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Ridurre il rimpianto regolando le nostre emozioni

Un recente studio sostiene che alcune strategie di regolazione delle emozioni possono essere utilizzate per attenuare l’esperienza del rimpianto

Di Anna Boccaccio

Pubblicato il 29 Nov. 2024

Il rimpianto e il suo significato

Non, je ne regrette rien”, cantava Edith Piaf negli anni ‘50. Non tutti condividono la sua stessa fortuna di non avere nessun rimpianto.

Che cos’è il rimpianto? Per alcuni studiosi rappresenta un’emozione strettamente correlata alla vita quotidiana delle persone (Zhang, 2019), l’American Psychological Association lo definisce una risposta emotiva al ricordo di uno stato, condizione o esperienza passata che si vorrebbe fosse stata diversa, la psicologa e autrice Melanie Greenberg lo individua come stato cognitivo o emotivo che ci porta a incolpare noi stessi per un esito negativo, a provare un senso di perdita e tristezza per ciò che sarebbe potuto essere, desiderando di annullare una scelta fatta in precedenza (2012).

Doloroso da provare, il rimpianto può aiutarci a correre ai ripari e intraprendere un nuovo percorso, tuttavia se non si hanno possibilità di cambiare la situazione, rischia di trasformarsi in ruminazione, stress e ansia (Dey et al., 2018).

Il rimpianto assolve anche alcune funzioni adattive: contribuisce a dare un senso alla realtà attorno a noi e a raggiungere l’armonia all’interno della società, permette di acquisire consapevolezza e intuizione sul nostro modo di agire, ci aiuta a prevenire futuri comportamenti negativi e migliora la nostra capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati (Morrison & Roese, 2011).

Regolazione emotiva e rimpianto

Uno studio condotto dai ricercatori Crystal Reeck e Kevin LaBar (2024) sostiene che alcune strategie di regolazione delle emozioni possano essere utilizzate per attenuare l’esperienza del rimpianto. In particolare, provare a pensare agli eventi negativi “oggetto” del nostro rimpianto come a un portfolio potrebbe venirci in aiuto. 

Gli autori hanno sottoposto i partecipanti del loro campione a un esperimento basato sul gioco d’azzardo, in cui avrebbero dovuto prendere decisioni su quanto scommettere in base a due opzioni differenti per probabilità di guadagno e perdita. 

I partecipanti erano stati addestrati ad adottare due prospettive diverse nella decisione di scommettere: 

  • una prospettiva multipla o “a portfolio” appunto, in cui le persone erano invitate a considerare quella decisione come una delle tante della loro giornata, ininfluente nel bilancio complessivo. I partecipanti erano istruiti nel concentrarsi sul fare buone scelte in generale – e non nella prova specifica – puntando su risultati economici a lungo termine;
  • una prospettiva individuale, in cui si invitavano le persone a considerare quella scommessa come fosse l’unica della giornata, quella utile per ricevere un congruo pagamento o, al contrario, perdere tutto. I partecipanti erano addestrati a concentrarsi sulla singola decisione monetaria, come isolata da qualsiasi altra decisione.

In che modo le istruzioni ricevute hanno influenzato le decisioni future? La ricerca ha evidenziato che pensare in termini di prove multiple ha permesso ai partecipanti di regolare le proprie emozioni, sviluppando minore reattività verso la decisione da prendere e provare meno rimpianto per le scommesse sbagliate del passato. Parallelamente, entrambe le strategie si sono rivelate utili nel ridurre l’avversione alla perdita nelle scommesse future.

Come sostiene la professoressa Krauss Whitbourne (2024), citando le parole degli autori dello studio in un articolo dedicato al rimpianto, “la regolazione delle emozioni può modificare il rimpianto quando si prendono decisioni in condizioni di incertezza”. Per tale ragione, pensare a tutte le decisioni della nostra vita come parti di un tutto – singole esperienze all’interno di un più ampio portfolio per l’appunto – può modificare il nostro punto di vista e restituirci maggior soddisfazione e benessere rispetto alle decisioni prese in passato e aiutarci a prendere con più tranquillità quelle del presente. 

Il rimpianto potrebbe essere il risultato naturale del ricordare eventi che avremmo voluto andassero diversamente. Se non possiamo cambiare il passato, possiamo almeno cambiare il nostro punto di vista, per sperimentare emozioni più positive e appaganti.

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Anna Boccaccio

Redattrice di State of Mind

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