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Dillo con un meme: bisogni e funzioni comunicative dei contenuti virali – Psicologia Digitale

I meme assolvono a diverse funzioni, permettono di mostrare chi siamo e cosa stiamo vivendo facendo riferimento a contenuti comuni e condivisi

Di Chiara Cilardo

Pubblicato il 04 Dic. 2020

I web meme o internet meme, o più comunemente meme, sono dei contenuti, testuali o video, che sono creati, trasformati e diffusi da molti utenti, diventando virali.

PSICOLOGIA DIGITALE – (Nr. 15) Dillo con un meme: bisogni e funzioni comunicative dei contenuti virali

 

Cosa sono i meme e perché si chiamano così

Potrà sembrarci strano ma il termine ‘meme’ ha origini molto più remote di quanto possiamo pensare. La parola deriva dal greco (μίμημα, mímēma) e significa letteralmente ‘imitazione’, ma risale al 1976 la nascita e definizione della parola ‘meme’ per quello che intendiamo oggi. Richard Dawkins nel suo The selfish gene lo definisce un contenuto (pensieri, sentimenti, idee) che si propaga diventando popolare. Così come i geni, i meme si autoreplicano e vengono trasmessi da persona a persona tramite copia o imitazione (proprietà ‘di replicabilità duplicante’).

Secondo Dawkins i meme hanno tre caratteristiche principali: rimangono invariati, in quanto anche se copiati e trasmessi da molte persone rimangono inalterati nella forma e sostanza; sono prolifici, perché copiati e diffusi innumerevoli volte; sono longevi, perché resistono al passare del tempo e alla diffusione.

Ma qual è il ciclo di vita di un meme? Secondo Yus (2018) la comunicazione dei meme avviene in fasi sequenziali: decodifica, deduzione, condivisione, rafforzamento e diffusione. Prima il meme va identificato e interpretato, poi condiviso, rafforzando il senso di affinità e appartenenza alla comunità, infine verrà diffuso dai membri del gruppo, divenendo quindi virale.

L’importanza della viralità

Il mondo online è pieno di stimoli e la competizione per l’attenzione è molto forte. Per competere adeguatamente in questo mare di ‘ipernarratività’ e attirare l’attenzione, gli utenti fanno ricorso alla propria creatività: è la ‘cultura del bricolage’ in cui per emergere è necessario industriarsi e fare ricorso a strumenti ‘fai-da-te’ (Wagener, 2020).

I meme si prestano bene alla personalizzazione: sono facili da riprodurre, veicolano sempre un contenuto riducendolo all’essenziale, contengono molti riferimenti culturali e stimolano la partecipazione sociale. Non sono utilizzati solo per veicolare messaggi ironici e leggeri ma anche per esprimere opinioni su questioni politiche e sociali; in ogni caso, i meme veicolano sempre un contenuto e un significato. E non c’è viralità né riproduzione senza la capacità di trasmettere un significato.

Per questo i meme diventano così facilmente virali, generando contributi condivisi (commenti, imitazioni, parodie). La presenza di un significato è un requisito fondamentale, ma non sempre voler comunicare qualcosa equivale a voler condividere la verità: ciò che conta è condividere visioni del mondo, stati mentali ed emozioni raggiungendo un vasto numero di utenti (Wagener, 2020).

Le funzioni dei meme

I meme assolvono a diverse funzioni: da un lato permettono di mostrare chi siamo e cosa stiamo vivendo, dall’altro fanno riferimento a contenuti comuni e condivisi. Gli utenti mostrano contemporaneamente la loro individualità e la loro affiliazione con la comunità, consolidando l’importanza di differenziarsi e di avere l’approvazione del gruppo.

Ironia, umorismo, facilità nel comprenderli: nello loro studio del 2019, Kariko e Anasih trovano che siano queste le caratteristiche che rendono i meme così popolari. Tra questi, quelli con contenuti autoironici e che assolvono alla funzione di sdrammatizzare problematiche psicologiche (ansia e depressione soprattutto) sono quelli ritenuti non solo più popolari ma anche più utili: permettono di ridere dei propri problemi e condividerli con la comunità, alleggerendo il carico emotivo.

Perché ci piacciono così tanto i meme

A prescindere da quale sia il contenuto (ironico, politico, di cultura popolare), i meme sono pensati per essere virali e raggiungere rapidamente un gran numero di utenti.

Non lo facciamo in maniera del tutto consapevole, ma lo facciamo per soddisfare dei bisogni e delle aspettative. Il trigger secondo Yus (2018) sta tutto nell’interattività, nell’interazione sociale che i meme scatenano velocemente e con ampia portata.

Ciò che ci motiva realmente a condividere meme è riconducibile al bisogno di sentirsi validati e connessi alla comunità. Avere un riscontro sociale attraverso commenti e risposte, consolidare ed ampliare la rete di contatti, ma anche esporsi e apparire agli altri: tutti bisogni che fanno capo al sentirsi connessi agli altri e di sentirsi parte del gruppo.

Il mondo digitale ha potenziato le possibilità comunicative: i meme sono espressione di sé, della comunità a cui si appartiene e, forse, comunicare ciò che si pensa e si prova è diventato oggi ancora più facile e immediato.

 


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