Un’emozione non ne esclude un’altra
Le emozioni sono stati psicologici complessi che coinvolgono reazioni fisiologiche, cognitive e comportamentali in risposta a eventi significativi e che condizionano le nostre decisioni, motivandoci ad avvicinarci o allontanarci da specifiche esperienze (Damasio, 1994). Tradizionalmente, le emozioni sono state categorizzate come positive o negative, un modello che sostiene che queste due classi siano opposte e mutuamente esclusive (Cacioppo & Berntson, 1994). Ad esempio, l’emozione della paura attiva meccanismi fisiologici che spingono l’individuo a fuggire, mentre sentimenti di affetto incoraggiano a restare vicino a chi amiamo (Ekman, 1992). Il modello tradizionale non tiene però conto della complessità delle emozioni miste, che contengono simultaneamente elementi positivi e negativi, sfidando l’idea che emozioni opposte non possano coesistere (Larsen & McGraw, 2011), come nel caso della nostalgia che proviamo nel ricordare momenti felici ormai conclusi.
In effetti, ricerche recenti suggeriscono che le emozioni possono manifestarsi in modi che non si allineano semplicemente a un continuum di positività e negatività (Scherer, 2005) ma, nonostante ciò, gli strumenti attualmente utilizzati nella ricerca per misurare le emozioni limitano la nostra comprensione delle emozioni miste, trattando le esperienze emotive come polarizzate lungo una scala continua ai cui poli ritroviamo, emozione negativa ed emozione positiva (Russell, 2003). Questi approcci non catturano la complessità e la ricchezza delle emozioni che le persone vivono nella vita quotidiana, e una migliore comprensione di queste dinamiche emotive potrebbe non solo arricchire la nostra comprensione scientifica, ma anche supportare le persone nel navigare le sfide delle transizioni della vita.
Le basi neurali delle emozioni miste
Secondo la teoria biologica delle emozioni, non possiamo essere contemporaneamente gioiosi e tristi; quando la gioia si attiva la tristezza si inibisce (Barrett & Bliss‐Moreau, 2009). Secondo la concettualizzazione delle emozioni miste, avverrebbe un rapido passaggio da uno stato emotivo ad un altro, impedendoci di farne esperienza nello stesso momento (Vaccaro, 2024).
Tuttavia, un gruppo di neuroscienziati ha condotto uno studio (Vaccaro et al., 2023) con l’obiettivo di scoprire come le emozioni miste vengono rappresentate nel cervello; nello specifico, verificare se le emozioni miste sono collegate a un pattern di attivazione cerebrale unico che si mantiene nel tempo. Dunque, è possibile provare emozioni positive e negative allo stesso tempo?
I ricercatori hanno sottoposto i partecipanti a risonanza magnetica funzionale, durante la quale hanno guardato un cortometraggio animato noto per indurre stati emotivi misti. Esso includeva sia il racconto del percorso fatto da una ragazza nel tentativo di diventare astronauta, sia la morte del padre, il quale l’aveva sempre sostenuta. Dopo la scansione, i partecipanti hanno rivisto il filmato e hanno indicato i momenti specifici in cui erano emerse emozioni positive, negative e miste.
Dai risultati sono emersi dei pattern specifici e costanti nelle regioni corticali come il cingolo anteriore e la corteccia prefrontale ventromediale (ventromedial prefrontal cortex, vmPFC): ciò significa che è stata rilevata un’attività significativa di queste regioni corticali sia quando i partecipanti hanno provato emozioni miste sia durante emozioni positive e negative. Al contrario, la corteccia insulare e l’amigdala si attivavano solo durante gli stati emotivi positivi e negativi, ma non per quelli misti; i ricercatori hanno spiegato questo esito sostenendo che la corteccia insulare e l’amigdala elaborerebbero le emozioni positive e negative come mutuamente esclusive (Vaccaro et al., 2023). L’attività registrata nel cingolo anteriore, area adibita all’elaborazione del conflitto e dell’incertezza (Monosov et al., 2020), può spiegare il senso di conflitto che emerge dal vissuto di emozioni contrastanti nello stesso momento (Berrios et al., 2015). Inoltre, il cingolo anteriore può processare le informazioni su obiettivi discrepanti così da poterle usare per prendere decisioni complesse (Nohlen et al., 2014). Dato che la corteccia prefrontale ventromediale integra le informazioni provenienti dagli stati emotivi con altre fonti di informazioni, come i ricordi e la conoscenza concettuale (Roy et al., 2012), può svolgere un ruolo centrale nella generazione delle emozioni complesse. La capacità di integrare molte e diverse fonti di informazioni potrebbe permettere al cingolo anteriore e alla corteccia prefrontale ventromediale di attivarsi in risposta all’integrazione di emozioni miste e complesse.
Tale studio fornisce prova del fatto che gli stati emotivi misti hanno una propria rappresentazione neurale costante nel tempo all’interno del sistema nervoso centrale. Le emozioni miste non sarebbero il risultato di una mera fluttuazione da uno stato emotivo positivo ad uno negativo, bensì sarebbero emozioni complesse e stabili aventi le proprie basi neurali nel cingolo anteriore e nella corteccia prefrontale ventromediale, regioni cerebrali diverse da quelle attivate dalle emozioni singole.
Il ruolo delle emozioni miste durante gli eventi di vita importanti
I risultati contribuiscono a spiegare come gestiamo le emozioni miste durante alcune situazioni, quali, ad esempio, le transizioni di vita. Esse hanno un ruolo fondamentale durante gli eventi di vita importanti: alcune volte possono aiutare a farvi fronte e si trasformano in ricordi da custodire (ad esempio, partire per andare a studiare un anno all’estero, lasciando a casa i propri affetti), altre volte possono essere anche molto frustranti e angoscianti (ad esempio, non riuscire a prendere una decisione in merito all’interrompere o meno una relazione romantica).
Ulteriori studi potrebbero aiutare le persone a comprendere meglio le emozioni miste, aiutandole a non viverle come ostacoli insormontabili e indecifrabili ma come informazioni utili, poi interiorizzate come ricordi (Vaccaro, 2024).