La decisione di adottare
Creare o ampliare una famiglia attraverso l’adozione significa offrire al bambino adottato la possibilità di ricevere cure e accudimento in modo stabile e al genitore adottivo un’alternativa alla genitorialità biologica (Palacios et al., 2019).
Per alcuni genitori che desiderano da sempre formare una famiglia attraverso l’adozione, prendere la decisione di adottare un bambino è un processo facile. Per altri, al contrario, può rivelarsi più complicata.
Quali motivazioni possono condurre alla scelta di adottare? Talvolta si opta per l’adozione dopo aver tentato senza successo di concepire un figlio biologico. Molte persone che soffrono di infertilità, prima di decidere di adottare, possono aver trascorso gli anni precedenti tra estenuanti trattamenti medici per la fertilità, interruzioni spontanee di gravidanza, vissuti di lutto e frustrazione per la mancata realizzazione della sognata famiglia biologica. Anche la perdita di un figlio biologico può spingere una coppia ad adottare con l’intento di colmare un vuoto o un senso di solitudine.
Decidere di adottare, in entrambi i casi, può significare rinunciare definitivamente a un’idea iniziale di famiglia fondata su legami biologici. Tali fattori possono svolgere un ruolo determinante nel come i genitori vivranno la successiva esperienza dell’adozione. La mancata elaborazione dei vissuti di perdita e dolore può, infatti, rendere l’adozione “ultima spiaggia” per la genitorialità. Possono emergere aspettative irrealistiche e perfezionistiche sul figlio in arrivo, isolamento, difficoltà nel condividere con la propria rete sociale la nuova realtà dell’adozione e più elevati livelli di stress genitoriale (Wang et al., 2021; Costa & Tasker, 2018).
Si adotta anche per solidarietà e motivazioni altruistiche, come il desiderio di fare la differenza nella vita di un bambino e assicurargli una casa permanente. In particolare, aver avuto precedenti contatti col bambino adottato o con altri bambini con storie di vita simili, o conoscere qualcuno che è stato adottato aumentano la probabilità della decisione di adottare (Soares et al., 2023).
Il cammino verso l’adozione: sopravvivere all’attesa
Alcune persone potrebbero essere inizialmente entusiaste di adottare, ma in seguito scoprirsi coinvolte in uno sconfortante iter fatto di lentezza, costi sul piano emotivo ed economico, complessità o addirittura confusione. I potenziali adottanti spesso scoprono che mantenere aspettative realistiche, informarsi il più possibile sull’adozione e cercare supporto da chi ci è già passato o da reti associazionistiche dedicate sono gli strumenti migliori per affrontare il lungo cammino verso la futura famiglia (DeAngelis, 2024).
Come in una nascita biologica, anche l’adozione è attesa: dal completamento della fase di valutazione dell’idoneità, all’abbinamento e ai primi contatti col bambino adottato. A differenza dei nove mesi di attesa di un figlio biologico, nell’adozione può sembrare che all’attesa non vi sia una fine chiara all’orizzonte, soprattutto se i genitori vivono esperienze di false partenze, ostacoli o contrattempi burocratici. La sfida per i genitori adottivi è trasformare l’attesa in tempo di preparazione all’arrivo del figlio, in un’ottica positiva e costruttiva.
Se gran parte del processo di adozione è fuori dal controllo dei futuri genitori, concentrarsi su aree in cui è possibile esercitare una forma di controllo può aiutare i genitori a ridurre lo stress percepito e aumentare il senso di sicurezza. Questo potrebbe implicare pianificare un congedo dal lavoro, approfondire aspetti relativi alla cultura di appartenenza del bambino, alla gestione di eventuali bisogni speciali, cercare assistenza pediatrica e prepararsi a come poter parlare dell’adozione in modo aperto e onesto col bambino stesso.
In questa fase, potrebbe essere utile dedicare tempo alla cura di sé e al proprio benessere. Diventare genitori adottivi può rivelarsi un’esperienza impegnativa e stressante, un vero “battesimo di fuoco”, privo di periodi di luna di miele e di transizione (Kohn et al., 2023).
Affrontare le sfide
Nonostante la possibilità di impegnare il periodo dell’attesa informandosi e preparandosi sulle criticità che possono insorgere all’arrivo del bambino, ricordiamo che non esiste un’unica esperienza di adozione. Ogni bambino adottato possiede una storia personale, un’eredità genetica, sociale e culturale, così come i suoi genitori adottivi. Questo significa che l’incontro tra tali storie può dar luogo a percorsi diversi con criticità diverse. Essere adottati è un’esperienza di vita eterogenea, con alcuni bambini più inclini di altri a sviluppare avversità e traumi precoci, o ad avere maggiori difficoltà nell’adattarsi al nuovo contesto e a costruire un senso di sé stabile e sicuro (Brodzinsky et al., 2022).
Le sfide più comuni che i genitori adottivi possono incontrare sono:
- gestire i sintomi di patologie organiche o psicologiche, comportamenti problematici e dirompenti
- confrontarsi coi comportamenti disfunzionali appresi nei contesti di vita precedenti (ad esempio, rubare o mentire)
- difficoltà nel creare un legame o un attaccamento sano, in particolare se il bambino non ha avuto la possibilità di sviluppare un attaccamento sicuro sin da piccolo.
Creare una famiglia
Promuovere una famiglia stabile, coerente, sicura, prevedibile e amorevole è fondamentale per costruire resilienza e relazioni positive tra genitori adottivi e bambino. I genitori che bilanciano l’amore e l’affetto con la definizione di regole e aspettative chiare per il bambino, che rispondono con coerenza al comportamento del bambino contribuiranno a costruire legami sicuri e sani. I genitori adottivi dovrebbero essere informati in merito all’impatto psicologico dei traumi e allo sviluppo dell’identità di figlio adottivo prima di intraprendere il percorso, in modo da essere pronti a comprendere il contesto dei comportamenti e delle difficoltà emotive del bambino una volta inserito nella loro famiglia.
Terzo Congresso AIAU ODV ETS
Di queste e di altre sfide connesse all’universo dell’adozione discuterà il 3° Congresso Associazione In Aiuti Umanitari (AIAU) ODV ETS, in collaborazione con CESVOT (Centro Servizi Volontariato Toscana) e patrocinato dal Comune di Firenze, che avrà luogo sabato 29 Novembre presso Villa Medici a Firenze. Parteciperà al dibattito la dottoressa Sandra Sassaroli, Presidente inTHERAPY e Gruppo Studi Cognitivi, Psichiatra e Psicoterapeuta, dedicando al congresso due speciali focus sul post-adozione e sul pre-adozione.
Il rapporto tra genitori e figli. Le sfide del nostro tempo – 3° Congresso AIAU ODV ETS
