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Le diverse tipologie di evitamento

L'evitamento è definito come una strategia che implica la messa in atto di comportamenti atti a sottrarsi a persone, situazioni e/o eventi temuti

Di Taslima Grossi

Pubblicato il 24 Mag. 2023

In psicologia, il concetto di evitamento è definito come una strategia volta a sottrarsi a persone, situazioni, eventi, pensieri temuti.

 

 L’evitamento è considerato una strategia adattiva, ovvero utile a uno scopo in una determinata situazione, se messo in atto in situazioni di reale pericolo o minaccia.

Tuttavia, la messa in atto sistematica di questa strategia può diventare una vera e propria forma di difesa, che ha lo scopo di proteggere l’individuo da una situazione/persona che causa disagio considerato intollerabile.

Definizione del concetto di evitamento

In psicologia, il concetto di evitamento è definito come una strategia comportamentale, che implica la messa in atto di comportamenti atti a sottrarsi a persone, situazioni e/o eventi temuti. È importante sottolineare che l’evitamento può riguardare situazioni esterne, ma anche stati interni come pensieri, emozioni e sensazioni. Questi contesti sono generalmente evitati a causa delle emozioni negative che suscitano nella persona.

L’evitamento come strategia adattiva

L’evitamento è considerato una strategia adattiva, ovvero utile a uno scopo in una determinata situazione, se messo in atto in situazioni di reale pericolo o minaccia (Sassaroli et al., 2006). Per esempio, evitare di camminare di notte su strade prive di illuminazione è un comportamento protettivo adeguato alla situazione, e dunque adattivo poichè volto a garantire la sopravvivenza. Infatti, l’evitamento è una strategia comune, usata in maniera molto diffusa proprio per la sua funzionalità.

L’evitamento come strategia disfunzionale

Tuttavia, la messa in atto sistematica di questa strategia può diventare una vera e propria forma di difesa, che ha lo scopo di proteggere l’individuo da una situazione/persona che causa disagio considerato intollerabile. Infatti, l’evitamento diventa una strategia disfunzionale quando viene applicato in maniera rigida e generalizzata a molti contesti di vita, impedendo all’individuo di esplorare adeguatamente l’ambiente (Sassaroli et al., 2006). In molti casi, si innesca un circolo vizioso: più si teme una situazione, più la si evita, più si perde fiducia nelle proprie capacità, più viene rinforzata l’idea di non essere in grado di svolgere un compito o affrontare una situazione.

I tipi di evitamento

Sono stati teorizzati vari tipi di evitamento, riferiti a diversi contesti.

  • Evitamento cognitivo: messa in atto di strategie cognitive che hanno lo scopo di evitare, procrastinare o nascondere pensieri temuti (Dickson et al., 2012).
  • Evitamento situazionale: evitamento attivo di contesti o, appunto, situazioni che richiamano o riguardano situazioni temute (Davis & Conlon, 2017). Per esempio: un bambino che subisce bullismo a scuola tenderà a temere il contesto scolastico proprio perché considerato pericoloso. A livello psicopatologico, le fobie sono l’emblema dell’evitamento situazionale, proprio perché implicano l’evitamento di situazioni, persone, animali o oggetti che causano eccessiva ansia, paura o disagio.
  • Evitamento comportamentale: non voler ingaggiarsi in un determinata azione (Uzun et al., 2020). Per esempio: la procrastinazione è l’atto di rimandare un’attività il più a lungo possibile, non adempiendo ai propri obblighi per ansia e paura.
  • Evitamento aggressivo: proiettare le proprie emozioni spiacevoli su altre persone, al posto di affrontare i problemi alla base delle proprie paure (Lyons-Ruth, 1996). Per esempio: usare un linguaggio aggressivo con una persona a cui si è legati nel momento in cui si sperimentano difficoltà o situazioni stressanti in un altro ambito di vita.
  • Evitamento emotivo: messa in atto di comportamenti compulsivi o dannosi per evitare il disagio emotivo (Kahn & Garrison, 2009). Per esempio: le dipendenze (internet, sostanze) o i disturbi alimentari sono comportamenti di evitamento emotivo messi in atto per non rimanere nel disagio provato a causa di una situazione stressante.

Come si affronta l’evitamento in psicoterapia

 In psicoterapia, una tecnica molto diffusa ed efficace per trattare l’evitamento è l’esposizione: questa strategia prevede che l’individuo affronti le situazioni, eventi o persone che teme, con l’aiuto del terapeuta, così da disincentivare la messa in atto di comportamenti protettivi e la progressiva desensibilizzazione a stimoli temuti.

Sul piano pratico, vengono fissati con il paziente step graduali per fronteggiare l’evento o la situazione temuti, andando progressivamente da quello meno ansiogeno al più spaventoso, in modo da affrontare le paure temute in diversi contesti.

Questa tecnica è riconducibile alla terapia cognitivo-comportamentale, ma viene comunemente utilizzata in svariate forme di psicoterapia, nel trattamento dei disturbi d’ansia, ma anche dei disturbi dell’alimentazione e del disturbo da stress post traumatico.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Davis, J. J., & Conlon, E. G. (2017). Identifying compensatory driving behavior among older adults using the situational avoidance questionnaire. Journal of safety research, 63, 47-55.
  • Dickson, K. S., Ciesla, J. A., & Reilly, L. C. (2012). Rumination, worry, cognitive avoidance, and behavioral avoidance: Examination of temporal effects. Behavior therapy, 43(3), 629-640.
  • Kahn, J. H., & Garrison, A. M. (2009). Emotional self-disclosure and emotional avoidance: Relations with symptoms of depression and anxiety. Journal of counseling psychology, 56(4), 573.
  • Lyons-Ruth, K. (1996). Attachment relationships among children with aggressive behavior problems: the role of disorganized early attachment patterns. Journal of consulting and clinical psychology, 64(1), 64.
  • Sassaroli, S., Lorenzini, R., & Ruggiero, G. M. (a cura di), Psicoterapia cognitiva dell’ansia. Rimuginio, controllo ed evitamento. Raffaello Cortina Editore, Milano, 2006.
  • Uzun, B., LeBlanc, S., & Ferrari, J. R. (2020). Relationship between academic procrastination and self-control: the mediational role of self-esteem. College Student Journal, 54(3), 309-316. Available here.
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