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Le emozioni complesse: la Vergogna – Introduzione alla Psicologia Nr. 06

La vergogna è un'emozione complessa e multiforme, che provoca dolore, legata alla percezione di sè e definita anche un'emozione dell'autoconsapevolezza...

Di Francesca Fiore

Pubblicato il 11 Mar. 2015

Aggiornato il 22 Mar. 2016 13:28

Sigmund Freud University - Milano - LOGO  INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA (06)

 

 

Definita l’ emozione dell’autoconsapevolezza, la vergogna si presenta come un senso sgradevole di nudità, di trasparenza. Quando si prova vergogna si ha la percezione di essere stati scoperti e di conseguenza si vorrebbe diventare invisibili, sparendo per sempre dagli sguardi altrui.

 

La vergogna è la prima emozione secondaria di cui ci occuperemo. Si tratta di una emozione complessa, più strutturata rispetto alle altre, ed è correlata alla percezione che si ha di se stessi. Per tali ragioni è stata definita l’ emozione dell’autoconsapevolezza. La vergogna si presenta come un senso sgradevole di nudità, di trasparenza. Quando si prova vergogna si ha la percezione di essere stati scoperti e di conseguenza si vorrebbe diventare invisibili, sparendo per sempre dagli sguardi altrui.

Perché ci vergogniamo? Ci vergogniamo per qualcosa che si è commesso o per quello che si è, per quello che si ha o non si ha, per i propri pensieri, le proprie emozioni, il proprio corpo, ecc.

La vergogna è un’emozione che riguarda il passato, il presente e il futuro. In ogni caso, è un’emozione di forte intensità che determina dolore anche molto profondo.

Quando si prova questa emozione, il pensiero è quello di sentirsi inferiori, profondamente giudicati e diversi da come si vorrebbe essere.

Inoltre, se presente una bassa stima di se stessi, la vergogna provoca un definitivo crollo della propria persona e per questo diventa una vera e propria minaccia all’identità personale.

La persona che si vergogna si percepisce confusa, disorientata e dedita alla fuga da una situazione ormai diventata scomoda, perché piena di persone giudicanti . Quindi, il disagio che ne consegue è molto intenso e crea anche un blocco nella comunicazione.

In situazioni di vergogna il primo comportamento attuabile è distogliere lo sguardo dall’altro, poi si ripiega la postura, si volta il viso, che in genere potrebbe arrossire, ci si nasconde poiché la tendenza è di voler diventare invisibile. Tutti questi atteggiamenti confermano di non essere riusciti a raggiungere determinati standard di prestazione, o anche norme e valori, ritenuti indispensabili per avere una buona considerazione di se stessi.

Alla vergogna si reagisce in un duplice modo: arrabbiandosi o isolandosi. L’emozione, dunque, che ne deriva dipenderà dal tipo di carattere della persona e dalla cultura di provenienza da cui derivano determinate regole o norme.

Alcuni al cospetto della vergogna tendono a far finta di nulla o provano imbarazzo,altri, invece, affrontano la situazione fornendo supporto alla persona in difficoltà, rassicurandola, mentre altri ancora reagiscono con lo scherno o il riso.

Si possono distinguere molti tipi di vergogna:

  • del fare, in cui l’oggetto è l’agito e per questo è molto meno invasiva;
  • dell’essere, molto più profonda e dolorosa, riguarda l’essenza della persona, la sua identità;
  • da svelamento o smascheramento, in cui la persona si trova ad affrontare una situazione contro la sua volontà.
  • per le lodi, che si assume non siano meritate o a causa di qualche senso di colpa.
  • ricorsiva, legata al circolo vizioso della vergogna stessa, quando ci si vergogna di vergognarsi;
  • transitiva, quando per colpa del proprio comportamento si genera vergogna in un’altra persona
  • transpersonale, quando ci si vergogna della propria famiglia, istituzione, nazione, o nel gruppo nel quale ci si identifica;
  • contagiosa, quando ci si vergogna di fronte all’improvviso vergognarsi di qualcuno.

La vergogna, però, non va confusa con il pudore che nasce dalla volontà di non volersi mostrare allo sguardo altrui. È una forma di protezione psicologica atta a difendere lo spazio peripersonale, verso il quale non necessariamente si provano sensi di inadeguatezza.

Chi ha pudore non sempre ha vergogna nel mostrarsi, ma semplicemente è una persona che non ama mostrarsi, esibirsi davanti ad altri.

 

RUBRICA: INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Battacchi M.W. (2000). Le emozioni, in Dazzi N., Vetrone G. (a cura di), Psicologia, Roma, Carocci
  • Battacchi M.W.(2002).  Vergogna e senso di colpa. In psicologia e nella letteratura, Milano, Raffaello Cortina
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  • Wurmser L. (1981). The mask of shame, Baltimore-London, Johns Hopkins University Press. Tr. It. parziale della 1° ed. (1981), in Levin S., Wurmser L. (a cura di), La vergogna (1996). Torino, Bollati Boringhieri
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