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L’utilizzo dei farmaci nella psicosi post-partum

Una recente review ha indagato come la psicosi post-partum possa colpire le neo mamme e come la terapia farmacologica possa essere d'aiuto in certi casi. 

Di Chiara Ajelli

Pubblicato il 07 Ott. 2016

Secondo una recente review della Northwestern Medicine sulle donne in gravidanza che soffrono di Disturbo Bipolare, le loro famiglie ed i medici dovrebbero essere a conoscenza del fatto che esiste un rischio significativamente elevato di sviluppare psicosi post-partum.

 

In accordo con la Northwestern Medicine, la Stanford University e l’Erasmus Medical Center in Olanda nella review viene evidenziato come la maggior parte delle psicosi post-partum derivino quasi sempre dalla presenza di un Disturbo Bipolare, ma purtroppo a tal proposito vi è una forte assenza di materiale di ricerca, dovuta in particolar modo alla mancata disponibilità di campioni da testare.

 

Psicosi post-partum e litio: effetti sull’allattamento

Oltre alla scarsa divulgazione di informazioni ad aggravare il problema vi è il fatto che i medici sono restii a prescrivere il Litio alle madri che allattano, in quanto vi è il timore che il farmaco possa avere un impatto negativo sul bambino.

Tuttavia, in uno studio che ha osservato madri trattate con Litio e i loro bambini allattati al seno è stato osservato che in realtà questi ultimi non subivano effetti negativi di alcun genere. Di fondamentale importanza sarebbe approfondire tale questione, in quanto il Litio è uno dei farmaci più efficaci e ad azione rapida per il trattamento della psicosi post-partum.

Secondo la review una diagnosi tempestiva affiancata alla consapevolezza che la psicosi post-partum sia curabile può impedire che si sfoci nella tragedia. Purtroppo l’interesse e l’adeguata informazione di tale patologia riguarda solo 1 o 2 madri su 1000. Se affianchiamo questo dato alla mancanza di ricerca, spesso effettuare una diagnosi risulta veramente molto difficile.

Il senso comune della gente porta spesso a pensare che quando una donna è incinta non è autorizzata ad avere autonomia sul proprio corpo, in quanto quello che succede alla madre succede anche al feto. Ma in realtà avere una mamma mentalmente sana è di fondamentale importanza per il corretto sviluppo del bambino – ha dichiarato Wisner – Là dove queste errate credenze vengono a mancare e alle donne è stata data la possibilità di prescrivere il Litio, sono state riscontrate buone risposte al trattamento.

 

Differenza tra psicosi post-partum e depressione post-partum

È importante che la psicosi post-partum non venga confusa con la depressione post-partum. Le donne che soffrono di depressione post-partum presentano sintomi che possono includere la stanchezza, l’ansia e pensieri ossessivi che spesso riguardano il timore di mettere in pericolo il proprio figlio (ad es. E se affogo il bambino nella vasca da bagno?). La differenza fondamentale è che in questo caso siamo in assenza di sintomi come allucinazioni e deliri che sono invece caratteristici della psicosi. Un’insorgenza di psicosi post-partum acuta è molto grave, in quanto le donne si trovano improvvisamente in uno stato disorganizzato e confuso, quasi come fossero in una sorta di delirio. Alcune pazienti presentano illusioni riguardanti una forza oscura o esterna che le porta a voler danneggiare il loro bambino.

 

Il ruolo dei medici

Un altro dato importante che è emerso riguarda il ruolo dei medici, i quali dovrebbero distinguere i trattamenti in base a due tipi di donne che sviluppano la psicosi post-partum: coloro che presentano episodi solo dopo il parto e coloro che hanno alterazioni dell’umore croniche sia durante che dopo la gravidanza.

Per le donne che sviluppano episodi solo dopo il parto Wesner sostiene l’importanza di fornire immediatamente il farmaco per impedire il formarsi di una psicosi grave. Alle donne che invece soffrono di Disturbo Bipolare cronico è necessario prescrivere il farmaco durante la gravidanza, è però fondamentale che il medico effettui continui controlli e che ne regoli i dosaggi di frequente per regolare i cambiamenti metabolici.

Infine la review richiama l’attenzione sulla mancata esistenza di servizi sanitari che prevedono la cura congiunta della madre e del bambino negli ospedali psichiatrici negli Stati Uniti. Negli ospedali di altri paesi esiste un’unità di ammissione comune in cui vengono ammesse sia le madri che i bambini, dove inoltre gli altri componenti della famiglia possono fare visita. Negli Stati Uniti, invece, le madri vengono ricoverate in un ospedale psichiatrico, dove non è consentita la visita dei bambini, rendendo così impossibile l’allattamento e non fornendo a queste donne la possibilità di prendersi cura del proprio figlio durante il periodo di recupero.

 

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