Il teatro si fa portavoce dei vissuti psicologici: diverse problematiche e diversi temi vengono portati in scena. L’elemento comune è il palco che, attraverso il racconto del disagio interiore di chi vive in situazioni più svantaggiate, ha l’intento di far riflettere gli spettatori su quelle realtà che spesso sembrano loro così distanti.
A tal proposito vanno segnalati gli articoli riguardanti due spettacoli teatrali:
- ‘All in’, commedia sul gioco d’azzardo patologico:
Due personaggi, due amici alle prese con la vita di tutti i giorni, due punti di vista e due modi di affrontare la vita. Fin dove è disposto ad arrivare un giocatore d’azzardo, completamente perduto nel turbinio delle scommesse?
Atto unico, di sessanta minuti, fatto di dialoghi taglienti, paradossali e irriverenti.
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- ‘Snow Orchid’, pièce che porta in scena i vissuti delle famiglie italiane emigrate negli Stati Uniti:
Dell’esperienza dell’emigrazione-immigrazione tanto si è detto e scritto ma di quel processo di trasformazione restano tuttora in ombra le conseguenze psicologiche. Eppure il distacco, l’abbandonare ciò che si conosce per l’ignoto, il lasciare le sicurezze per una realtà in cui bisogna reinventarsi e ricostruire una propria identità, è un processo spesso traumatico e comunque denso di implicazioni psicologiche complesse.
Su questo processo apre una finestra uno spettacolo teatrale scritto da Joe Pintauro nel 1982 e riportato ora in scena dalla regista Valentina Fratti: Snow Orchid.
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