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Depressione stagionale

Il disturbo affettivo stagionale (SAD) si presenta con alcuni dei sintomi depressivi classici, che però presentano un andamento stagionale e ciclico

Sezione a cura di Linda Confalonieri

Aggiornato il 4 feb. 2025

Che cosa è il disturbo affettivo stagionale?

Il disturbo affettivo stagionale (che in inglese viene denominato “Seasonal affective disorder” – SAD) è un disturbo dell’umore che è descritto come Disturbo Depressivo Maggiore ricorrente con andamento stagionale, all’interno del DSM-5, uno dei principali manuali diagnostici utilizzati a livello internazionale.

Di fatto, dunque, questo disturbo si presenta con alcuni dei sintomi depressivi classici, che però presentano un andamento stagionale e ciclico, ovvero si manifestano e permangono solo in determinati periodi dell’anno, per poi rimettersi in altre stagioni. 

In particolare, le stagioni più critiche per i pazienti che ne soffrono generalmente sono l’autunno e l’inverno, e i sintomi possono manifestarsi con il cambio di stagione. Nella forma invernale, la sintomatologia depressiva ha inizio durante la stagione autunnale, raggiunge il massimo dell’intensità durante la stagione invernale e si risolve, parzialmente o totalmente, all’inizio della stagione primaverile.

Tuttavia, la sindrome può manifestarsi anche in primavera e d’estate. Esiste infatti una forma estiva del disturbo affettivo stagionale: gli episodi depressivi si presentano all’inizio della stagione primaverile, raggiungono il culmine nel periodo estivo e si risolvono all’inizio della stagione autunnale.

Il disturbo affettivo stagionale è dunque caratterizzato da una ciclicità di esordio e remissione di episodi depressivi maggiori in periodi dell’anno caratteristici, con assenza di episodi non stagionali, durante un periodo di almeno due anni. 

Va sottolineato che la diagnosi di disturbo affettivo stagionale non è applicabile a quelle situazioni in cui l’andamento dei sintomi è meglio spiegato da fattori psicosociali stressanti collegati a determinati periodi dell’anno, per esempio la disoccupazione stagionale (American Psychiatric Association, 2014).

I sintomi del Disturbo Affettivo Stagionale

Tra i sintomi ritroviamo alcuni tipicamente depressivi, tra cui in particolare l’irritabilità, la sensazione di stanchezza e letargia, la difficoltà di concentrazione, la disregolazione del sonno e dell’appetito, mentre l’umore, anche se deflesso, rimane reattivo.

Melrose (2015) ha rilevato le caratteristiche peculiari della forma invernale ed estiva del Disturbo Affettivo Stagionale. Nella forma invernale i sintomi sono principalmente umore triste, irritabilità ed astenia: i soggetti affetti da disturbo affettivo stagionale possono sentirsi tristi, irritabili e possono piangere frequentemente; si sentono spesso stanchi e letargici, hanno difficoltà di concentrazione, dormono più del normale, diminuiscono i loro livelli di attività, tendendo a evitare situazioni sociali, hanno un forte desiderio di carboidrati e zuccheri e tendono ad ingrassare per eccesso alimentare.
Al contrario, nella forma estiva (che è comunque meno frequente rispetto alla forma invernale) i sintomi sono inappetenza associata a perdita di peso, insonnia, agitazione, irrequietezza, ansia, irritabilità e persino episodi di comportamento aggressivo (Melrose, 2015).

Il disturbo può presentare diversi livelli di gravità. spaziando da una forma più leggera o subsindromica (S-SAD) a forme più gravi e invalidanti con compromissione del funzionamento nella vita quotidiana a livello sociale e lavorativo.

Il disturbo affettivo stagionale non va confuso con la metereopatia, che invece è una condizione di aumentata sensibilità psicologica a determinate condizioni metereologiche.

Quali sono le cause alla base del Disturbo Affettivo Stagionale?

In letteratura diversi contributi hanno tentato di trovare spiegazioni relativamente all’insorgenza di questo disturbo di carattere ciclico e stagionale. 

Uno studio danese (McMahon et al., 2016)  ha rilevato una correlazione tra i livelli di serotonina (neurotrasmettitore cerebrale deputato alla regolazione dell’umore) ed il disturbo affettivo stagionale. Le persone che sviluppano il disturbo affettivo stagionale avrebbero difficoltà nella regolazione della serotonina e nei livelli di SERT, proteina che trasporta la serotonina.
McMahon e colleghi hanno scoperto che nei pazienti affetti da disturbo affettivo stagionale i livelli di SERT aumentano con il diminuire delle ore di luce, con una fluttuazione del 5% circa, mentre soggetti sani non hanno mostrato cambiamenti nei livelli di SERT.
Più alti livelli di SERT conducono ad una minor attività della serotonina, contribuendo all’insorgenza dei disturbi depressivi. Durante l’estate, la luce solare generalmente mantiene i livelli di SERT bassi in modo naturale. Quando la luce solare diminuisce in autunno, vi è una corrispondente riduzione dell’attività della serotonina (McMahon et al., 2016).

Altri ricercatori (Lewy, Lefler, Emens & Bauer, 2006) hanno ipotizzato che soggetti affetti da disturbo affettivo stagionale possano avere difficoltà anche con la sovrapproduzione di melatonina. Quando i giorni invernali diventano più bui, la produzione di melatonina aumenta e, come risposta, soggetti con disturbo affettivo stagionale si sentono assonnati e letargici.

La combinazione di ridotta serotonina e aumentata melatonina influenza i ritmi circadiani, o orologi interni, che sono sincronizzati per rispondere ai cambiamenti ritmici luce-buio che occorrono giornalmente e durante ciascuna stagione. Per i soggetti con disturbo affettivo stagionale, è stato rilevato che il segnale circadiano che indica un cambiamento stagionale della lunghezza del giorno è temporizzato diversamente, rendendo più difficile l’adattamento corporeo (Wehr et al., 2001).

Inoltre, una minor esposizione della pelle alla luce del sole durante l’inverno causerebbe una minor produzione di Vitamina D nei soggetti con disturbo affettivo stagionale (Anglin, Samaan, Walter & McDonald, 2013). Una mancanza o insufficienza di Vitamina D sono state associate con sintomi depressivi clinicamente significativi.

Chi ne è più colpito?

L’età di esordio è stimata tra i 18 e 30 anni ed i tassi di prevalenza del disturbo nel genere femminile sono circa quattro volte superiori a quelli nel genere maschile (Melrose, 2015).

Il DSM-5 riferisce un aumento della prevalenza della forma invernale del disturbo affettivo stagionale all’aumentare della latitudine geografica (probabilmente legato a minori ore di luce nelle stagioni invernali) e un maggior rischio per persone più giovani. 

Il trattamento del Disturbo Affettivo Stagionale

Il disturbo affettivo stagionale è un disturbo da non sottovalutare, da riconoscere e da trattare anche con il supporto di specialisti preparati e competenti. 

Il primo passo è riconoscere il disturbo nelle sue forme e manifestazioni. Ottenendo una diagnosi accurata è poi possibile definire il fenomeno e attuare una serie di interventi e trattamenti per il miglioramento della gestione dei sintomi e per favorire condizioni di benessere nella persona. 

La psicoterapia cognitivo-comportamentale CBT-SAD 

In termini psicoterapici esiste un adattamento specifico della psicoterapia cognitivo comportamentale per il disturbo affettivo stagionale (Rohan et al. 2015). La CBT-SAD utilizza i principi di base della psicoterapia cognitivo comportamentale, lavorando sull’attivazione comportamentale, sulla ristrutturazione cognitiva, sull’identificazione e la pianificazione di eventi piacevoli per fronteggiare l’anedonia invernale. La ristrutturazione cognitiva, oltre a puntare il tipico contenuto dei pensieri depressivi, mette in discussione i pensieri negativi tipici della stagione invernale, ad esempio relativi al buio e clima freddo. Rispetto alla terapia cognitiva standard della depressione, la CBT-SAD necessita di un programma condensato per permetterne la conclusione entro la primavera (2 sedute a settimana da 90 minuti per un periodo di 6 settimane).

Fototerapia (Light-therapy) e farmacoterapia

Oltre agli interventi psicoterapici, attualmente due tipologie di trattamenti evidence-based  risultano efficaci per il disturbo affettivo stagionale: la fototerapia e la terapia farmacologica con antidepressivi

La Light Therapy (LT), o fototerapia, è considerata il trattamento “gold standard” per la cura del disturbo affettivo stagionale (Rohan, Lindsey, Roecklein & Lacy, 2004). Prevede l’esposizione quotidiana, durante i mesi in cui è presente la sintomatologia depressiva, ad una fonte luminosa artificiale d’intensità pari a 10.000 lux, prodotta con apposite lampade dotate di filtri per i raggi ultravioletti. Si tratta di un’intensità di luce circa 20 volte superiore all’intensità media della luce in una stanza (Horowitz, 2008).
Gli effetti collaterali della Light Therapy includono affaticamento oculare, maggior rischio di degenerazione maculare legata all’invecchiamento, mal di testa, irritabilità e disturbi del sonno (Melrose, 2015). La Light Therapy non dovrebbe essere usata in combinazione con medicinali fotosensibilizzanti come litio, melatonina, antipsicotici fenotiazinici ed alcuni antibiotici. In alcuni casi, possono esservi episodi ipomaniacali o ideazione suicidaria, specialmente nei primi giorni di trattamento (Terman & Terman, 2005).

Dato che il disturbo affettivo stagionale, come altri stati depressivi, sembra sia associato a una disfunzione dell’attività della serotonina a livello cerebrale, antidepressivi di seconda generazione, come gli Inibitori selettivi della ricaptazione di Serotonina (SSRIs) si sono rilevati come trattamenti farmacologici efficaci.

Melrose (2015) suggerisce un trattamento combinato di antidepressivi, fototerapia, Vitamina D e intervento psicoterapeutico. Quando i sintomi depressivi non sono gravi, l’autore raccomanda programmi che aiutano i pazienti a migliorare la loro dieta limitando amidi e zuccheri, incrementare l’attività fisica, regolare il loro stress, evitare ritiro sociale e trascorrere più tempo all’aria aperta (Melrose, 2015).

Bibliografia

  • Disturbo affettivo stagionale: sintomi, cause e trattamenti – State of Mind
  • Melrose, S. (2015). Seasonal affective disorder: an overview of assessment and treatment approaches. Depression research and treatment.
  • Rosenthal, N. E., & Wehr, T. A. (1987). Seasonal affective disorders. Psychiatric Annals, 17(10), 670-674.
  • Anglin RE, Samaan Z, Walter SD, McDonald SD. Vitamin D deficiency and depression in adults: systematic review and meta-analysis. Br J Psychiatry. 2013 Feb;202:100-7.
  • Lewy AJ, Lefler BJ, Emens JS, Bauer VK. The circadian basis of winter depression. Proc Natl Acad Sci U S A. 2006 May 9;103(19):7414-9.
  • Mc Mahon B, Andersen SB, Madsen MK, Hjordt LV, Hageman I, Dam H, Svarer C, da Cunha-Bang S, Baaré W, Madsen J, Hasholt L, Holst K, Frokjaer VG, Knudsen GM. Seasonal difference in brain serotonin transporter binding predicts symptom severity in patients with seasonal affective disorder. Brain. 2016 May;139(Pt 5):1605-14.
  • Rohan, K. J., Lindsey, K. T., Roecklein, K. A., & Lacy, T. J. (2004). Cognitive-behavioral therapy, light therapy, and their combination in treating seasonal affective disorder. Journal of Affective Disorders, 80(2-3), 273–283.
  • Rohan KJ, Mahon JN, Evans M, Ho SY, Meyerhoff J, Postolache TT, Vacek PM. Randomized Trial of Cognitive-Behavioral Therapy Versus Light Therapy for Seasonal Affective Disorder: Acute Outcomes. Am J Psychiatry. 2015 Sep 1;172(9):862-9.
  • Terman M, Terman JS. Light therapy for seasonal and nonseasonal depression: efficacy, protocol, safety, and side effects. CNS Spectr. 2005 Aug;10(8):647-63; quiz 672.

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