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Stress genitoriale: i vissuti interni e le emozioni nei genitori di bambini affetti da varie forme di psicopatologia

Sono diversi gli studi in letteratura che hanno indagato le condizioni di stress genitoriale percepito dai genitori di bambini affetti da diverse forme di psicopatologia. I risultati mostrano l'interazione di diversi fattori e una differenza nel livello di stress sperimentato da madri e padri.

Di Chiara Arlanch

Pubblicato il 04 Mag. 2018

Aggiornato il 28 Mar. 2019 13:38

La severità dei sintomi dei bambini affetti da differenti forme di psicopatolgia è risultata associata allo stress genitoriale in vari studi. Ciò che sembra incidere sul livello di stress percepito dai genitori sarebbero in parte i sintomi tipici e caratteristici del disturbo ma anche difficoltà nella comunicazione o nella relazione.

Chiara Arlanch – OPEN SCHOOL Psicoterapia Cognitiva e Ricerca, Bolzano

 

Stress genitoriale: genitori di bambini con Ritardo Mentale

I genitori di bambini con Ritardo Mentale quotidianamente devono affrontare molte sfide a causa dei deficit di tipo cognitivo, motorio, medico o psicopatologico, che solitamente danno luogo a forti reazioni emotive e preoccupazioni. Il bambino solitamente può avere un aspetto diverso rispetto ai suoi coetanei e mette in atto comportamenti diversi. Il genitore deve gestire tutti gli aspetti della vita del figlio e iniziano presto le preoccupazioni nell’adulto sul futuro del bambino. La presenza di un figlio con Ritardo Mentale può causare difficoltà coniugali nella coppia genitoriale: spesso le madri diventano iperprotettive verso il figlio e concentrano tutte le proprie attenzioni sul bambino, mentre i padri tendono ad allontanarsi dal problema, sia fisicamente sia mentalmente. Frequenti sono i tassi di separazioni e divorzi nei casi di genitori di bambini con Ritardo Mentale (Bornstein, 2002).

Molti fattori influenzano, infatti, le reazioni emotive di genitori di bambini con Ritardo Mentale, tra i quali le caratteristiche dei genitori stessi. E’ importante lo stile con cui il genitore gestisce le situazioni problematiche; il genitore può adottare un tipo di stile orientato al problem-solving, pianificando come risolvere le difficoltà quotidiane, impegnandosi a fondo e traendo insegnamenti dagli errori. Altri genitori possono adottare uno stile improntato sulle emozioni, in cui solitamente l’adulto nega le reazioni emotive che possono esserci verso il figlio oppure al contrario si focalizza solo sull’emotività negativa. Il primo tipo di stile di gestione porta a comportamenti adattivi maggiori rispetto al secondo (Turnbull et al., 1993).

I diversi tipi di reazioni che possono essere presenti tra madre e padre possono influire sul benessere del genitore: da molti studi è emerso come le madri sperimentino maggiore stress e minore senso di controllo della situazione rispetto ai padri (Bristol et al., 1988). Le madri sembravano reagire maggiormente a stimoli specifici, mentre i padri sono più concentrati su aspetti pratici delle problematiche quotidiane, specialmente sui costi economici necessari per gestire il figlio (Price-Bonham & Addison, 1978).

Possono essere cruciali anche le caratteristiche del bambino con Ritardo Mentale sui tipi di reazioni dei genitori; può essere importante ad esempio l’età del bambino. Il genitore in media presenta forti reazioni negative dopo la nascita e la diagnosi del bambino; le madri sono più preoccupate per le acquisizioni dei primi anni del bambino, anche se la preoccupazione permane nel periodo prescolare. Le reazioni emotive nel genitore ricorrono per tutta l’infanzia del bambino, ma anche durante la pubertà e l’età adulta del figlio. La maggior parte degli studi supporta l’ipotesi per cui con il passare del tempo la famiglia si adatta meglio alla situazione e impara a coesistere e gestire meglio le problematiche, ciò nonostante le famiglie hanno notevoli problematiche e le madri riportano alti livelli di stress (Bornstein, 2002)

Un altro aspetto rilevante per le reazioni emotive di questi genitori possono essere ad esempio le caratteristiche della famiglia, come il supporto sociale percepito. Spesso le famiglie con un bambino con Ritardo Mentale si sentono più isolate, ricevendo scarso supporto formale e informale: è emerso che ricevono meno supporto informale, ma che l’aiuto sia più intensificato e provenga in modo maggiore da parte di una cerchia ristretta di familiari e amici fidati (Kazak & Marvin, 1984). Per quanto riguarda il supporto formale Wikler e collaboratori (1981) hanno notato che vi sono differenze di prospettiva tra le famiglie e i centri di supporto: mentre i genitori sperimentavano preoccupazioni sia nell’età infantile sia negli anni successive, nei centri si fornisce più aiuto nei primi anni di vita nel bambino, non sempre venendo incontro a tutte le esigenze dei genitori (Wikler et al., 1981).

Stress genitoriale: genitori di bambini affetti da Disturbi Pervasivi dello sviluppo

Dalla letteratura riguardante i genitori di bambini con Disturbi dello Spettro Autistico è emerso che molto spesso sono riportati alti livelli di stress, anche se non tutti i genitori di bambini con questo disturbo li riportano. Johnson e collaboratori hanno condotto uno studio nel 2011 riguardante lo stress genitoriale, il funzionamento e la qualità di vita legata alla salute in famiglie con bambini e ragazzi (dai 2 ai 18 anni) affetti da Disturbi dello Spettro Autistico. I genitori riportavano un alto tasso di stress, dato anche dalle decisioni che quotidianamente dovevano prendere nella gestione del figlio e delle sue problematiche; lo stress poteva essere causato da vari fattori, tra i quali la qualità di funzionamento della famiglia, la qualità di supporto e relazioni sociali e il tipo di aspettative dei genitori (Johnson et al., 2011).

Lo studio di Davis & Carter (2008) ha analizzato lo stress di madri e padri di bambini con autismo più piccoli (di età media di 27 mesi) e i genitori hanno dichiarato alti livelli di stress. I problemi nelle abilità sociali e relazionali dei figli erano associati allo stress e a problematiche nell’interazione col bambino. Lo stress materno era associato a difficoltà di regolazione del bambino, mentre lo stress del padre era più associato a problematiche comportamentali (Davis & Carter, 2008).

I genitori di bambini con Disturbi Pervasivi dello Sviluppo solitamente hanno maggiori livelli di stress genitoriale in confronto ad altri genitori con bambini a sviluppo tipico, ma anche in confronto a genitori di bambini con altre disabilità. Vari studi hanno indagato lo stress genitoriale in famiglie con bambini con Disturbi Pervasivi dello Sviluppo, utilizzando ad esempio il Questionnaire on Resources and Stress (QRS) di Holroyd o il Parenting Stress Index-Short Form (PSI-SF) di Abidin: è emerso che le famiglie di bambini con disturbi dello spettro autistico erano più stressate di famiglie senza bambini con questi disturbi (Johnson et al., 2011).

La severità dei sintomi dei bambini è risultata associata allo stress genitoriale in vari studi. In genitori di bambini affetti da questo disturbo sono i sintomi tipici e caratteristici del Disturbo dello Spettro Autistico a creare alto stress. Bebko e collaboratori (1987) ha rilevato che i fattori più stressanti per questi genitori erano proprio dei sintomi strettamente connessi al disturbo, come le difficoltà di comunicazione o nella relazione (Bebko et al., 1987). Phetrasuwan (2003) tramite una scala costruita per valutare appositamente lo stress genitoriale di famiglie con bambini autistici (Parenting Stress Scale: Autism) ha evidenziato che a recare maggiore stress nelle madri erano i timori fuori luogo dei bambini e la loro difficoltà ad adattarsi a cambiamenti anche minimi (Phetrasuwan, 2003).

Oltre alla severità dei sintomi autistici anche altri comportamenti problematici di questi bambini possono essere fonte di stress. I problemi comportamentali del bambino sono associati ad alti livelli di stress genitoriale, più del ritardo evolutivo. Ad esempio Lecavalier e collaboratori (2006) hanno mostrato come specifici problemi comportamentali erano più predittivi di alto stress rispetto ai comportamenti adattivi (Lecavalier et al., 2006). Possono influenzare lo stress anche fattori positivi: lo studio di Beck e collaboratori (2004) ha dimostrato che sia i problemi comportamentali sia le limitate competenze (in termini di comportamenti prosociali) erano associati ad alti livelli di stress e i ricercatori hanno sottolineato l’importanza di analizzare il contributo di comportamenti positivi e problematici indipendentemente (Beck et al., 2004).

La ricerca di Koegel e collaboratori (1992) suggerisce che potrebbe esistere un profilo caratteristico relativamente costante in genitori di bambini affetti da Disturbo dello Spettro Autistico: nello studio emergono infatti specifiche aree di difficoltà nel crescere un bambino con Disturbo dello Spettro Autistico (Koegel et al., 1992). Le differenze riscontrate rispetto a genitori di bambini a sviluppo tipico sono state preoccupazioni per il futuro del bambino, per la sua capacità cognitiva e la sua autonomia e per la sua integrazione nella comunità. Holroyd e MacArthur (1976) hanno confrontato madri di bambini con questo disturbo con madri di bambini con Sindrome di Down: le madri di bambini con Disturbo dello Spettro Autistico hanno affermato che i loro figli erano più dipendenti fisicamente da loro e meno autonomi (Holroyd & MacArthur, 1976).

La letteratura inoltre riporta che sembrano esserci delle aree specifiche di stress che possono aumentare lo stress genitoriale, ovvero delle situazioni che possono metterli in difficoltà, non solo in relazione alla severità dei sintomi del bambino. Lo studio di Koegel e collaboratori (1992) conferma che potrebbero esserci in queste famiglie delle restrizioni nelle opportunità e che questi genitori sono meno inclini a passare del tempo dedicandosi ad attività di piacere fuori casa, occupandosi maggiormente dell’accudimento del bambino all’interno delle mura domestiche (Koegel et al., 1992).

In letteratura è stato inoltre confrontato il livello di stress sperimentato da madri e padri e i risultati non sono univoci; alcuni studi riportano che le madri sperimentano in media maggior stress dei padri, come ad esempio due studi, che hanno valutato lo stress tramite il Questionnaire on Resources and Stress (QRS) (Herring et al., 2006). Queste evidenze sono state interpretate da molti come la conseguenza del ruolo più centrale assunto dalle mamme nell’accudire e seguire i bambini con Disturbo dello Spettro Autistico. Ricerche più recenti mostrano invece che lo stress sperimentato da madri e padri sia allo stesso livello, forse dovuto al fatto che con il passare del tempo i padri hanno sempre più assunto maggiori responsabilità nei confronti dei propri bambini con questo disturbo, con una più equa distribuzione dei compiti (Hastings et al., 2005).

La ricerca di Pottie e Ingram (2008) ha esaminato le strategie di gestione dello stress messe in atto da genitori di bambini con Disturbi dello Spettro Autistico, che hanno riportato il livello di stress quotidiano, le strategie di coping e il proprio tono dell’umore. I ricercatori distinguono i risultati in base agli effetti sull’umore positivo e su quello negativo. La ricerca ha evidenziato cinque tipi di risposte di coping (ovvero adottare strategie di problem-solving, ricerca di supporto sociale, attuare una riformulazione positiva, mettere in atto una regolazione emotiva, o una strategia di negoziazione o di ricerca di compromesso) che erano predittive di un aumento di tono dell’umore positivo. E’ inoltre emerso che quattro tipi di risposte (strategia di evitamento della situazione stressante, tentativo di distrarsi, strategia di allontanamento dagli altri e risposta di rassegnazione) portavano a un decremento di tono dell’umore positivo. La tipologia di sintomi presenti nei bambini con Disturbo dello Spettro Autistico e la distanza temporale dal momento dell’avvenuta diagnosi erano predittivi dell’umore quotidiano del genitore (Pottie & Ingram, 2008).

Stress genitoriale: genitori di bambini con Disturbi dell’Apprendimento

I genitori di bambini con Disturbi dell’Apprendimento hanno spesso molte fonti di stress quotidiane e la relazione genitore-bambino può essere influenzata negativamente in molti modi. I genitori di bambini con Disturbi dell’Apprendimento infatti si preoccupano solitamente di come i loro figli si trovino a scuola, delle relazioni che instaurano con i pari e dei comportamenti problematici che i loro figli possono adottare. Questi genitori hanno alti livelli di stress, di frequente temono di non riuscire più a gestire i comportamenti dei figli e pensano che il problema del figlio sia diventato il centro delle proprie vite. La letteratura ha indicato maggiori livelli di stress per i genitori con bambini con Disturbi dell’Apprendimento rispetto ai genitori i cui bambini non hanno tale disturbo. Le madri di bambini con queste problematiche riportano minore soddisfazione in merito al loro ruolo genitoriale, al proprio rapporto di coppia e alti indici di divorzio. La ricerca ha messo in evidenza come questi genitori tendono a dare maggiori direttive e più riscontri negativi ai loro figli avendo uno stile più autoritario e meno supportivo. La letteratura ha inoltre evidenziato che sono presenti differenze tra madri e padri: questi ultimi in generale tendono a minimizzare l’entità del problema, percepiscono i figli con Disturbi dell’Apprendimento come meno problematici ed entrano meno in conflitto con loro, mentre le madri sperimentano più difficoltà nella disciplina e sono più stressate (Barkley et al., 1992).

In presenza di questi molteplici aspetti i genitori di bambini con Disturbi dell’Apprendimento si sentono solitamente soli, isolati e viene loro a mancare il supporto sociale di cui necessitano. Per questi genitori è importante ricevere comprensione empatica e accettazione da parte degli altri; ciò potrebbe aumentarne l’autostima e l’autoefficacia e ridurre il senso di colpa e la delusione sperimentati (Seligman, 1993).

Stress genitoriale: genitori di bambini con Disturbo da deficit di Attenzione/Iperattività

Nei bambini con ADHD sono frequenti scarsi risultati scolastici e inadeguato impegno nei compiti che sono interpretati dagli adulti come sintomo di pigrizia, scarsa responsabilità o opposizione. All’interno delle loro famiglie vi sono spesso conflitti, risentimenti e antagonismo: il fatto che i sintomi del bambino siano così vari fa credere al genitore che vi sia volontarietà alla base delle sue azioni. Il genitore è spesso in constante litigio col bambino, si creano così interazioni negative (American Psychiatric Association, 2000).

Lo studio di Johnston e Freeman (1997) ha indagato le attribuzioni e reazioni di genitori di bambini con ADHD di fronte a comportamenti di inattenzione, iperattività, opposizione e prosociali. E’ emerso che i genitori di bambini con questo disturbo percepivano i comportamenti di disattenzione, iperattività e opposizione come causati dall’interno e meno controllabili dal bambino; tendevano a vederli più stabili e a reagire in modo peggiore. Per quanto riguarda i comportamenti prosociali, questi genitori ne percepivano la causa come meno interna e meno stabile (Johnston & Freeman, 1997). I genitori di bambini con ADHD sperimentano maggiore stress rispetto ai genitori di bambini senza questo disturbo, inoltre percepiscono minore senso di efficacia ed è frequente in queste famiglie un alto tasso di conflitti coniugali, separazioni o divorzi (Sethi, 2012).

Mash e Johnston (1983) hanno confrontato genitori di bambini con ADHD e genitori di bambini a sviluppo tipico: i primi riportavano minore autostima e più alti livelli di stress genitoriale associati alle caratteristiche del bambino e a propri sentimenti di isolamento sociale e senso di colpa. I genitori di bambini con ADHD percepivano i propri figli come maggiormente problematici, ma percepivano anche di non avere delle buone competenze genitoriali. Emerge anche che l’autostima genitoriale delle madri è correlata alla percezione dei padri del proprio figlio come un bambino difficile. La maggiore fonte di stress è data dalle caratteristiche del bambino, in particolare dalla sua iperattività e distraibilità; le correlazioni tra lo stress riportato da madri e padri e le percezioni del figlio come un bambino difficile di madri e padri erano alte (Mash & Johnston, 1983).

Spesso la madre di un bambino con ADHD fa la scelta di lasciare la propria attività professionale per dedicarsi completamente alla gestione del figlio e della casa. Lo studio di Kvist e collaboratori (2011) mostra come i genitori di bambini con ADHD hanno una probabilità del 75% più alta di porre fine al proprio matrimonio e hanno in media meno opportunità lavorative. Il genitore deve affrontare il fatto che il bambino necessita di una gran quantità di tempo rispetto ad altri bambini; l’adulto deve essere spesso presente e guidare il bambino nelle varie attività quotidiane. Può essere problematico anche far svolgere a figlio semplici compiti come andare a dormire, prepararlo per andare a scuola, farlo mangiare o fargli fare i compiti. Nel genitore è frequente la frustrazione; si crea spesso un circolo vizioso di conflitti all’interno della coppia e incoerenze educative (Kvist, Nielsen & Simonsen, 2011).

I comportamenti del bambino sono spesso percepiti come fastidiosi e stressanti e suscitano nel genitore, che impartisce forme più severe di punizione, reazioni forti. Le madri di bambini con ADHD hanno interazioni meno positive, più stressanti e insoddisfacenti con i propri figli rispetto alle madri di bambini con sviluppo tipico. Per questi genitori avere un figlio con queste problematiche può essere fonte di stress, di bassa autostima e può modificare la percezione del genitore del proprio ruolo genitoriale, delle caratteristiche del bambino e del tipo d’interazione genitore-figlio (Mash & Johnston, 1983).

Stress genitoriale: genitori di bambini con problematiche emotive

I genitori di bambini con difficoltà emotive possono sperimentare numerose problematiche quotidiane, nel tentativo di assistere i figli a gestire i sentimenti negativi: essi dovrebbero infatti essere di supporto e tentare di insegnare loro strategie di gestione dell’emotività. I genitori di questi bambini variano molto nelle loro reazioni e possono essere supportivi o non supportivi: nel primo caso il genitore invita il bambino ad aprirsi e ad esprimere le proprie emozioni, aiutandolo a comprenderle e gestirle, mentre nel secondo caso il genitore tende a ridurre l’espressione di emozioni negative del bambino, facendogli capire di non apprezzare tale manifestazione o punendo il bambino. Un atteggiamento più di supporto da parte del genitore può influenzare positivamente la competenza emotiva e sociale del bambino, favorendo la comprensione delle emozioni e i rapporti sociali. Al contrario una reazione non supportiva del genitore può peggiorare le problematiche emotive del bambino, che non sente di avere la possibilità di esprimere le proprie emozioni negative. I padri nelle loro reazioni all’emotività negativa dei figli sono meno supportivi delle madri (Eisenberg et al., 1996).

Lo studio di Valiente e collaboratori (2007) ha mostrato che il tipo di reazioni che i genitori attuano nei confronti di manifestazioni di emotività negativa dei loro bambini influenza il livello di stress legato al ruolo genitoriale (Valiente et al., 2007). Nelson e collaboratori hanno inoltre evidenziato che lo stress della famiglia è associato al modo in cui i genitori interagiscono col bambino: più stress genitoriale sperimentano, meno supportive sono le reazioni e più usano metodi non supportivi per insegnare al bambino come esprimere i sentimenti (Nelson et al., 2009).

Conclusioni

In varie ricerche sembra essere emersa una maggiore vulnerabilità e stress in genitori di bambini affetti da questi tipi di patologie, rispetto ai genitori di bambini con sviluppo tipico. I genitori di bambini affetti da ognuno di questi disturbi presentano problematiche specifiche, che spesso emergono dalle ricerche, anche se la letteratura sembra essere più vasta su alcuni disturbi rispetto ad altri, in cui sarebbero utili ulteriori approfondimenti. In generali le madri sembrano presentare spesso maggiori livelli di stress e indici psicopatologici. Come sottolineato in letteratura in queste donne è frequente la presenza di stress, depressione ed altri sintomi; assillate dalle preoccupazioni e assorbite dall’organizzazione e gestione della vita del bambino, spesso trascurano se stesse e il proprio rapporto di coppia per concentrarsi soprattutto sulle esigenze del figlio.

Osservare i punti di debolezza nei genitori può essere un punto di partenza per comprendere le problematiche e il vissuto da essi riscontrati, con la speranza di poter prevedere forme di aiuto e sostegno che ne migliorino la qualità di vita.

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