Il valore della diagnosi precoce per il benessere psicologico
La salute mentale è una componente essenziale del nostro benessere: può influenzare il nostro modo di pensare, sentire e agire, la nostra capacità di adattarci, apprendere, lavorare e rispondere alle piccole e grandi sfide della vita quotidiana. Così come dedichiamo cure e attenzioni alla nostra salute fisica, è altrettanto importante essere consapevoli di eventuali problemi riguardanti la nostra salute mentale.
Sempre più studi confermano che intervenire il prima possibile su un problema di salute mentale significa effettivamente curarlo prima. Questo può avere risvolti determinanti sul nostro benessere e sulla nostra qualità di vita.
Scopriamo allora perché è importante la diagnosi precoce e quali vantaggi derivano dall’avviare tempestivamente un intervento di psicoterapia.
Diagnosi precoce e impatto sulla salute mentale
Così come i disturbi fisici, i problemi di salute mentale possono essere trattati più facilmente se rilevati precocemente. L’attivazione di un trattamento tempestivo, infatti, contribuisce a prevenire l’escalation dei sintomi, con effetti a cascata sul livello di stress percepito, su un migliore funzionamento nelle attività quotidiane e persino sulla possibilità di prevenire l’insorgenza di ulteriori problemi di salute fisica o mentale.
Nel campo delle psicosi, ad esempio, una diagnosi precoce – e un altrettanto intervento tempestivo al primo esordio dei sintomi – ha il potere di alterare il decorso del disturbo e migliorare gli esiti. Una revisione sistematica di studi ha esplorato come i giovani con sintomi psicotici lievi che possono essere campanelli di allarme, se non diagnosticati precocemente, nel tempo possono accumulare importanti compromissioni nel loro funzionamento quotidiano, in grado di trasformarsi in veri e propri fattori di rischio (come isolarsi socialmente, ritirarsi dagli studi o dal lavoro, fare uso di sostanze a scopo di automedicazione ecc.). Tali fattori di rischio possono condurre entro 3 anni a un disturbo psicotico conclamato nel 25% dei casi (Solmi et al., 2022). Una diagnosi precoce può ritardare o addirittura impedire la transizione alla psicosi.
E se la diagnosi dovesse arrivare in ritardo?
Un’indagine svolta su un campione canadese tra i 18 e 65 anni di età ha evidenziato che un ritardo superiore a 1 anno nella diagnosi di disturbi dell’umore o d’ansia può essere associato a maggiori limitazioni nelle attività di vita, patologie secondarie fisiche e mentali e un peggioramento del livello di salute mentale generale (Cheung et al., 2017).
Un ulteriore studio (Keramatian et al., 2022) ha coinvolto persone con diagnosi di disturbo bipolare di tipo I e II, esplorando la relazione tra diagnosi tardiva (ovvero la differenza di età tra il primo episodio di alterazione dell’umore e età in cui si è effettivamente ricevuta la diagnosi) e sviluppo dei sintomi. Alcuni individui sembrano sperimentare un ritardo lungo sino a 5 anni nella diagnosi, associato a un aumento dei tentativi di suicidio e insorgenza di disturbi d’ansia concomitanti. Indagini precedenti avevano posto in relazione ritardo nella diagnosi di disturbo bipolare e abuso di sostanze e alcol, maggior numero di episodi maniacali e progressione più grave dei sintomi (Patel et al., 2015; Domingues Goi et al., 2015).
Interventi precoci, interventi efficaci
Ricevere precocemente una diagnosi di disturbo psichico permette di accedere a un intervento precoce, fondamentale per gestire e trattare in modo appropriato i sintomi, prima che raggiungano la fase acuta. Un intervento precoce consente l’implementazione tempestiva di trattamenti basati sull’evidenza, come la psicoterapia cognitivo comportamentale (CBT), in grado di ridurre efficacemente i sintomi e migliorare il funzionamento quotidiano della persona. Inoltre, affrontando i problemi di salute mentale nelle loro fasi iniziali, è possibile ridurre il rischio di complicanze, disabilità a lungo termine e patologie croniche (Osuch et al., 2024). Aderire a un trattamento precoce consente anche di ridurre il rischio di ospedalizzazioni e accesso a cure ospedaliere di emergenza (Appleton et al., 2025).
Interventi precoci nei disturbi d’ansia e depressivi
Varie ricerche che hanno coinvolto individui con diagnosi di ansia e depressione associano la tempestività di un trattamento di psicoterapia a una migliore prognosi e a una più elevata efficacia del trattamento stesso anche a lungo termine (Myrtveit Sæther et al., 2020; Knapstad et al., 2020).
Nella depressione maggiore, in particolare, l’attivazione di un intervento precoce può aumentare fino al 70% la probabilità di risposta al trattamento e accorciare i tempi di risposta al trattamento da 39 a 20 giorni (Altamura et al., 2007; de Diego-Adeliño et al., 2010; Ghio et al., 2014). L’avvio di un trattamento entro le prime 8 settimane dal manifestarsi dei sintomi del primo episodio depressivo si associa a una probabilità 2.6 volte maggiore di ottenere una risposta a lungo termine al trattamento stesso (de Diego-Adeliño et al., 2010).
Intervenire in ritardo: con quali costi?
Ritardare l’avvio di un trattamento di psicoterapia può avere effetti a cascata sui sintomi e sulla qualità di vita in generale.
Gli studi sulla depressione, ad esempio, evidenziano come un ritardo nelle cure sembri avere un impatto su maggiore severità, ridotta risposta al trattamento, aumentato rischio di cronicizzazione del disturbo, deterioramento cognitivo e tassi più elevati di comportamento suicidario (Altamura et al., 2007). Inoltre, ogni episodio depressivo non trattato o trattato in ritardo sembra incrementare il rischio di episodi futuri, ognuno dei quali richiederà poi uno specifico percorso terapeutico. Pertanto, non ricevere opportuno trattamento al primo episodio depressivo può comportare una probabilità più elevata di trattamenti ripetuti nel corso della vita.
In particolare, il tasso di ricorrenza della depressione può aumentare fino al 50% dopo il primo episodio non trattato, al 70% dopo il secondo e fino al 90% dopo il terzo (Burcusa & Iacono, 2007). Se a ciò si aggiunge che ogni episodio successivo tende a essere più severo e resistente, il “costo” in termini di sedute totali, di sintomi percepiti nell’arco di vita e di peggiore funzionamento quotidiano a lungo termine può essere drammatico.
Intervenire al primo segnale di sofferenza significa non solo un percorso di terapia più breve, ma anche prevenire la necessità di sottoporsi a trattamenti ripetuti nel tempo. Nel caso della depressione, questo può tradursi in circa 12-18 sedute in meno per episodio depressivo. Un bel risparmio, no?
La salute mentale conta e riconoscere precocemente i segni di eventuali problemi può cambiare la vita. Ricevendo una diagnosi precoce e un intervento tempestivo, è possibile ottenere supporto e un trattamento adeguato prima che i sintomi peggiorino. Questo non solo aumenta le possibilità di guarigione, ma promuove anche una vita più sana e appagante.