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In cosa consiste la psicologia dell’humblebragging

L’humblebragging è un modo efficace per mascherare un vanto attraverso una lamentela, ma spesso suscita fastidio nell'interlocutore

Di Lucia Salatini

Pubblicato il 22 Mar. 2024

Che cos’è l’Humblebragging e perché viene utilizzato così spesso

Che odio quando parti per le Maldive ma la tua valigia deve ancora arrivare in aeroporto! 

Che fastidio quando il Prof. ti dice “Non posso metterle la lode, nonostante sia stato lo studente migliore di tutto il corso!” 

Uffa! Ho una scarpiera piccolissima! Non so più dove mettere l’ennesimo paio di Louboutin che mi ha regalato il mio fidanzato! 

L’humblebragging è definito come una specifica tipologia di vanteria che permette alla persona interessata di raccontare i propri successi senza dover necessariamente provare vergogna e sensi di colpa. In altre parole, è un modo efficace per mascherare un vanto attraverso una lamentela. Che riguardi l’immagine corporea, la disponibilità economica o la fama, l’utilizzo del humblebragging sta aumentando a dismisura attraverso l’utilizzo dei social media. Un tempo veniva unicamente messo in pratica durante incontri formali o le uscite con gli amici, adesso invece le procedure sono infinitamente più immediate (pensiamo ad un post o ad una storia di Instagram) e di conseguenza il risultato è amplificato (Plata, 2018).

Secondo uno studio condotto da Ovul Sezer (Sezer et al., 2018) e recentemente pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology, l’humblebragging non ha effettivamente dei riscontri del tutto positivi, facendo percepire nelle interazioni un atteggiamento non completamente sincero. Infatti, seppure sia una modalità per farsi vanto in maniera velata dei propri risultati, con l’intento di non sembrare eccessivamente vanitosi o egocentrici, in realtà, si è scoperto che le persone reagiscono molto meglio di fronte ad un vanto schietto e sincero piuttosto che al vanto mediato da una lamentela.

Perché l’humblebragging?

Secondo lo studioso e pioniere nella ricerca sulla vergogna e sulla resilienza Brené Brown (Brown et al., 2011), l’humblebragging funge da protezione alla vergogna: ci si vanta velatamente nel tentativo di evitare che la sensazione spiacevole della vergogna prevalga su di noi. Quindi, l’humblebragging viene utilizzato per mascherare il vanto attraverso una “falsa umiltà”, in quanto in alcuni contesti possiamo aver imparato a nascondere i nostri successi. 

Secondo lo studio di Ovul Sezer (Sezer et al., 2018) le persone si vantano nel tentativo di impressionare gli altri e fare in modo che essi le vedano in una luce positiva. Il vanto servirebbe quindi come tattica per migliorare la propria auto-presentazione e di conseguenza aumentare il rispetto e la stima delle altre persone nei propri confronti.
I risultati di questo studio hanno dimostrato non solo che le persone tendono a percepire l’humblebragging come poco sincero, come appunto già anticipato, ma lo ritengono anche meno efficace nell’ottenere l’ammirazione degli altri rispetto al semplice vanto. Lo studio dimostra quindi che chi mette in pratica l’humblebragging ha l’obiettivo di conquistare il rispetto e l’ammirazione delle altre persone, senza però rendersi conto di suscitare nella stragrande maggioranza di loro l’effetto opposto.

Perchè l’humblebragging genera così tanto fastidio?

Il fastidio che spesso sperimentano le persone quando hanno a che fare con un interlocutore che mette in pratica l’humblebragging, dipende dalla storia personale dell’interlocutore: disturba tutto ciò che richiama a un argomento delicato o doloroso vissuto in passato o attuale. Il modo migliore per distaccarsi dai sentimenti negativi che il vanto altrui può generare in noi è quello di riconoscere i propri fattori scatenanti emotivi, quindi, in altre parole, accrescere la propria consapevolezza a proposito delle proprie fragilità e degli argomenti che creano disagio in quanto collegati alla propria storia di vita. Infine, riuscire ad entrare in empatia con le altre persone e con le loro fragilità permette di avere maggiore rispetto e compassione nei confronti delle difficoltà che a loro volta queste persone stanno affrontando, permettendo di distaccarsi dal senso di rabbia e fastidio generato dall’humblebragging (Plata, 2018).

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