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11th IEPA Conference: Early Intervention in Mental Health – Report dal convegno

La IEPA (Intervention in Early Psychosis Association) conference, riunisce clinici e ricercatori che operano nell’ambito degli Stati Mentali a Rischio in adolescenza e degli interventi precoci negli esordi psicotici e in altri disturbi in ragazzi e giovani adulti.

Di Antonio Cozzi

Pubblicato il 12 Nov. 2018

Aggiornato il 23 Nov. 2018 17:23

La IEPA (Intervention in Early Psychosis Association) conference, giunta quest’anno alla sua undicesima edizione, è un evento unico per clinici e ricercatori che operano nell’ambito degli Stati Mentali a Rischio in adolescenza e degli interventi precoci negli esordi psicotici e in altri disturbi in ragazzi e giovani adulti.

 

Viene svolta ogni due anni in paesi diversi. Nel 2016 era stata Milano ad ospitare l’evento, quest’anno l’appuntamento è stato a Boston, negli USA, dal 7 al 10 Ottobre, in occasione della giornata mondiale della salute mentale.

L’evento, come ogni anno, ha avuto un notevole successo, con clinici da tutto il mondo riuniti in proficui confronti, al fine di presentare e condividere i propri studi e le proprie conoscenze.

I numeri parlano di 9 grandi plenarie, 112 simposi, 144 discussioni orali e 374 poster con oratori da ogni continente.

IEPA 2018: un’attenzione particolare a Cognitive Remediation e Cognitive Enhancement

Come da prassi, gli argomenti toccati sono stati i più vari, coprendo ogni ambito di ricerca, dalle neuroimmagini alla psicofarmacologia, dai trattamenti alle questioni etiche, dagli interventi psicosociali ai traumi precoci, gli approcci diagnostici e transdiagnostici, la fenomenologia, l’epidemiologia, l’uso di sostanze, le comorbilità e molto altro.

Ciò che trova continuità e coerenza con la scorsa edizione riguarda soprattutto l’utilizzo sempre maggiore di nuove tecnologie e nuovi media, su cui far affidamento nel raggiungere e trattare i giovani. Si è inoltre parlato molto di terapie accessorie e dell’importanza di integrare modelli terapeutici complementari alle terapie standard.

Un esempio è l’attenzione posta in decine di lavori sulla Cognitive Remediation e la Cognitive Enhancement. Molti ospiti ed oratori hanno sottolineato come un episodio psicotico e lo sviluppo di un disturbo psicotico abbiano gravi ripercussioni sul funzionamento cognitivo dell’individuo, il quale si trova dunque a dover gestire un evento netto, estremamente impattante, stigmatizzante, traumatico, che segna una rottura rispetto al passato, con minori risorse a disposizione. Le scarse abilità mnestiche e attentive, il declino delle funzioni esecutive generano uno stato di confusione e rallentano l’adattamento dell’individuo ai propri sintomi, rendendo più lunga la remissione e l’apprendimento di fondamentali strategie di coping. Tutto ciò oltre che rallentare la remissione ed il ritorno alla quotidianità, può contribuire al rischio di ricadute.  Un altro effetto positivo della Cognitive Remediation, oltre al miglioramento sulle funzioni cognitive, sembra poter essere la riduzione di sintomi positivi e negativi.

Sono stati notati inoltre effetti positivi della Cognitive Enhancement sulla Cognizione Sociale.

IEPA 2018: le nuove tecnologie nella cura dei più giovani

Oltre all’allenamento delle abilità cognitive, le CBT standard ed altre terapie finalizzate alla riduzione dei sintomi necessitano sempre più dell’integrazione di interventi psicosociali. L’obiettivo di tali interventi dovrebbe essere non solo il recupero delle abilità sociali, ma anche il supporto nei contesti educativi e professionali, limitando la dispersione scolastica e favorendo l’inserimento lavorativo. Lo sviluppo di tali programmi potrebbe avere un sorprendente effetto domino partendo dal benessere individuale, passando per la rete familiare ed in generale più ristretta attorno al paziente, fino ai benefici sociali e al risparmio nelle spese sanitarie per l’intera comunità. Sono stati discussi anche i dati relativi allo sviluppo del “cervello sociale” durante l’adolescenza, fondamentale per l’adattamento al contesto ed all’ambiente circostante.

È fondamentale dunque garantire ai giovani a rischio e ai primi episodi un adeguato adattamento al proprio contesto sociale. In tal senso, considerando lo sviluppo tecnologico e la diffusione sempre maggiore dei social media, in cui gli adolescenti sono particolarmente attivi, appare imprescindibile adottare nuovi mezzi per informare, tenere i contatti e fornire assistenza ai giovani pazienti. Sono stati presentati dunque vari lavori in cui vengono esposti programmi, siti, applicazioni per cellulari, giochi, interazioni online e realtà virtuale applicata in vari ambiti, dal trattamento dell’ansia sociale e della paranoia, il rinforzo della cognizione sociale, fino alle terapie mindfulness. Appare dunque che l’innovazione in questo ambito, lo sviluppo e l’implementazione delle nuove tecnologie, possa avere ripercussioni considerevoli nella pratica clinica in tutte le fasi della promozione della salute mentale nei giovani, dall’informazione all’aggancio, dalla diagnosi al trattamento.

IEPA 2018: lo Stato Mentale a Rischio Pluripotenziale

Si conferma anche il diffuso interesse nei confronti dei traumi e del ruolo delle esperienze traumatiche nello sviluppo delle psicosi, con particolare attenzione ovviamente ai traumi precoci dell’infanzia e dell’adolescenza.

Il messaggio che arriva è che i traumi dovrebbero essere considerati sempre più un concetto transdiagnostico. Qualcuno ha inoltre rilevato come un errore diffuso nei clinici sia di smettere di fare diagnosi, una volta fatta diagnosi di psicosi. L’attenzione verso il ruolo dei traumi nell’esordio psicotico e negli stati a rischio risulta dunque diffusa. Allo stesso tempo sono state indagate l’efficacia e la sostenibilità dei trattamenti diretti al trauma e ai sintomi post traumatici (es. EMDR ed Esposizione Prolungata) nei servizi sanitari, emergono in tal senso indicazioni incoraggianti e che raccomandano tali interventi in virtù di analisi costo-efficacia.

Non sono mancate presentazioni sulla fenomenologia dei quadri sintomatologici nelle sindromi psicotiche. Un tema toccato riguarda la specificità dei sintomi e di come essi si evolvano ed associno tra loro lungo un continuum relativo ai diversi stadi di sviluppo della patologia.

Sono stati inoltre discussi possibili paradigmi finalizzati a prevedere le traiettorie di sviluppo dei disturbi psicotici, la cui importanza risulta di primo piano se si considera la necessità di predire l’effettiva probabilità di transizione da uno stato a rischio a un disturbo psicotico.

E’ stato introdotto per la prima volta il concetto di Stato Mentale a Rischio Pluripotenziale. Esso è sicuramente tra gli sviluppi futuri potenzialmente più interessanti della concettualizzazione di queste condizioni cliniche At Risk, prevedendo un percorso a stadi per identificare i livelli di gravità basati su criteri specifici per definire uno stato di rischio più globale.
Proprio lo Stato Mentale a Rischio è stato messo in discussione, oltre che nella sua concettualizzazione, anche nella terminologia.  Sebbene i termini attualmente in uso come Sindrome Psicotica Attenuata (APS), Stato Mentale a Rischio (ARMS) e Ultra High Risk (UHR),  siano comodi ed utili nella pratica clinica e nella descrizione del paziente, essi potrebbero non essere così pratici per i giovani. Una riflessione ed un lavoro in tal senso, coinvolgendo i ragazzi e le famiglie, potrebbe portare ad una riduzione dello stigma ed una maggior inclusione dei pazienti stessi e della loro rete nel processo di cura.

Sono stati svolti inoltre maggiori studi legati al ruolo dei fattori metacognitivi e dei trattamenti basati sulla metacognizione, intesa sia negli aspetti legati alla Teoria della Mente – legati in particolar modo alla cognizione sociale – sia nella capacità di riflessione sui propri stati mentali. Uno degli obiettivi di queste tecniche, così come di altre tecniche specifiche è l’aumento dell’insight.
Non sono mancati infine numerosi studi epidemiologici e meta-analisi sull’efficacia degli interventi e delle terapie, la loro combinazione, la diffusione di sintomi e i tassi di transizione.

Infine, sono stati presentati e discussi vari studi su altre condizioni cliniche particolarmente complesse o a rischio di evolvere in disturbi psicotici, quali ad esempio Disturbi Bipolari, Disturbi di Personalità Borderline e Schizotipico, l’uso di sostanze e il rischio suicidario.

Nella cerimonia finale, così come in altri momenti del convegno, vi è stata l’occasione per ricordare nuovamente il prof. Angelo Cocchi e il prof. Larry Seidman, scomparsi negli ultimi anni, per decenni impegnati nel progresso della salute mentale dei giovani.
Il prossimo appuntamento sarà a Settembre 2020 a Rio de Janeiro – Brasile

PROGRAMMA IEPA CONFERENCE 2018

ABSTRACT SCARICABILI IN PDF

 

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