioni dell’altro. Queste strategie vengono sintetizzate con il termine inglese snooping.
Lo snooping, in una realtà mediata dall’uso dei social network, corrisponde all’azione di controllare di nascosto il profilo e le conversazioni che il proprio partner sviluppa in queste piattaforme online. L’atto di spiare il proprio partner in questo modo sembra esser diventato il più frequente metodo per scoprire l’infedeltà dell’altro nelle relazioni moderne (Waterlow, 2015). Se molte ricerche si sono focalizzate nello studiare il fenomeno dello snooping che riguarda il controllo del cellulare, delle chiamate e dei messaggi inviati e ricevuti dal proprio partner (Dunn and McLean, 2015; Harris, 2002; Klette et al., 2014), altrettante sembrano volgere l’attenzione verso il controllo che viene perpetuato online dal partner geloso (Dunn & Billett, 2017)
Ma c’è un diverso modo di vivere la gelosia tra l’uomo e la donna?
Molte ricerche si sono mosse da questo interrogativo, andando ad indagare se il genere sia o meno una variabile significativa nel modo in cui viene interpretato o percepito un atto di infedeltà all’interno della coppia. Sono così emerse differenze interessanti che fanno riflettere sul modo in cui le persone reagiscono e pesano in maniera diversa le stesse azioni.
Se andiamo a vedere le ricerche di Buss (1992), Easton (2007), Pietrzak (2002), Sagarin (2003), Schutzwohl (2005), Weiderman e Kendall (1999), e la più recente svolta da Dunn e Billett (2017) emerge che gli uomini tendono ad essere più attivati emotivamente da un tradimento sessuale, piuttosto che da un tradimento sentimentale che non sia sfociato in relazione fisica.
La ricerca di Dunn e Billett ha riutilizzato nel proprio esperimento la grafica della piattaforma di Facebook per simulare una situazione in cui i partecipanti, vedendo la pagina del profilo del proprio partner, immaginavano di trovare dei messaggi mandati o ricevuti che riportavano frasi che lasciassero intendere un tradimento sentimentale o sessuale. Misurando i livelli di risposta emotiva ad una situazione piuttosto che ad un’altra, tra gli sperimentatori maschi si registrava un maggiore livello di distress quando i messaggi riportati nella chat facevano immaginare un tradimento sessuale del proprio partner, rispetto ad un coinvolgimento sentimentale dello stesso con un’altra persona.
Se ci focalizziamo su questo esperimento vediamo un atteggiamento diverso da parte delle donne: in loro, infatti, non sembrava emergere un cambiamento significativo rispetto al tipo di stimolo, ovvero il loro livello di distress rimaneva alto allo stesso modo sia nel caso in cui erano esposte ad un messaggio che lasciava intendere una relazione sessuale, sia di fronte ad un messaggio che riportava un tradimento emotivo.
Ma le differenze delle risposte emotive tra uomo e donna non si esauriscono nelle caratteristiche del tradimento. Un altro aspetto che emerge tanto da questa ricerca quando dagli altri studi è il fatto che la reazione della vittima può dipendere anche dalla direzione del messaggio che viene letto: così le persone possono rispondere in maniera diversa nel caso in cui il messaggio trovato nella chat del proprio partner sia stato mandato ad una terza persona, oppure ricevuto.
Su questo punto le donne sembrano molto più sensibili degli uomini, in quanto tendono a reagire con un maggior livello di distress verso i messaggi ricevuti dal proprio partner, rispetto a quelli inviati dallo stesso. In tal caso, nel sentimento di gelosia provato sembrano entrare in gioco meccanismi che mettono in primo piano non il partner in sé quanto la terza persona del triangolo amoroso, la quale condivide lo stesso sesso della vittima e che, quindi, vestirebbe i panni della rivale. Negli uomini questa tendenza non sembra dominare nelle reazioni, tanto che gli studi di Buss (1992) e di Sagarin (2003; 2012) mostrano come l’uomo sia più orientato verso il proprio partner, pesando in maniera maggiore i messaggi mandati piuttosto che quelli ricevuti: anche l’esperimento di Dunn e Billett (2017) sembra andare in questa direzione, mostrando una maggiore differenza, anche se lieve, nei livelli di distress in risposta ad un messaggio inviato rispetto ad uno ricevuto dal proprio partner donna.