L’ansia relazionale
La relazione con il proprio partner dovrebbe essere un luogo sicuro in cui concedersi per quello che si è, senza preoccuparsi di quello che l’altro potrebbe pensare o di oscuri motivi per cui ci dovrebbe lasciare. Eppure, oggi sono numerose le persone che riportano sentimenti di angoscia significativi all’interno del loro legame sentimentale. La psicologia chiama questo fenomeno ansia relazionale. Seppur sia una condizione riconosciuta all’interno della comunità scientifica, non si tratta né di una diagnosi né di un sintomo direttamente collegato a un disturbo mentale. Piuttosto, come definito dagli psicologi Romero-Canyas e Downey (2013), essa sarebbe la paura persistente, pervasiva ed eccessiva del rifiuto o dell’abbandono inaspettato in una relazione, anche quando questa presenta caratteristiche di durevolezza, stabilità e amore radicato. In alcuni casi, questa ansia può portare a condotte disfunzionali, come l’evitamento o la ricerca di rassicurazione eccessiva, che finiscono col mettere a repentaglio la relazione di cui si teme la rottura.
La paura del rifiuto: le radici nello stile di attaccamento
Non tutti vivono il rapporto col proprio partner sulla base di questi pensieri ed emozioni e, allora, perché alcune persone sviluppano ansia da relazione mentre altre si sentono sicure nel loro legame? Una spiegazione riguarda lo stile di attaccamento, sviluppato nei primi anni di vita in modo diverso a seconda della qualità relazionale sperimentata col proprio caregiver (Ainsworth et al.,1978):
Attaccamento sicuro
Lo stile di attaccamento sicuro è il più sano e deriva da un bambino che ha un caregiver primario prevedibile, caloroso e coerente che si prende cura dei suoi bisogni fisici ed emotivi. I bambini con questo attaccamento diventeranno adulti intraprendenti, sicuri di sé e in grado di darsi all’altro senza timori eccessivi.
Attaccamento insicuro-ambivalente
Un bambino con uno stile di attaccamento insicuro-ambivalente ha un caregiver primario incoerente che vacilla tra il calore e la distanza. Per questo, si sente insicuro e fatica a determinare quando e come riceverà affetto e calore dal caregiver. Molti bambini con questo attaccamento diventano adulti bisognosi, dipendenti e con una paura del rifiuto che tende ad essere proiettata sul partner.
Attaccamento insicuro-evitante
Un bambino con attaccamento insicuro-evitante è cresciuto con la convinzione di non ricevere aiuto e regolazione emotiva nel momento del bisogno e della difficoltà. Ha esperito il mondo facendo affidamento su se stesso e ha la credenza che l’altro sia una figura inaffidabile. Essendo figli di un caregiver respingente e distanziante, i bambini con questo stile di attaccamento hanno la convinzione di non essere amati e tendono a rifiutare la vicinanza con l’altro nella relazione.
I segni dell’ansia nella relazione sentimentale
Secondo la Dott.ssa Carter (2023), ci sarebbero alcuni segnali indicativi della possibile presenza di ansia relazionale nell’individuo:
- Sforzi per evitare un abbandono reale o immaginario: coloro che lottano con l’ansia da relazione sono così preoccupati di essere lasciati che cercano di non essere in disaccordo o causare tensione nella relazione;
- Bisogno ricorrente e costante di rassicurazione: hanno un bisogno insaziabile di sicurezza e richiedono continua conferma di essere amati e che la relazione non finirà;
- Intense emozioni legate a problemi minori: quando la relazione attraversa un momento difficile, hanno reazioni emotive sproporzionate alla situazione;
- Difficoltà nel prendere decisioni: le persone con ansia relazionale mancano di fiducia in se stesse e, pur avendo idee e piani definiti, chiedono eccessivamente ai loro partners di rassicurarli nel processo decisionale;
- Paura di essere lasciati: possono riflettere su cosa farebbero se la relazione finisse attraverso pensieri frenetici e ruminativi;
- Interpretare erroneamente il feedback come un rifiuto: tendono a vedere la maggior parte dei riscontri, anche positivi, come una prova che il loro partner non è soddisfatto della relazione.
È normale provare ansia in situazioni di forte stress in una relazione. Quando qualcuno soffre di ansia da relazione, però, il principale fattore di stress è la paura dell’abbandono. L’ansia relazionale può essere paralizzante perché coloro che lottano contro il timore abbandonico desiderano la vicinanza, mentre i loro sintomi tendono ad allontanare gli altri, che li vedono come bisognosi e stancanti.
Come curare l’ansia da relazione
E’ possibile intervenire sulll’ansia relazionale, secondo la Dott.ssa Carter (2023) attraverso alcuni fondamentali passaggi:
Studiare se stessi
Potrebbe essere utile chiedersi le seguenti domande: quando l’ansia è più pesante? È subito dopo una discussione? Mentre il tuo partner è in viaggio per lavoro? Quando lavora fino a tardi?
Non rendere il partner il proprio terapeuta
Il partner non ha una visione obiettiva di noi e della nostra storia e questo lo può rendere vulnerabile a pregiudizi.
Cercare una terapeuta professionale
La paura dell’abbandono ha bisogno di essere esplorata con l’aiuto di un professionista che può aiutare a elaborare le proprie esperienze traumatiche e ad apprendere abilità per affrontare efficacemente l’ansia.
Come può aiutare il partner?
Essere il partner di qualcuno che soffre di ansia relazionale può essere faticoso, perché le continue richieste di far sentire l’altro sicuro possono essere scoraggianti e soffocanti. Molti partner premurosi pensano che, se smettono di soddisfare il bisogno di sicurezza del proprio partner, questo smetterà di chiederla. In realtà, trattenere le proprie emozioni, positive o negative, fa esattamente il contrario: da un lato diminuisce la fiducia da parte dell’altra persona e dall’altro si potrebbe essere fraintesi come indifferenti o distanzianti. Il consiglio più utile è quello di sostenere il proprio partner nel cercare un supporto psicoterapeutico e nel trovare insieme altri modi per gestire la paura dell’abbandono e dell’ansia in modo costruttivo.