Che cosa è il rimpianto
Il rimpianto è definito come un’emozione di auto-biasimo, basata sul confronto e sperimentata quando le persone realizzano o immaginano che la loro situazione attuale sarebbe stata migliore se avessero deciso diversamente in passato (Zeelenberg & Pieters, 2007, p.4). La definizione del rimpianto trae origine dagli studi di economia, condotti negli anni ‘80 sul tema delle decisioni razionali. Secondo tali studi, il rimpianto rappresenta il risultato negativo derivante dal confronto tra le conseguenze dell’alternativa scelta e le conseguenze delle opzioni non scelte (Matarazzo et al., 2021). La psicologia ha ampliato questa concezione, evidenziando la natura controfattuale del rimpianto: alla base del rimpianto, infatti, vi è un risultato immaginato o idealizzato che non si è mai verificato (Roese, 1999; van Dijk & Zeelenberg, 2005).
Caratteristiche del rimpianto
Secondo Kathryn Schulz (2011), il rimpianto comprende due componenti principali: l’immaginazione (la visione e la fantasia di un risultato/evento desiderato) e l’auto-agentività (la convinzione che quella idea o fantasia si sarebbe realizzata se si fosse agito in modo più vantaggioso). Secondo altre teorie, il senso di responsabilità personale costituirebbe un ulteriore componente importante nel determinare l’esperienza cognitiva ed emotiva tipica del rimpianto: auto-biasimo per una cattiva decisione presa e desiderio di annullare tale decisione (Matarazzo et al., 2021).
Il rimpianto sembra avere una fondamentale funzione di apprendimento: aiuta gli individui a imparare dai propri errori, “allenandoli” a riconoscere le opportunità da cogliere e orientando le scelte future verso opzioni più vantaggiose e appaganti. In altri termini, il rimpianto potrebbe facilitare l’identificazione e la messa in atto di comportamenti che impediscano di ripetere lo stesso errore (Beike et al., 2009). Questa funzione differenzia il rimpianto da altre emozioni negative legate al processo decisionale, come la delusione.
Il rimpianto implica il riconoscimento cognitivo ed emotivo che un evento/un risultato desiderabile non ha avuto luogo; questo a causa di un’azione intrapresa (ad esempio, un errore, un passo falso o una scelta sbagliata) o, al contrario, un’azione non intrapresa, la cosiddetta inazione, tipicamente il non aver colto un’opportunità quando questa si era presentata (Davidai & Gilovich, 2018).
Inoltre, più un risultato indesiderato persevera nella memoria dell’individuo, più il rimpianto sarà intenso (Kruger et al., 2005; Savitsky et al., 1997). Sperimentare il rimpianto può motivare ad agire per porre rimedio al risultato negativo. Per esempio, i consumatori che si pentono di aver fatto acquisti insoddisfacenti hanno maggiori probabilità di cambiare fornitore. Da questo punto di vista, dunque, il rimpianto rappresenta una sorta di cognizione calda che evidenzia le opportunità di cambiamento (Beike et al., 2009).
Rimpianti a lungo e breve termine
Secondo una ricerca della Cornell University, nel breve termine, le persone tendono ad avere rimpianti per le azioni intraprese, ma nel lungo termine, i rimpianti più duraturi riguardano le inazioni, ciò che non si è fatto. Non aver messo a frutto un talento personale, non aver risparmiato abbastanza per acquistare la casa dei sogni, non aver fatto carriera a lavoro, non aver inseguito un amore sono alcuni esempi (Davidai & Gilovich, 2018).
Per Leahy il rimpianto è un’emozione pervasiva su cui le persone possono rimuginare, a volte anche per anni. Il rimpianto può essere produttivo, se adattivo e funzionale alla capacità di apprendere dai propri errori; può anche essere improduttivo, se destinato non all’auto-correzione, ma all’autocritica e all’autodisprezzo (Leahy, 2024).
Quello che rimpiangiamo di più: cause del rimpianto
In una metanalisi del 2005, Roese e Summerville hanno stilato un elenco dei sei più grandi rimpianti nella popolazione statunitense. Al primo posto vi è l’istruzione con, a seguire, la carriera, le relazioni sentimentali, la genitorialità, il miglioramento personale e il tempo libero. Perché l’istruzione appare il rimpianto numero uno degli americani? Per gli autori, la risposta risiederebbe nel principio secondo cui l’opportunità genera rimpianto: un’opportunità rappresenta una possibilità di cambiamento futuro e di realizzazione personale. Più è tangibile l’opportunità di cambiamento, crescita e miglioramento, più grande è il rimpianto se l’opportunità non viene colta o è rovinata. Ecco perché l’istruzione (o la sua mancanza) tende a essere il più grande rimpianto degli individui: si può sempre tornare tra i banchi di scuola, con un’ampia offerta di servizi didattici virtuali o in presenza, adatti a ogni tipo di “tasca”. In altri termini, a fronte dell’ampia gamma di opportunità per studiare, se non studi, è probabile che te ne pentirai.
Altri autori suggeriscono che non sono le opportunità future a suscitare maggiori rimpianti, ma quelle perse. Un’opportunità persa è definita come un risultato negativo che avrebbe potuto essere evitato o prevenuto al momento in cui si è verificato, ma che non può più essere risolto nel momento presente (Beike et al., 2009). Potevano essere fatte azioni migliori nel passato (Avrei potuto … Avrei dovuto …), tuttavia man mano che le finestre di opportunità future si chiudono, i sentimenti di disperazione e il rimpianto possono essere amplificati.
Il rimpianto sembra essere associato, inoltre, alla consapevolezza di aver deciso in modo avventato e superficiale. Al contrario, diminuisce o addirittura svanisce se riteniamo che la nostra decisione sia stata accurata e attenta, nonostante l’esito negativo della scelta (Towers et al., 2016; Verbruggen & De Vos, 2020). Anche una scelta forzata può essere una fonte rilevante di rimpianto (ad esempio, non essermi trasferito per accudire i genitori anziani). Indipendentemente dalle conseguenze positive o negative associate a tale scelta, il non decidere liberamente può aumentare il rimpianto (Matarazzo et al., 2021).
Lenire il rimpianto
Come si può affrontare il rimpianto? Secondo Greenberg (2012), possiamo accogliere gli aspetti funzionali del rimpianto (ad esempio, il rimpianto può segnalare che le nostre azioni hanno avuto conseguenze negative). Se non si può cambiare una situazione, possiamo tuttavia accettarla e lasciar andare rammarico e sensi di colpa, perdonando noi stessi. E’ importante anche considerare le circostanze che possono aver reso più difficile fare una buona scelta (es. eccessiva responsabilità, ulteriori fonti di stress, limitato tempo per decidere). Infine, consideriamo che tutti possono commettere errori: il rimpianto può costituire un’opportunità per imparare lezioni importanti su noi stessi, come i nostri valori e le nostre vulnerabilità. Il rimpianto per il passato può essere utilizzato per comprendere come prenderci meglio cura di noi stessi in futuro.
- Beike, D. R., Markman, K. D., & Karadogan, F. (2009). What we regret most are lost opportunities: A theory of regret intensity. Personality and Social Psychology Bulletin, 35(3), 385–397.
- Davidai, S., & Gilovich, T. (2018). The ideal road not taken: The self-discrepancies involved in people’s most enduring regrets. Emotion, 18(3), 439–452.
- Greenberg, M. (2012). The Psychology of Regret. Should we really aim to live our lives with no regrets? Psychology Today
- Kruger, J. & Wirtz, D. & Miller, D. (2005). Counterfactual Thinking and the First Instinct Fallacy. Journal of personality and social psychology. 88. 725-35.
- Leahy, R. (2024). Speaking of Psychology: How to learn from regret, with Robert Leahy, PhD. American Psychological Association
- Matarazzo, O., Abbamonte, L., Greco, C., Pizzini, B., Nigro, G. (2021). Regret and Other Emotions Related to Decision-Making: Antecedents, Appraisals, and Phenomenological Aspects. Frontiers in Psychology, 12.
- Roese, N. J. (1999). Counterfactual thinking and decision making. Psychon. Bull. Rev. 6, 570–578.
- Roese NJ, Summerville A. (2005). What we regret most… and why. Pers Soc Psychol Bull.;31(9):1273-85. doi: 10.1177/0146167205274693.
- Savitsky, K. & Medvec, V. & Gilovich, T. (1997). Remembering and Regretting: The Zeigarnik Effect and the Cognitive Availability of Regrettable Actions and Inactions. Personality and Social Psychology Bulletin. 23. 248-257.
- Schulz, K. (2011). Being Wrong: Adventures in the Margin of Error. Paperback
- Towers, A., Williams, M. N., Hill, S. R., Philipp, M. C., and Flett, R. (2016). What makes for the most intense regrets? Comparing the effects of several theoretical predictors of regret intensity. Front. Psychol. 7:1941.
- van Dijk, E., and Zeelenberg, M. (2005). On the psychology of ‘if only’: regret and the comparison between factual and counterfactual outcomes. Organ. Behav. Hum. Decis. Process. 97, 152–160.
- Verbruggen, M., and De Vos, A. (2020). When people don’t realize their career desires: toward a theory of career inaction. Acad. Manag. 45, 376–394.
- Zeelenberg, M. & Pieters, R. (2007). A theory of regret regulation 1.0. Journal of Consumer Psychology. 17. 3-18. 10.1207/s15327663jcp1701_3.