expand_lessAPRI WIDGET

Essere caregiver: quando prendersi cura significa perdere se stessi

Essere caregiver significa assistere una persona fragile, un ruolo che può comportare perdita del sé e influire su benessere ed emozioni

Di Anna Boccaccio

Pubblicato il 04 Set. 2025

Essere un caregiver

Essere un caregiver significa prendersi cura in modo continuativo a livello domestico di una persona che necessita di supporto a causa di malattie, disabilità o condizioni di fragilità e scarsa (o del tutto assente) autonomia.

Una sfida significativa che i caregiver possono affrontare è la discrepanza percepita tra l’identità personale e il ruolo di caregiver, e il conseguente vissuto di perdita del sé.

 

Assistenza e perdita del sé

Assistere è un ruolo impegnativo e complesso, che spesso richiede a chi lo svolge di bilanciare i bisogni altrui con il proprio benessere psicofisico. In generale, i caregiver assumono un ruolo cruciale per la persona che assistono poiché offrono cura e supporto sul piano fisico, materiale, burocratico emotivo e sociale.

L’assistenza costante e continuativa può avere un impatto significativo sulla qualità di vita di chi si prende cura. Un fenomeno particolare e ancora poco esplorato nel campo della ricerca è quello della cosiddetta perdita del sé nel caregiver. Definito come una vera e propria perdita di identità, è un processo che può derivare dal sentirsi assorbiti e, talvolta sopraffatti, dal ruolo di caregiver (Skaff & Pearlin, 1992). I più esposti sembrano essere i coniugi, le donne e i caregiver più giovani, in particolare se dispongono di una rete sociale ristretta e se non ricoprono ulteriori ruoli al di fuori di quello di caregiver. La perdita del sé può essere associata a bassa autostima e allo sviluppo di sintomi ansiosi e depressivi. Inoltre, chi presta assistenza può sperimentare emozioni di rabbia e rancore nei confronti del proprio ruolo di cura o del destinatario delle cure, sviluppando ulteriori vissuti di senso di colpa e disagio emotivo.

Quali comportamenti, pensieri o stati emotivi possono suggerire una perdita di identità?

  • l’uso del pronome “noi” al posto di “io” nelle conversazioni (ad esempio, alla domanda “Come stai?” rispondere “Stiamo meglio, Giovanni si è ripreso”)
  • pensieri concentrati pressoché esclusivamente sulla persona da assistere e sulle incombenze della cura
  • perdita di interesse per le attività un tempo gradite
  • non concedersi tempo per i propri bisogni mentali, fisici, emotivi e spirituali (ad esempio, rinviare visite mediche e rinunciare a momenti di socialità)
  • vissuti di impotenza, tristezza e perdita di speranza che possono cronicizzarsi e sfociare in isolamento sociale, burnout, ansia, depressione e problemi come malattie cardiovascolari compromissione del sistema immunitario e sintomi cognitivi di perdita di memoria e confusione mentale (Heffner, 2024; Seabury et al., 2025).

Quali fattori possono contribuire alla perdita di identità personale nel caregiver

  • inversione di ruoli: essere figli e prendersi cura dei genitori o essere coniugi e ritrovarsi ad accudire il partner sono circostanze che possono produrre disagio emotivo nei caregiver;
  • sovraccarico del caregiver (anche detto caregiver burden): i caregiver possono percepire la loro identità personale come offuscata dal loro ruolo di cura, con conseguente senso di perdita del sé. Questo può essere particolarmente difficile per coloro che in precedenza si identificavano fortemente con la propria carriera, i propri hobby o i propri ruoli sociali, che potrebbero essere messi in pausa a causa delle nuove responsabilità di cura;
  • aspettative irrealistiche: i caregiver possono sentirsi sotto pressione nel tentativo di soddisfare aspettative irrealistiche, proprie o altrui, su cosa significhi essere un “buon” caregiver (ad esempio, dover prendersi cura dell’assistito 24 ore su 24 senza “concedersi” evasioni o occasioni di socialità o quali decisioni cliniche sia più giusto prendere). Questo può portare a sentimenti di inadeguatezza o colpa nel caso tali aspettative non vengano corrisposte.

Prendersi cura senza perdersi

È importante che il caregiver metta in atto comportamenti di cura verso se stesso, al fine di promuovere e migliorare la qualità di vita propria e di chi assiste. Alcuni suggerimenti possono essere utili per aiutare i caregiver a “non perdersi”:

  • Stabilisci dei limiti riguardo come vuoi essere trattato (sia dall’assistito che dal suo eventuale entourage), cosa sei o non sei disposto a fare, come vuoi che gli altri si comportino con te e con quali tempi e modalità sei disposto a prenderti cura;
  • Pianifica il tempo libero e mantieni hobby e attività che ti fanno sentire realizzato. Dai priorità ad alcune attività che ti danno gioia praticandole regolarmente (ad esempio, una passeggiata, seguire un corso online, un’attività creativa o ricreativa, uno sport o un caffè con un amico);
  • Rimani in contatto con familiari, amici e colleghi. Alcune persone sperimentano sollievo dal sovraccarico mentale ed emotivo e dall’isolamento sociale percepito attraverso la partecipazione a gruppi di volontariato per caregiver o associazioni locali;
  • Prenditi cura della tua salute: anche quando la salute della persona cara viene prima di tutto, è importante prendersi cura del proprio benessere fisico ed emotivo. Questo può significare concedersi un riposo adeguato, mangiare pasti equilibrati e praticare attività fisica a basso impatto. Fare esercizio fisico regolarmente può anche aiutare a ridurre i livelli di stress e mantenere una buona salute generale;
  • Cerca il supporto di cui hai bisogno: può trattarsi di amici, familiari, aiuto specialistico o associazioni di assistenza. Sono tutte risorse preziose su cui puoi contare nei momenti di bisogno. Parlare con un professionista e partecipare a gruppi di supporto può anche aiutare ad alleviare lo stress e offrirti uno spazio personale per parlare delle sfide e dei successi dell’assistenza.
Riferimenti Bibliografici
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Il burden del caregiver

Il caregiver burden è il carico psicofisico legato all’assistenza continua di persone fragili, con effetti significativi sulla salute e sul benessere

cancel