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Bugie (2023) di Sam Harris – Recensione del libro

Il libro "Bugie" vuole mostrare che le menzogne, di qualsiasi tipo, portano a danneggiare in maniera inutile e inevitabile i rapporti e la fiducia

Di Annalisa Balestrieri

Pubblicato il 19 Mar. 2024

È sempre sbagliato mentire?

Cosa ne pensiamo delle bugie? In linea generale le condanniamo: mentire è sbagliato. Ma ci concediamo anche delle eccezioni, più o meno frequenti, che giustifichiamo dicendo a noi stessi di averlo fatto per una buona causa. Non volevamo ferire od offendere qualcuno, non volevamo risultare scortesi, cercavamo di evitare un giudizio negativo sul nostro operato… ma questo ci giustifica?

Essere radicalmente onesti non è solo più giusto, ma anche più vantaggioso. (Sam Harris).

Sam Harris è un filosofo, saggista e neuroscienziato statunitense che affronta il tema nel suo libro “Bugie”. Lo spunto arriva all’allora studente Sam, durante un seminario dal titolo “L’analista etico” tenuto dal professor Ronald Howard all’Università di Stanford.

Il punto di partenza è che la menzogna è la via maestra per vivere nel caos e causarci complicazioni difficili da gestire che generano un impatto negativo sulla nostra vita.

Torniamo al punto di partenza: sappiamo che mentire è sbagliato ma riteniamo anche che in alcune situazioni sia tollerabile se non addirittura auspicabile. Ma questo libro vuole dimostrare che le menzogne, di qualsiasi tipo, portano a danneggiare in maniera inutile e inevitabile i rapporti personali e la fiducia reciproca.

Mentire è il rifiuto di collaborare con gli altri, il rifiuto di capire e di farsi capire, significa sottrarsi alle relazioni.

Senza contare che mentire a qualcuno in presenza di altri che sono a conoscenza della nostra menzogna mina inevitabilmente la nostra credibilità: chi ci ascolta mentire sa che quando ci tornerà comodo mentiremo. Mentiremo anche a lui.

Due tipi di trasgressioni etiche

Quando trasgrediamo, lo facciamo in due modi:

  • facciamo cosa cattive (atti di commissione)
  • non facciamo cose buone (atti di omissione)

La differenza tra le due sta essenzialmente nel valore che diamo all’energia e all’intenzione di chi le mette in atto. L’esempio che fa l’autore è la differenza tra chi mette le mani nel registratore di cassa e sottrae 100 dollari e chi omette di restituire 100 dollari ricevuti per errore; solo nel primo caso riteniamo ci sia uno sforzo deliberato per rubare mentre trattiamo il secondo caso con maggiore indulgenza.

Differenza tra inganno e bugia

Un inganno e una bugia non sono esattamente la stessa cosa, anche se il confine risulta spesso labile. Non sempre un inganno è anche una bugia e viceversa.

L’autore fa l’esempio di una donna che si trucca per apparire più giovane, possiamo dire che stia ingannando chi la guarda ma non che stia mentendo. Anche le omissioni possono essere una forma di inganno ma evitare la verità senza fabbricare deliberatamente una menzogna non può essere considerata una vera e propria bugia.

Mentire è ingannare intenzionalmente qualcuno che si aspetterebbe da noi una comunicazione sincera. Lo scopo della bugia è creare in chi ci ascolta una convinzione non vera. La premessa è che crediamo una cosa ma abbiamo l’intenzione di comunicarne un’altra.

A volte può accadere che siamo sinceri ma ci sbagliamo, perché delle convinzioni errate ci portano a dire cose non vere. In questo caso siamo scusati in quanto l’intenzione di essere sinceri è il metro con cui si giudica la sincerità stessa. Se non c’è intenzione di mentire non c’è bugia.

Le “bugie bianche”

Perché mentiamo? Abbiamo detto che spesso le nostre finalità non sono cattive e abbiamo la convinzione di non fare alcun male. Dire a un’amica che il suo nuovo abito non le sta affatto bene può sembrarci una cortesia, così come non dire a un amico che sogna di diventare cantante che lo troviamo terribilmente stonato.

Purtroppo spesso non è così. Se mentiamo a un amico con l’intenzione di non ferirlo facendogli notare che sta sbagliando, lo priviamo di informazioni che potrebbero essergli utili per migliorarsi: limitarci ad assecondarlo non è segno di amicizia. Quando una critica che ci viene rivolta è valida, non può che essere di aiuto per trovare il nostro posto nel mondo.

Forse alla base delle nostre bugie c’è una forma di disinteresse verso l’altro, il fatto che non ci importa veramente degli eventuali fallimenti a cui il nostro comportamento può contribuire ad esporre i destinatari delle nostre menzogne.

Essere sinceri semplifica la vita

Chi mente erige un confine tra quella che ritiene essere la verità e quello che gli altri percepiscono di lui, le bugie sono faticose da gestire, implicano una preparazione e la necessità di tenere traccia di quello che abbiamo detto per non cadere in contraddizione ed essere smascherati. Ogni bugia finisce per generare altre bugie che la proteggano dall’inevitabile collisione con la verità.

Inoltre, chi mente è portato a diffidare degli altri perché si aspetta che il suo comportamento sia corrisposto allo stesso modo e quindi che anche gli altri mentano o mentiranno a lui.

Appendici del libro “Bugie”

Il libro si conclude con due appendici. La prima è un dialogo, domande e risposte tra l’autore e il professore che ha tenuto il seminario che abbiamo citato. Vengono affrontati casi limite per dimostrare come la verità possa essere benefica anche nelle circostanze che consideriamo più difficili da affrontare e gestire.

La seconda riporta una serie di domande fatte all’autore, con la relativa risposta, sempre nell’ottica di evidenziare come la verità si riveli essere, anche a lungo termine, sempre la scelta migliore.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Harris, S. (2023). Bugie. (Traduttore Sara Puggioni). Milano: ROI Edizioni.
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