RUBRICA CINEMA & PSICOTERAPIA #2
Il Malato Immaginario
Proposte di visione e lettura (Coratti, Lorenzini, Scarinci, Segre, 2012)
Il Malato Immaginario – Cinema & Psicoterapia #2 – Argante è attento alle variazioni fisiologiche del suo organismo alla ricerca della certezza assoluta.
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Il Malato Immaginario è un film di Tonino Cervi, con Ettore Manni, Christian De Sica, Alberto Sordi, Vittorio Caprioli. Italia 1979. Commedia. Tratto dall’omonima commedia di Molière.
TRAMA:
Don Argante, padre di una bella figlia, marito di una donna opportunista e fedifraga e vittima di uno sciame di dottori, nonostante sia sano come un pesce è convinto di essere malato. I medici vanno e vengono in continuazione dalla sua casa. Medicine, pozioni, clisteri sono placebo che rassicurano temporaneamente il ricco signore. Naturalmente la sua malattia lo tiene al ripario dai problemi della vita: I guai cominciano quando Argante promette la figlia in moglie ad un giovane dottore per potersi garantire un gratuito futuro di consulti e ricette. La figlia, però, è segretamente innamorata di Cléante e, con l’aiuto interessato e truffaldino della madre, architetta un piano che spinge il povero Argante in una fitta trama di inganni, equivoci, e finzioni. Sarà la sua fedele serva a salvarlo e a restituirlo ad una vita felice e senza malattie.
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MOTIVI DI INTERESSE
Ipocondriaco sino a rasentare la follia, Argante vive di medici e medicine, spiando ossessivamente in se stesso i sintomi di tutte le possibili malattie.
Il film rappresenta gli elementi del disturbo con modalità espressive che consentono di familiarizzare con la patologia e normalizzarla. Gli ingredienti essenziali sono costituiti da idee disfunzionali su salute, malattia, morte, da eventi attivanti (segni di malattia, conoscenza di nuove malattie, malattia o morte di conoscenti, parenti, amici) e infine dall’interpretazione erronea di sensazioni corporee e pensieri automatici negativi. Argante è attento a tutte le minime variazioni fisiologiche del suo organismo e ai paroloni in “latinorum” dei medici che definiscono malattie improbabili alla ricerca della certezza assoluta che possa escludere il peggio. Naturalmente i controlli devono essere ripetuti anche se esauriscono la loro funzione rassicurante in un batter d’occhio. L’ansia conferma l’idea di essere malato e chiude il circolo vizioso del povero paziente che naturalmente evita di preoccuparsi e di impegnarsi negli affanni della vita, troppo rischiosi per il suo malsano stato di salute.
La descrizione, la chiarificazione e la stimolazione al cambiamento sono proposti con immagini tematiche ironiche, capaci di sdrammatizzare e accelerare la comprensione dei meccanismi della patologia.
Le strane patologie elencate dai dottori, i clisteri che provocano le deflagranti flatulenze del malato immaginario, la realtà farsesca e ironica che circonda Argante possono portare il paziente che visiona il film ad un’evoluzione funzionale del sistema cognitivo in quanto sdrammatizzanti e stimolanti la messa in discussione del processo pseudo diagnostico privo di interpretazioni alternative.
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INDICAZIONI PER L’UTILIZZO:
In fase di restituzione dell’assessment, può facilitare i compiti specifici di questa fase della terapia: chiarificazione, descrizione, motivazione. Può consentire di familiarizzare con la patologia, normalizzarla e soprattutto sdrammatizzarla. Offre un’ottima base di discussione per far sì che il paziente si distanzi criticamente dai contenuti che propone e che ostacolano il miglioramento mantenendo la patologia.
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BIBLIOGRAFIA:
- Coratti, B., Lorenzini, R., Scarinci, A., Segre, A., (2012) Territori dell’incontro. Strumenti psicoterapeutici, Alpes Italia, Roma.