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Esaurimento nervoso

Il termine Esaurimento Nervoso definisce la sperimentazione di stress intenso e una serie di manifestazioni riconducibili a sintomi depressivi e/o ansiosi

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Cos’è l’Esaurimento Nervoso

Il termine esaurimento nervoso, noto anche con il termine inglese, nervous breakdown, è un’espressione spesso utilizzata per definire la sperimentazione di stress intenso e una serie di manifestazioni riconducibili a sintomi depressivi e/o ansiosi, anche se non corrisponde ad un vero e proprio disturbo elencato e descritto nei manuali diagnostici come il DSM-5.

L’esaurimento nervoso corrisponderebbe alla nevrastenia, termine introdotto dal medico statunitense G.M. Beard nel 1869 per indicare uno stato di facile esauribilità ed eccitabilità del sistema nervoso centrale. La nevrastenia include sintomi numerosi e vaghi tra i quali cefalea, senso di debolezza muscolare, malessere, difficoltà di memoria e di concentrazione (Treccani).

Il concetto di esaurimento nervoso si avvicina a quello di stress, risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso (Selye, 1976) ed in particolare sembra poter coincidere con il distress, la condizione in cui gli stressors sono nocivi e possono portare ad un abbassamento delle difese immunitarie. Al giorno d’oggi, il benessere individuale è sempre più messo alla prova dallo stress, che è una componente normale della vita di ciascuno, ma, se presente in modo eccessivo e prolungato, può implicare un costo sia per la salute psichica che per quella fisica.

I sintomi dell’esaurimento nervoso

Quali sono i sintomi dell’esaurimento nervoso? Similmente allo stress, l’esaurimento nervoso è caratterizzato da sintomi appartenenti a diverse sfere. Una prima categoria di sintomi è quella emotiva, che comprende nervosismo, irritabilità, ansia e tristezza; poi vi sono i sintomi cognitivi come la preoccupazione costante e la difficoltà a pensare in modo chiaro, a prendere decisioni, a concentrarsi; i sintomi comportamentali, come digrignare i denti, piangere, utilizzo di alcol o sostanze, alterazioni nell’alimentazione; infine, i sintomi fisici dell’esaurimento nervoso possono colpire diverse aree del corpo e comprendono mal di testa, mal di schiena, tensione corporea, alterazioni del sonno, disturbi gastrointestinali e somatizzazioni di vario genere.

Le cause dell’esaurimento nervoso

Non è possibile individuare delle cause dirette dell’esaurimento nervoso dal momento che questo si configura come un vissuto non clinicamente stabilito e composto da diversi fattori tra loro interagenti.

Si tratta infatti dell’interazione tra più fattori esterni ed interni. Quando sperimentiamo situazioni particolarmente sfidanti o cambiamenti che incidono sulla nostra vita oppure viviamo periodi prolungati di stress, siamo esposti a sperimentare quanto definito sopra come esaurimento nervoso. Questi fattori, che possiamo chiamare esterni, interagiscono poi con i fattori interni, cioè con la percezione che la persona ha di sé e di se stesso nelle circostanze, quindi le credenze su di sé come in grado (o non in grado) di far fronte alla situazione.

Esaurimento nervoso e burnout

Gran parte dello stress della nostra quotidianità deriva dall’attività lavorativa. I ritmi sempre più sostenuti e le richieste pressanti delle aziende, oltre alla crescente tendenza ad identificarsi con il proprio lavoro, determinano spesso un grande investimento di risorse che, prolungato nel tempo, può intaccare seriamente il nostro benessere. Diverse patologie psichiche, come stress, ansia e panico, possono generarsi in un ambiente lavorativo poco sano e compromettere le risorse individuali.

Richieste eccessive e protratte nel corso del tempo sul posto di lavoro possono dare origine alla sindrome da burnout, una vera e propria forma di esaurimento, derivante dalla natura di alcune mansioni professionali. La persona in burnout manifesta alcuni sintomi quali nervosismo, insonnia, depressione, senso di fallimento, bassa stima di sé, indifferenza, isolamento, rabbia e risentimento.

La cura dell’esaurimento nervoso

Per il trattamento dell’esaurimento nervoso è possibile agire su diverse componenti attraverso la psicoterapia cognitivo-comportamentale, l’utilizzo di tecniche di rilassamento, la mindfulness e training di assertività.

Tecniche cognitive per l’esaurimento nervoso

Anche nelle situazioni più stressanti e caotiche è sempre presente una componente di pensiero discorsivo, esplicito o meno, che tende a guidare le nostre reazioni in termini di pensieri, emozioni e comportamenti. Questo pensiero discorsivo deriverebbe da schemi disadattivi che distorcono l’elaborazione delle informazioni prese dall’ambiente in modi disfunzionali in relazione agli obiettivi dell’individuo (Beck et al., 1979).

Quando questo dialogo con noi stessi si presenta in modi che mettono in discussione la nostra autostima, la nostra capacità di fare e le aspettative positive rispetto a quanto stiamo vivendo, la nostra capacità di agire può venire pregiudicata, possiamo sperimentare emozioni spiacevoli anche molto intense, con il risultato di non essere in grado di esprimere pienamente noi stessi o di perseguire i nostri obiettivi in modo ottimale (Wann, Brennen & Holte, 2006). Il dialogo interno può essere un potente strumento di autoregolazione del comportamento, del pensiero e delle emozioni, funzionale a mantenersi focalizzati sugli obiettivi da raggiungere, oltre che a permetterci di mantenere la calma (o motivarci) in situazioni competitive o stressanti (Malouff & Murphy, 2006).

Si tratta quindi di trovare quali affermazioni ci sembrano più efficaci in relazione alla situazione stressante che ci accingiamo a incontrare. Una volta individuate le proprie possiamo, attraverso l’esercizio e la ripetizione (cognitive rehearsal), creare il nostro repertorio di affermazioni da dire a noi stessi quando ci troviamo in situazioni stressanti, che provvederemo a tenere presenti alla nostra mente, anche scrivendole da qualche parte, per portarle con noi. Il loro utilizzo in situazioni reali ci permetterà, poi, di acquisirle in pianta stabile nelle nostre abitudini di pensiero, in modo da garantirne l’uso anche in situazioni nuove.

Tecniche di rilassamento per l’esaurimento nervoso

Per gestire in modo efficace quello che abbiamo definito esaurimento nervoso, possono essere utilizzate diverse tecniche, tra le quali la respirazione quadrata e il rilassamento muscolare progressivo (Jacobson, 1938). Sono entrambe tecniche di rilassamento, utili nel ridurre lo stato di attivazione generato dall’evento stressante, in modo da poter migliorare la capacità di controllo sulle risposte corporee.

Il rilassamento progressivo è una tecnica che diminuisce la tensione muscolare e permette di migliorare il tono dei muscoli, contrastando lo stato cronico di stress e ansia. Tale esercizio è costituito da tecniche che riguardano gruppi muscolari diversi; l’apprendimento si basa su una serie di esercizi che insegnano a riconoscere la tensione del muscolo stesso e, infine, allenare la consapevolezza del proprio corpo.

La respirazione quadrata, invece, è una tecnica efficace per le reazioni da stress. Infatti, può essere utilizzata sia prima che durante una situazione stressogena. In particolare, agisce sul ritmo respiratorio, rallentandolo e regolarizzandolo. Questa tecnica è relativamente facile da apprendere e si può adoperare in ogni contesto. È particolarmente utile nelle situazioni di stress e di tensione quando la respirazione diventa irregolare e superficiale, causando riduzione della vitalità dell’organismo, aumento della stanchezza e affaticamento.

Esaurimento nervoso e Mindfulness

La meditazione, in particolare la mindfulness, è una pratica ampiamente utilizzata per contrastare gli effetti di pensieri ed emozioni frustranti che possiamo riscontrare nel cosiddetto esaurimento nervoso. L’obiettivo è quello di eliminare la sofferenza inutile, coltivando una comprensione e accettazione profonda di qualunque cosa accada attraverso un lavoro attivo con i propri stati mentali. Secondo la tradizione originaria, la pratica della mindfulness dovrebbe permettere di passare da uno stato di disequilibrio e sofferenza ad uno di maggiore percezione soggettiva di benessere, grazie ad una conoscenza profonda degli stati e dei processi mentali.

La mindfulness propone di sperimentare la modalità dell’essere, che non è uno speciale stato in cui ogni attività cessa, bensì una prospettiva decentrata che consenta di slegarsi dalle consuete modalità di risposta, automatiche e involontarie, che tentano di allontanare lo spiacevole e trattenere il piacevole. La Mindfulness Based Cognitive Therapy, in linea con il programma Mindfulness Based Stress Reduction, coltiva un utilizzo particolare dell’attenzione e della consapevolezza, suggerendo un focus sui processi di pensiero piuttosto che sul contenuto. L’intento non è quello di escludere dalla mente tutti gli stati negativi, ma di evitare che diventino stabili quando si presentano.

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