L’importanza della scelta di un regalo e le sue conseguenze
Fare regali è un comportamento prosociale ormai diventato un’attività di routine per molte persone tra compleanni, anniversari e festività (Givi & Galak, 2020) ma che, nonostante possa sembrare facile, spesso non lo è. Ad ognuno di noi sarà capitato di regalare qualcosa a qualcuno che, però, non ha particolarmente apprezzato. Nonostante le buone intenzioni e il massimo dell’impegno, può capitare di fallire nel fare un regalo. Questo accade poiché spesso sbagliamo a prevedere le preferenze degli altri (Hsee & Weber, 1997): acquistiamo oggetti che i destinatari dei doni non sceglierebbero per sé stessi (Waldfogel, 1993), oppure ci concentriamo sulle caratteristiche sbagliate del regalo (Flynn & Adams, 2009). La frequenza con cui sbagliamo a comprare per noi stessi e per gli altri è in costante aumento: ad esempio, la National Retail Federation ha stimato che il totale dei resi per il settore del commercio al dettaglio avrebbe raggiunto gli 890 miliardi di dollari nel 2024, con una buona percentuale di resi soprattutto durante le feste natalizie. Inoltre, quando i donatori sbagliano a fare un regalo, spesso le persone che lo ricevono, in alternativa al reso, optano per il re-gifting, che consiste nel regalare a qualcun altro un oggetto non gradito e indesiderato (Adams et al., 2012). Sebbene tale errore possa sembrare innocuo, talvolta può suscitare nella persona ricevente una reazione di irritazione o fastidio che si risolve nel breve termine, mentre nei peggiori dei casi, un regalo sbagliato perché non apprezzato può addirittura impattare la relazione tra donatore e destinatario del dono, indebolendola e facendoli allontanare (Dunn et al., 2008; Ruth et al., 1999). Perciò, un buon modo per acquistare qualcosa in grado di rafforzare un legame sociale è essere consapevoli delle preferenze e desideri del ricevente (Flynn & Adams, 2009).
Poiché la ricerca suggerisce che chi fa un regalo e chi lo riceve spesso non condividono le stesse opinioni su cosa sia un buon regalo e hanno obiettivi differenti, di seguito riportiamo alcuni consigli basati sull’evidenza per aiutare le persone ad aumentare la probabilità che il proprio regalo venga apprezzato.
Come fare un buon regalo?
La letteratura riporta che spesso, quando facciamo un regalo, tendiamo a sceglierne uno originale o insolito in modo che, al momento dello scarto, esso possa sorprendere o commuovere il ricevente, mentre quest’ultimo si concentra principalmente sul valore che quel regalo avrà per tutta la durata del suo possesso, preferendo qualcosa di utile nel lungo termine a qualcosa di sensazionale nel breve termine (Galak et al., 2016). Perciò, è meglio scegliere qualcosa che la persona possa davvero utilizzare piuttosto che focalizzarsi sull’aspettativa di una particolare reazione iniziale.
Le persone tendono a pensare che il regalo ideale è quello pensato e scelto in autonomia; al contrario, secondo lo studio di Gino & Flynn (2011), i destinatari mostrano la tendenza ad apprezzare maggiormente i regali che richiedono personalmente (ad esempio, stilando una lista dei desideri) in quanto rispondono direttamente alle loro esigenze e quindi sono considerati più premurosi rispetto a quelli non richiesti. Dunque, sebbene possiamo avere paura di essere percepiti come una persona non in grado di fare un regalo significativo o che non mette abbastanza impegno nella ricerca, il consiglio è di accettare i suggerimenti dei nostri cari, in quanto ci percepiranno, invece, come attenti ai loro desideri (Gino & Flynn, 2011).
Dato che secondo Givi & Galak (2020) desideriamo sentirci unici, quando si fa un regalo, solitamente si è poco inclini a comprare oggetti che possediamo in prima persona, poiché ciò ci farebbe sentire, appunto, meno unici e renderebbe meno unico l’oggetto che possediamo, in quanto non saremmo più i soli ad averlo; dunque, piuttosto che regalare qualcosa che abbiamo anche noi e che potenzialmente potrebbe piacere al destinatario, saremmo più propensi a regalare qualcosa di alternativo che potrebbe essere meno gradito (Givi & Galak, 2020). Tuttavia, la ricerca suggerisce che può essere efficace regalare qualcosa che possediamo così da condividerla con il ricevente, in quanto tale condivisione può generare maggiore vicinanza tra i due individui e maggiore apprezzamento verso il dono; infatti, anche un qualsiasi regalo ordinario, comunicando “Ho comprato la stessa cosa per me”, si trasformerà in qualcosa di speciale per il destinatario; ciò sembra accadere solo in quanto il regalo è in condivisione con il donatore, indipendentemente dal fatto che tale oggetto rispecchi o meno interessi e desideri in comune tra destinatario e donatore (Polman & Maglio, 2017).
Spesso tendiamo ad astenerci dal fare regali dal valore sentimentale (ad esempio, album fotografici) per paura di essere troppo “sdolcinati”, finendo per sostituirli con qualcosa di più “superficiale”; tuttavia, al contrario, secondo Givi & Galak (2017) i destinatari dei doni preferirebbero di gran lunga ricevere regali sentimentali, i quali sono in grado di generare gioia anche a distanza di anni dallo scambio del dono (Yang & Galak, 2015). Perciò, possiamo provare a regalare qualcosa dal valore sentimentale, poiché tali regali possono facilmente strappare un sorriso ai nostri cari.
Le esperienze tendono a renderci più felici rispetto ai beni materiali (un fenomeno che i ricercatori definiscono “vantaggio esperienziale”), e questo vale sia per ciò che acquistiamo per noi stessi che per quello che doniamo. Quindi, regalare esperienze come biglietti per un concerto o corsi di cucina può essere un’ottima idea, e può inoltre rafforzare il nostro legame con la persona a cui facciamo il regalo – di più rispetto a quanto avviene con un dono materiale (Chan & Mogilner, 2017).
Anche se tendiamo a fare regali in determinate occasioni, come festività e compleanni, i doni inaspettati fatti al di fuori di esse – anche se piccoli – tendono ad essere ancora più apprezzati da chi li riceve, in quanto comunicano a quella persona che l’abbiamo pensata (e non solo perché un’occasione speciale ce l’ha imposto). Ad esempio, un recente studio ha evidenziato che regalare inaspettatamente una gift card da 5 dollari provoca in chi la riceve un livello di contentezza comparabile a quello di una gift card di compleanno da 50 dollari (Givi & Galak, 2022).
A proposito di piccoli doni, spesso tendiamo a pensare che più un regalo è costoso, più esso verrà apprezzato, supponendo che regali più costosi trasmettano un livello più elevato di premura da parte di chi li fa. Tuttavia, la ricerca ha evidenziato che solitamente non vi è una correlazione tra il costo di un regalo e il livello di apprezzamento, in quanto chi lo riceve si focalizza maggiormente sulla qualità complessiva del dono e sul suo significato (Flynn & Adams, 2009).
Un regalo apprezzabile per una persona a cui teniamo, quindi, non dev’essere necessariamente costoso. L’importante è prendersi il giusto tempo per pensarci, magari facendo attenzione a quando l’altra persona ci racconta di aver visto qualcosa che le piace o ha catturato la sua attenzione.
Inoltre, ridursi all’ultimo per pensare a un regalo e andarlo prendere può rivelarsi un’esperienza piuttosto stressante. In alcuni casi, infatti, fare un regalo può diventare fonte di ansia e stress, magari perché temiamo di non scegliere il “dono perfetto”, deludendo le aspettative altrui. Ricordiamoci però che ciò che conta davvero non è tanto il regalo in sé, quanto ciò che vogliamo comunicare con esso, ovvero che l’altra persona per noi è importante.
Vivere positivamente l’esperienza del donare può significare anche infrangere quelle convenzioni a cui chi deve fare un regalo cerca tendenzialmente di sottostare, magari regalando nuovamente qualcosa che in passato è stato apprezzato (Givi, 2020) o facendo un regalo “parziale” – ad esempio, contribuendo insieme ad altri a un dono più grande. La ricerca evidenzia infatti che, per chi riceve un regalo, è più importante che quest’ultimo sia qualcosa di desiderato rispetto al fatto che esso rispetti il “galateo dei doni” (Givi & Galak, 2024).
Anche l’impacchettamento fa la sua parte. Mentre potremmo pensare che un regalo confezionato con estrema cura venga accolto meglio da chi lo riceve, un recente studio ha rivelato che non è proprio così: impacchettare eccessivamente un regalo, infatti, sembra favorire l’impressione che chi lo ha donato sia meno premuroso (Shi et al., 2024).
Infine, ricordiamoci che uno scambio di regali non rappresenta un “punto d’arrivo” nel nostro rapporto con una persona. I risultati di un interessante studio del 2021 suggeriscono infatti che le persone tenderebbero a comportarsi in modo meno affettuoso con un amico dopo avergli fatto un regalo: ad esempio, i ricercatori hanno osservato che, dopo aver fatto un regalo ad un amico, i partecipanti scrivevano a quest’ultimo un messaggio per disdire un appuntamento in modo più frettoloso e meno gentile rispetto ai partecipanti che non avevano fatto un regalo (Polman & Lu, 2021). Facciamo quindi attenzione a non cadere in questa tendenza: donare non rappresenta assolutamente un lasciapassare per comportarsi un po’ “peggio” nei confronti dei propri cari!
In conclusione, riflettere sulle evidenze che emergono dalle ricerche volte a esplorare il tema del dono può aiutarci a vivere il dono con maggiore consapevolezza, fornendoci alcuni spunti utili per trasformare questo gesto in un’esperienza più gioiosa e significativa sia per noi che per la persona a cui facciamo un regalo, rafforzando così il legame che ci unisce.