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Il ruolo protettivo della differenziazione emotiva rispetto allo sviluppo di depressione in adolescenza

Secondo lo studio gli adolescenti che mostrano una buona capacità di differenziazione emotiva hanno meno probabilità di sviluppare sintomi depressivi

Di Giulia Giribono

Pubblicato il 24 Lug. 2019

In adolescenza la capacità di differenziazione emotiva risulta inferiore rispetto a quella di bambini di età minore o degli adulti ed è esattamente in questa fase di vita che la depressione ha un incremento significativo.

 

Il concetto di differenziazione emotiva (Emotion Differentiation, ED) si riferisce alla specificità della rappresentazione e dell’esperienza delle emozioni o, in altre parole, alla capacità di eseguire distinzioni fini e sfumate tra emozioni simili tra loro.

In letteratura è più volte emerso come una buona capacità di differenziazione emotiva risulti positivamente associata ad una regolazione emotiva e a un funzionamento psicosociale adattivi (Smidt & Suvak, 2015). Le emozioni sono infatti in grado di comunicare numerose informazioni all’individuo, quali, ad esempio, il suo stato motivazionale, il suo livello di attivazione emotiva (arousal), la valenza dell’emozione provata nonché la valutazione cognitiva della situazione che ha causato tale emozione (appraisal). L’individuo, per discernere con precisione il tipo di emozione provata in uno specifico momento, deve poter integrare tutte queste informazioni, le quali, a loro volta, possono essere utilizzate per prevedere lo sviluppo futuro dell’esperienza emotiva e le strategie di coping più adattive per la sua regolazione.

L’importanza della differenziazione emotiva in adolescenza

Uno studio di Starr e colleghi (2019) recentemente pubblicato su Emotion si concentra, in particolare, sulla differenziazione delle emozioni negative (Negative Emotion Differentiation, NED) in adolescenza. I ricercatori hanno evidenziato che gli adolescenti in grado di descrivere le proprie emozioni negative in modo preciso e ricco di sfumature hanno una minore probabilità di sviluppare sintomi depressivi a seguito di eventi di vita stressanti.

Coloro che riportano scarse capacità rispetto alla differenziazione delle proprie emozioni negative tendono a descrivere le proprie emozioni in termini più generici (“Mi santo male” invece di “Sono triste”, “Sono arrabbiato”, “Sono annoiato”) e per questo risultano meno in grado di beneficiare delle informazioni fornite dai propri stati emotivi negativi, rendendo più complessa una loro regolazione efficace.

In particolare, in adolescenza la differenziazione delle emozioni negative risulta inferiore rispetto a quella di bambini di età minore o degli adulti ed è esattamente in questa fase di vita che la depressione ha un incremento significativo.

Ricerche precedenti hanno evidenziato un’associazione significativa tra depressione e scarse capacità di differenziazione emotiva, anche se non è stato ancora chiarito se una scarsa differenziazione delle emozioni negative predisponga all’insorgere di sintomatologia depressiva o se invece la differenziazione delle emozioni negative sia una conseguenza dell’instaurarsi di un quadro depressivo.

Lo studio

Starr e colleghi (2019) hanno reclutato nell’area di Rochester 233 adolescenti aventi un’età media di circa 16 anni (il 54% del campione era composto da ragazze). In primo luogo sono state condotte interviste diagnostiche volte a valutare la presenza di sintomi depressivi nei partecipanti e, in un secondo momento, è stato chiesto loro di riportare le proprie emozioni 4 volte al giorno per un periodo di 7 giorni. Un anno e mezzo dopo, i ricercatori hanno condotto interviste di follow-up con 193 dei soggetti del campione originale per valutare i risultati a livello longitudinale.

Al termine della ricerca è emerso che gli adolescenti che dimostravano una minore capacità di differenziazione emotiva negativa risultavano maggiormente predisposti allo sviluppo di sintomi depressivi a seguito di eventi di vita stressanti. Coloro che, invece, dimostravano un’elevata capacità di distinguere con precisione le proprie emozioni negative risultavano maggiormente in grado di gestire le conseguenze emotive e comportamentali risultanti dall’essere stati esposti a eventi stressanti, riducendo di conseguenza un incremento incontrollato di emotività negativa e, quindi, il possibile concretizzarsi di un quadro depressivo clinicamente significativo.

In conclusione

La depressione in adolescenza interrompe lo sviluppo sociale ed emotivo, fattore che può causare a sua volta conseguenze negative, quali problemi interpersonali, ridotta produttività, scarsa salute fisica e abuso di sostanze. Inoltre, le persone che sviluppano una sintomatologia depressiva in adolescenza risultano maggiormente a rischio di avere episodi depressivi ripetuti lungo il corso di vita.

La ricerca di Starr e colleghi (2019) ci informa sull’importanza di sviluppare trattamenti clinici per la depressione in adolescenza che includano anche un rafforzamento delle abilità di differenziazione emotiva, specialmente per quanto riguarda le emozioni negative.

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