Sonno e insonnia
Trascorriamo un terzo della nostra vita a dormire, equivalente a circa 26 anni (Kuhlmann et al., 2008). Questo periodo di tempo non è soltanto inevitabile, ma riveste un’importanza cruciale per il nostro equilibrio fisico e mentale.
Tuttavia, cosa accade quando le ore di sonno vengono sacrificate o quando dormiamo in modo insufficiente? L’insonnia è la risposta a questa domanda, una condizione che si manifesta quando incontriamo difficoltà nell’iniziare o nel mantenere un sonno rigenerante. Questo disagio, quando assume una gravità o persistenza clinicamente significativa, si traduce in una compromissione del nostro funzionamento quotidiano (APA, n.d.).
L’insonnia può essere originata da diversi fattori, che vanno da condizioni fisiche transitorie o croniche a disagi di natura psicologica (APA, n.d.). Ciò che rende l’insonnia particolarmente rilevante è il suo impatto sulla nostra salute complessiva. Infatti, la deprivazione del sonno ha conseguenze negative su diversi aspetti, tra cui l’attenzione, la memoria di lavoro, le emozioni e persino sull’apprendimento (Krause et al., 2017).
Ci sono due tipi di insonnia, primaria e secondaria (American Academy of Sleep Medicine, 2008):
- L’insonnia primaria è l’insonnia che non può essere attribuita a una causa medica, psichiatrica o ambientale esistente (come l’abuso di sostanze o farmaci).
- L’insonnia secondaria si verifica quando i sintomi dell’insonnia derivano da una malattia medica primaria, disturbi mentali o altri disturbi del sonno. Può anche derivare dall’uso, dall’abuso o dall’esposizione a determinate sostanze.
Cause dell’insonnia
L’insorgenza dell’insonnia può derivare da molteplici fattori, sia di natura fisica che psicologica. La forma primaria è associata ad un aumento dei livelli di arousal, influenzato da vulnerabilità genetica, stress psicologici o medici e comportamenti legati al sonno (Riemann et al., 2010).
Diversamente, l’insonnia secondaria è spesso causata da malattie psichiatriche e fisiche, dolore cronico e abuso di sostanze (Kellet, 1993).
La forma cronica dell’insonnia è frequentemente scatenata da fattori precipitanti, come lo stress acuto, le condizioni lavorative, le malattie e i viaggi, e da fattori continui come una scarsa igiene del sonno, l’ansia e l’uso di farmaci (Léger et al., 2005).
Ciò che perpetua l’insonnia è l’eccessiva preoccupazione legata al sonno e alle sue conseguenze, generando ansia e una percezione esagerata delle complicazioni notturne e diurne (Hall, 2002).
Conseguenze dell’insonnia
Per una salute ottimale, gli adulti dovrebbero dormire almeno 7 ore a notte (Watson et al., 2015).
Dormire regolarmente meno di 7 ore a notte è associato a esiti avversi per la salute, tra cui aumento di peso, obesità, diabete, ipertensione, malattie cardiache, ictus, depressione e un aumento del rischio di morte. Questa carenza di sonno è anche collegata a un sistema immunitario compromesso, maggiore sensibilità al dolore, prestazioni inferiori, maggiori errori e un incremento del rischio di incidenti.
Dormire regolarmente più di 9 ore a notte può essere appropriato per giovani adulti, coloro che stanno recuperando il “debito di sonno” e individui malati. Tuttavia, non è ancora chiaro se il sonno prolungato oltre le 9 ore sia associato a rischi per la salute per le altre persone.
Chiaramente, l’insonnia impatta anche sull’ambito personale e lavorativo con un aumento dell’assenteismo, incidenti sul posto di lavoro, ridotta produttività e minore soddisfazione lavorativa (Kucharczyk et al., 2012).
Il fenomeno dell’insonnia in Italia
L’insonnia è il disturbo del sonno più frequente nei paesi industrializzati, colpendo, nella sua forma cronica, circa il 10% della popolazione europea (Palagini et al., 2023). In Italia, tale percentuale sembra essere ancora più elevata. Secondo l’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS, n.d.) sono 12 milioni gli italiani che soffrono di disturbi del sonno, circa 1 su 4.
Il recente studio di Palagini e colleghi (2023) sottolinea l’importanza di valutare i sintomi dell’insonnia nella pratica clinica italiana.
La terapia cognitivo-comportamentale è consigliata come prima opzione, quando possibile. A livello farmacologico, nella scelta dei farmaci, è importante considerare diversi fattori come il tipo di insonnia, l’età, le condizioni di salute e gli effetti collaterali.
Come gestire l’insonnia
L’insonnia si configura non solo come una sfida individuale, ma anche come un problema di salute pubblica di rilevanza crescente. Le sue implicazioni sulla qualità della vita, sul funzionamento quotidiano e sulla salute generale sono profonde e variegate. Tuttavia, la consapevolezza dell’importanza del sonno e delle sue connessioni con la salute mentale e fisica sta aumentando.
Affrontare l’insonnia richiede un approccio versatile e mirato. La psicoterapia si rivela un efficace strumento per comprendere e gestire le radici psicologiche dell’insonnia al di là della semplice gestione dei sintomi.
Parallelamente, anche nuovi farmaci rappresentano un’opzione importante, offrendo soluzioni farmacologiche innovative e mirate.