expand_lessAPRI WIDGET

Dal sospetto fisiologico al disturbo paranoide: quando la diffidenza diventa patologia

Il sospetto è un’emozione comune che protegge dagli inganni, ma quando diventa persistente può trasformarsi in disturbo paranoide di personalità

Di Fiona Mende

Pubblicato il 10 Dic. 2025

Il sospetto: un’esperienza normale o patologica?

Ti è mai capitato di pensare, anche solo per un attimo, che qualcuno ti stesse parlando alle spalle?

Il sospetto è un’esperienza comune, quasi universale. Ha persino una funzione adattiva: ci protegge da potenziali inganni, ci aiuta a valutare quanto dovremmo fidarci degli altri e ci impedisce di cadere in trappole.

Tuttavia, quando la sfiducia diventa cronica, pervasiva e rigida, non si dissipa nemmeno di fronte all’evidenza del contrario. Non è più un istinto che ci protegge, ma una prigione che ci isola (Fornari, 2011).

Il DSM-5-TR definisce il disturbo paranoide di personalità (DPP) come un quadro persistente di sospetto e sfiducia che porta a interpretare le intenzioni altrui come malevole. I criteri diagnostici includono sospetti infondati di sfruttamento, infedeltà, dubbi persistenti sulla lealtà, tendenza a interpretare commenti neutri come offensivi e risentimento persistente. Ciò suggerisce il profilo di una persona che vive in un mondo di tradimenti e cospirazioni, incapace di fidarsi nemmeno delle persone a lei più vicine (APA, 2022).

Disturbo paranoide di personalità e paranoia psicotica

Come evidenzia Fornari (2011), è necessario fare una distinzione tra il disturbo paranoide di personalità e la paranoia psicotica. Nel primo prevalgono sospettosità e proiezioni, ma non sono presenti veri deliri. Invece, nella paranoia psicotica, il pensiero si struttura in convinzioni deliranti, incrollabili e impermeabili alla realtà. 

Il disturbo paranoide di personalità può essere considerato un punto di vulnerabilità poiché, sotto stress, può sfociare in delirio persecutorio (Fornari, 2011).

Quando il cinema racconta la psicopatologia

Un esempio narrativo appropriato è il film The Number 23 (2007) di Joel Schumacher.
In questo film, Walter Sparrow (Jim Carrey) inizia leggendo un libro che sembra parlare di lui:

  • in un primo momento, Walter mostra la sospettosità tipica del disturbo paranoide di personalità  (rigidità, interpretazioni minacciose, iper-lettura della realtà);
  • successivamente, la sua attenzione si cristallizza sul numero 23, che diventa il nucleo ossessivo delle sue interpretazioni. In questa fase il personaggio inizia a precipitare verso il delirio;
  • infine cade completamente nel delirio persecutorio: la moglie appare parte di un complotto, la realtà e l’immaginazione si confondono. Questa fase del disturbo nel film corrisponde alla paranoia clinica.

Il film illustra bene il continuum descritto in letteratura: dalla personalità paranoide alla psicosi delirante (APA, 2022; Fornari, 2011).

Prevalenza, Trattamento e difficoltà cliniche

Le ricerche epidemiologiche individuano una prevalenza intorno al 2-4% nella popolazione generale (Grant et al., 2004; Morgan & Zimmerman, 2018). È più ricorrente negli uomini e spesso in comorbilità con disturbi d’ansia, disturbo da stress post traumatico, abuso di sostanze e altri disturbi di personalità.

Non esiste una cura farmacologica specifica per il disturbo paranoide di personalità. Alcuni psicofarmaci possono attenuare ansia o irritabilità, ma non sembrano incidere sul nucleo del disturbo (Birkeland, 2013). Il trattamento più indicato resta la psicoterapia: cognitivo-comportamentale, schema therapy e psicodinamica sono gli approcci più studiati.
La difficoltà principale? La diffidenza del paziente verso il terapeuta, che spesso porta a sospensioni precoci del percorso.

Disturbo paranoide di personalità: la prospettiva psicodinamica

Il Manuale Diagnostico Psicodinamico (PDM-2) fornisce una possibile prospettiva di comprensione del disturbo: per questi individui certe emozioni come la rabbia, la vergogna e la gelosia sarebbero intollerabili, venendo così proiettate all’esterno.

Incapaci di identificare tali emozioni come proprie, gli individui con disturbo paranoide di personalità le attribuiscono agli altri. Di conseguenza, il mondo diventa un palcoscenico per persecutori e traditori (Lingiardi & McWilliams, 2018).

Queste dinamiche spesso derivano da esperienze infantili di svalutazione o umiliazione, che possono condurre a una reazione di ipervigilanza, ossia un’eccessiva attenzione agli altri, in grado di può provocare ostilità negli altri e rafforzare la convinzione del paziente di essere perseguitato (Lingiardi & McWilliams, 2018).

La sofferenza nel disturbo paranoide

Il sospetto è un’emozione ordinaria, persino utile. Eppure quando diventa cronico e autoalimentato, può trasformarsi in una gabbia che imprigiona chi ne soffre.
Il film The Number 23 ci ricorda, in forma narrativa, come la diffidenza possa trasformarsi in ossessione e infine in delirio.
Capire questo passaggio significa riconoscere la sofferenza profonda dietro il disturbo paranoide: il bisogno di protezione che si tramuta in isolamento.

Riferimenti Bibliografici
  • American Psychiatric Association (2022). DSM-5-TR. Washington, DC.
  • Birkeland SF. (2013). Psychopharmacological treatment and course in paranoid personality disorder: a case series. Int Clin Psychopharmacol.; 28(5):283-5. 
  • Fornari, U. (2011). Paranoia: dal disturbo di personalità alla psicosi delirante. Espress Edizioni.
  •  Grant BF, Hasin DS, Stinson FS, Dawson DA, Chou SP, Ruan WJ, Pickering RP. (2004). Prevalence, correlates, and disability of personality disorders in the United States: results from the national epidemiologic survey on alcohol and related conditions. J Clin Psychiatry; 65(7):948-58. 
  • Lingiardi, V., & McWilliams, N. (2018). Manuale diagnostico psicodinamico: PDM-2. Cortina.
  • Morgan, T. A., & Zimmerman, M. (2018). Epidemiology of personality disorders. In W. J. Livesley & R. Larstone (Eds.), Handbook of personality disorders: Theory, research, and treatment (2nd ed., pp. 173–196). The Guilford Press.
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Paranoia: quando il sospetto diventa una trappola mentale

La paranoia è caratterizzata da sospetti persistenti e convinzioni persecutorie e può essere influenzata da fattori genetici e traumatici

cancel