L’epidemia di solitudine
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la solitudine rappresenta attualmente una minaccia alla salute globale degli individui e delle comunità. Secondo gli esperti, gli effetti della solitudine sulla mortalità sarebbero equivalenti al fumo di 15 sigarette al giorno e persino peggiori degli effetti dell’obesità e dell’inattività fisica (Holt-Lunstad, Robles, Sbarra, 2017).
Solitudine e isolamento sociale
L’isolamento sociale e la solitudine sono fenomeni differenti ma altamente interconnessi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità intende la solitudine come un’esperienza soggettiva di isolamento o una discrepanza tra le aspettative e la realtà in termini di qualità e quantità di connessioni sociali (Prohaska, Burholt, Burns, 2020; Badcock, Holt-Lunstad, Bombaci, Garcia, Lim, 2022). Con il termine isolamento sociale si fa riferimento a una condizione di oggettiva assenza o scarsità di relazioni sociali, appartenenze a gruppi o comunità e interazioni sociali rare (Badcock, Holt-Lunstad, Bombaci, Garcia, Lim, 2022; Holt-Lunstad, Steptoe, 2021).
La carenza di connessioni sociali mette a rischio la salute psicofisica e la longevità degli individui: secondo alcuni studi la solitudine e l’isolamento sociale aumentano il rischio di morte prematura rispettivamente del 26% e del 29% (Holt-Lunstad, Smith, et al., 2015).
Inoltre, la solitudine e l’isolamento sociale sono fattori di rischio per la salute mentale, associati a un maggior rischio di esordio e mantenimento di disturbi d’ansia, depressione e demenza (Mann et al, 2022; Penninkilampi et al, 2018). I disturbi d’ansia e depressivi sono spesso caratterizzati dalla tendenza al ritiro sociale, che aumentano dunque il rischio di isolamento sociale e solitudine. E d’altro canto, le condizioni di solitudine e isolamento sociale aumentano il rischio di sviluppare disturbi depressivi e disturbi d’ansia, o di peggiorare sintomi ansiosi-depressivi già in essere (Domènech-Abella, et al., 2019; Loades et al., 2020). Al contrario, il supporto sociale e la presenza di condizioni di connessione sociale sono fattori protettivi essenziali anche in popolazioni caratterizzate da altri fattori di rischio per lo sviluppo di disturbi depressivi.
Qual è l’impatto della solitudine?
Il problema della solitudine e dell’isolamento sociale supera i confini geografici e generazionali: si riscontra in modo trasversale in diverse età e in diversi paesi, e ha impatti gravi sulla salute mentale e fisica e sul benessere degli individui e delle comunità.
Negli anziani, la solitudine è associata a un aumento del rischio del 50% di sviluppare demenza e a un aumento del 30% di probabilità di avere ictus o episodi di coronaropatia (Kuiper, Zuidersma, Oude Voshaar, 2015; Valtorta, Kanaan, Gilbody, 2016).
La solitudine impatta anche sulle nuove generazioni. Secondo alcuni studi, tra il 5 e il 15% degli adolescenti sarebbero isolati socialmente e vivrebbero elevati livelli di solitudine (Surkalim et. Al, 2022), con una percentuale in ulteriore ascesa nei paesi africani rispetto ai paesi europei. I giovani che riferiscono elevati livelli di solitudine a scuola sono più a rischio di abbandono scolastico, anche universitario, così come la sensazione di sentirsi poco connessi agli altri sul lavoro si riflette su una scarsa soddisfazione e performance lavorativa.
Le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
Per affrontare l’epidemia di solitudine, in quanto condizione che si sta espandendo in maniera preoccupante, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha istituito per il triennio 2024-2026 una commissione specifica, chiamata Commission on Social Connection, per mettere a punto un’agenda e una serie di azioni volte a promuovere consapevolezza e affrontare il rischio di isolamento sociale e solitudine nella popolazione. L’epidemia di solitudine e isolamento sociale, esacerbata e resa più visibile nelle fasi di pandemia da COVID-19, permane ad oggi come un tema di minaccia globale alla salute psico-fisica.
Ricostruire connessioni sociali deve essere oggi una priorità per la salute pubblica globale … richiederà riorientare noi stessi, le nostre comunità e le nostre istituzioni per dare priorità alle connessioni umane e a relazioni sociali sane (Vivek Murthy, US Surgeon General, Advisory, 1 Maggio 2023).