Secondo una nuova ricerca, esprimere le emozioni “negative” in maniera sana di fronte ai bambini è meglio che sopprimerle. Chi di noi non ha mai sentito o pronunciato frasi del tipo “Non di fronte ai bambini”?
Proprio attraverso questa supplica secolare, i genitori sperano di nascondere conflitti o forti emozioni negative di fronte ai propri figli.
Bambini ed emozioni: la ricerca su come i genitori le gestiscono in famiglia
La nuova ricerca della Washington State University smentisce questo modus operandi ormai interiorizzato dalla maggioranza dei genitori. I ricercatori, al contrario, sostengono l’idea che esprimere le emozioni sia più benefico per l’interazione con i propri figli. Lo studio è stato condotto a San Francisco. Sono stati presi in considerazione 109 madri e padri, e i rispettivi figli. Il campione è stato suddiviso come segue: un gruppo era composto da sole madri e un altro dai padri. Lo scopo della suddivisione del campione era quello di indagare se vi fossero anche differenze di genere (Karnilowicz, Waters, & Mendes, 2018).Prima di tutto, i ricercatori hanno assegnato ai genitori compiti stressanti come parlare in publico e ricevere feedback negativi dall’audience. Successivamente, i genitori sono stati coinvolti con i figli in attività di cooperazione, con l’indicazione di sopprimere le proprie emozioni di tanto in tanto. Al contrario, ai bambini era stata data l’istruzione di agire in maniera naturale. L’attività era uguale per tutti: lavorare insieme con i propri genitori nell’assemblaggio di un progetto Lego.
I bambini (di età compresa tra i 7-11 anni) hanno ricevuto un libretto d’istruzioni, ma non gli era permesso di toccare fisicamente i Lego. Erano i genitori a dover assemblare nella pratica il progetto, senza però guardare il libretto d’istruzioni. Questo aveva lo scopo di forzare genitori e bambini a lavorare in maniera stretta e compatta per il successo dell’attività. Uno degli elementi di interesse di questo studio era rivolto ai comportamenti di socializzazione.
Bambini ed emozioni: i risultati della ricerca
Pertanto, sono stati osservati: la reattività, il calore, la qualità delle interazioni e il modo in cui il genitore assumeva il ruolo di guida per il bambino. I ricercatori hanno poi guardato 109 video delle interazioni per rilevare ogni emozione, ogni istante di calore e di orientamento. Inoltre, entrambi genitori e figli, sono stati collegati a vari sensori per tenere sottocontrollo il battito cardiaco, i livelli di stress e altre variabili. E’ emerso che i genitori che tentavano di sopprimere il proprio stress sono risultati compagni meno efficaci e positivi durante il compito dei Lego. Infatti, essi fornivano meno indicazioni ai bambini; i bambini, a loro volta, erano meno reattivi e meno positivi verso i genitori. Era un pò come se i genitori stessero trasmettendo le loro emozioni soppresse ai figli (Karnilowicz, Waters, & Mendes, 2018).Per quanto riguarda le differenze di genere, è interessante come (in questo studio) la soppressione emotiva ha reso i bambini più sensibili verso le madri. Infatti, i bambini hanno mostrato meno cambiamenti nelle risposte quando i padri nascondevano le emozioni negative. E’ chiaro che ci vorranno ulteriori ricerche per approfondire suddette differenze.
Per quanto riguarda i bambini e le emozioni, molte ricerche precedenti hanno dimostrato che i bambini sono molto abili nell’acquisire “informazioni emotive” dai loro genitori. Perciò, se il bambino sente che è successo qualcosa di negativo e in maniera incongrua, il genitore agisce come se non fosse successo nulla, il bambino si sentirà confuso. Così facendo, il genitore manderà un messaggio ambiguo al proprio figlio. Pertanto, i ricercatori sostengono che piuttosto che sopprimere le emozioni, la migliore scelta sarebbe mostrare ai propri figli l’intera traiettoria di una sana discussione, dal suo inizio alla sua risoluzione. E’ consigliabile, quindi, insegnare ai bambini a regolare le proprie emozioni e a risolvere i problemi, sottolineando che i problemi non sono da evitare ma, al contrario, si possono risolvere (Karnilowicz, Waters, & Mendes, 2018). E’ giusto far capire che le emozioni negative esistono, che è normale provarle e che possiamo trovare una soluzione per migliorare il nostro stato d’animo.