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Intervista a Bruno Bara sul XVI Congresso Nazionale SITCC

Direttamente dal XVI Congresso Nazionale SITCC, State of Mind intervista in esclusiva Bruno Bara.

Di Valentina Davi

Pubblicato il 11 Ott. 2012

 

 

SITCC 2012 Roma - Reportage dal Congresso Annuale della Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo-ComportamentaleDirettamente dal XVI Congresso Nazionale SITCC, State of Mind intervista in esclusiva Bruno Bara.

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State of Mind: All’inaugurazione di questo XVI Congresso Nazionale si è parlato molto delle differenti correnti all’interno della SITCC. Secondo Lei sono un punto di forza o di debolezza per la Società?

Bara: Io sono tra quelli che sostengono che la forza della SITCC sta proprio nel fatto che noi abbiamo tutte queste diverse anime, questi diversi modi di fare terapia che sono sempre stati la nostra ricchezza. Mi sembra che tutte quante poi si riportino al principio base di cercare, almeno in linea di principio, un’evidenza empirica che supporti qualunque dichiarazione astratta e penso che siano tutte preziose. La forza nostra è sicuramente stata quella di aver resistito alla tentazione di fare microsocietà. 

 

State of Mind: Qual è lo stato attuale della ricerca, in Italia, per quanto riguarda le correnti costruttiviste?

SITCC 2012 Roma - Reportage dal Congresso Annuale della Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale
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Bara: In Italia è difficile portare avanti  grandi exploit innovativi. Nel mondo invece, per esempio nella scienza cognitiva – che è ciò di cui mi occupo (mi occupo essenzialmente di mente e  cervello impegnati nella comunicazione) – nell’ambito costruttivista ci sono due grandi  filoni che si dividono il campo: quelli che studiano fenomeni oggettivabili (tipo registrazioni, testi scritti e simili) e quelli che studiano tutte le situazioni ecologiche di interazione umana. Tendenzialmente tutto l’approccio che lavora sull’ecologia usa uno stile, una modalità, un’epistemologia più legata al costruttivismo e da lì discendono tutta una serie di lavori che si applicano indirettamente anche alla clinica, perchè l’interazione tra le persone copre anche l’empatia, l’aspetto emotivo, etc.

Quindi in generale l’approccio costruttivista nel mondo rappresenta oggi, nell’ambito delle cose di cui mi occupo io, cioè la comunicazione normale e patologica, un buon 50% del lavoro. In Italia che ci occupiamo di queste cose in termini scientifici saremo una ventina di persone. 

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State of Mind: cosa ne pensa del Congresso? Come sta andando?

Bara: per me i Congressi SITCC sono un’occasione per vedere persone, i miei colleghi, i giovani che magari presentano…quindi non sono un buon testimone, sono affettivamente sbilanciato, mi diverto sempre tantissimo. Non è come quando vado ad un convegno all’estero, non assumo un atteggiamento critico. Certo si imparano cose nuove, ma più che l’aspetto culturale per me è forte questo aspetto di piacere.

 

State of Mind: qual è l’aspetto più interessante  dal punto di vista dei contenuti, che è emerso finora in questo Congresso?

Bara: per me è l’EMDR, il modo in cui i teorici dell’EMDR spiegano il processo e la correlazione tra questo fenomeno molto preciso, molto specifico, la tecnica che da questo deriva e l’ulteriore allargamento alla terapia. Ecco, io quell’ora lì [di sessione] l’avrei fatta diventare un’intera mattinata sull’argomento; sarebbe stato secondo me molto interessante. 

 

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Valentina Davi
Valentina Davi

Coordinatrice di redazione di State of Mind

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