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Le epidemie psichiatriche: il caso Koro

La sindrome di Koro è una distorsione dell’immagine corporea dei genitali maschili che risulta fortemente legata alla cultura di appartenenza

Di Elisabetta Carbone

Pubblicato il 27 Set. 2023

La sindrome di Koro

La Sindrome di Koro, conosciuta anche come Sindrome di Retrazione Genitale (Genital Retraction Syndrome, GRS) è una condizione in cui l’individuo, generalmente un maschio adulto, percepisce una progressiva e irrealistica diminuzione della lunghezza del pene, che porta alla paura che il proprio organo genitale stia rientrando all’interno della cavità addominale, scomparendo completamente e causando la morte.

Una sindrome ansiosa

Il termine Koro significa, in lingua malese, “testa di tartaruga”, metafora evocativa del fenomeno in questione. Questa anomalia percettiva riguarda la distorsione dell’immagine corporea dei genitali maschili, che si traduce nella paura che il pene si stia rimpicciolendo progressivamente, fino a scomparire nell’addome, provocando la morte. Anche se il mutamento corporeo viene vissuto in modo dinamico e progressivo nel tempo, a livello fisiologico è assente qualsiasi danno oggettivo, e la funzionalità organica risulta nella norma.

La sintomatologia presenta le caratteristiche tipiche dei disturbi d’ansia, con picchi acuti o talvolta attacchi di panico causati dall’intensa e improvvisa ansia che nasce dalla paura irrazionale che quanto sopra descritto possa verificarsi. Non è infrequente che alla sintomatologia ansiosa si aggiunga un grave stato depressivo.

Anche se la sindrome colpisce quasi esclusivamente il sesso maschile, nelle donne è possibile riscontrarla come paura e ansia intensa che gli organi protrudenti (come vulva, capezzoli, grandi labbra e genitali esterni) possano ritirarsi all’interno del corpo.

Un difficile inquadramento diagnostico

Nel DSM-5 troviamo la sindrome di Koro nei “Disturbi d’ansia con altra specificazione”, in quanto il sintomo prevalente è l’ansia intensa, irrazionale e improvvisa, associata alla paura che i genitali possano scomparire.

A livello epidemiologico è molto complesso stimare la presenza e la diffusione del disturbo, in quanto il DSM-5 la inserisce nella sezione dedicata ai “Concetti culturali di sofferenza”, indicizzata come “Death syndrome”, una categoria ampia, eterogenea e variegata che comprende diverse condizioni, la cui incidenza complessiva comprende circa il 64% degli uomini che si rivolgono all’assenza psichiatrica in India e il 30% in Pakistan.

La prevalenza è sicuramente maschile, e risulta fortemente legata alla cultura di appartenenza, colpendo principalmente la popolazione del Sudest asiatico. Sembra essere più frequente in individui con un basso livello d’istruzione e con caratteristiche di personalità dipendente, con scarsa fiducia nella propria virilità e con conflitti nell’espressione della propria sessualità, oppure — agli antipodi — in individui che presentano un’eccessiva promiscuità sessuale.

Il disturbo, che può presentarsi anche in maniera intermittente, ha un esordio generalmente improvviso e si manifesta come una distorsione dell’immagine corporea caratterizzata dalla percezione che le dimensioni e il tono dei genitali stiano mutando, generando la conseguente paura di perdere potenza sessuale, di impazzire o di essere posseduti da spiriti malvagi, paura di morte imminente, paura di perdere i genitali o che questi possano ritrarsi nell’addome.

Il Koro è un’epidemia culturale?

Come accennato, la maggioranza dei casi noti riguarda le popolazioni del Sudest asiatico. I primi casi documentati risalgono al XX sec. presso l’isola di Sulawesi (in Indonesia, ad est del Borneo) e, successivamente, sotto forma epidemica in Cina nel 1907, a Singapore negli anni ’60, in Tahilandia e in India tra gli anni ’70 e ’80. La sindrome è diffusa anche in Bangladesh, Giappone, Filippine e in Africa.

Attualmente la diagnosi di Koro è ufficialmente codificata in Cina, mentre in Occidente è oggetto di attenzione da parte della psichiatria transculturale.

Proprio in Cina si sono verificate 5 forti esplosioni epidemiche, nel 1948, 1955, 1966, 1974 e nel 1985. Quest’ultima, durata oltre un anno, ha colpito in 16 città diversa circa 3000 soggetti che hanno sperimentato un corteo sintomatologico ansioso acuto, il timore di sterilità e di impotenza e la sensazione di morte imminente dovuta all’ostruzione delle vie urinarie. La medicina tradizionale cinese ha utilizzato esorcismi e l’assunzione di miscele ottenute da code e peni di tigre e di cervo, ma anche trazioni meccaniche del pene con il tentativo di mantenere l’organo all’esterno del corpo.

In Europa

In realtà nessuna società è immune da alcun disturbo, che può presentarsi con etichette diagnostiche o sfumature diverse: in questo caso possiamo parlare di Disturbo da dismorfismo penieno (Penile Dysmorphic Disorder, PDD). Questi pazienti sono preoccupati per la forma e le dimensioni del pene, sperimentando un senso di vergogna tale da limitare la vita sessuale e sociale, nonché evitare la ricerca di aiuto da parte di specialisti, preferendo informarsi su internet rispetto al confronto con psicologi e urologi. Il risultato è l’acquisto online di inutili e improbabili estensori del pene che portano al danneggiamento dei corpi cavernosi e della funzionalità erettile. Proprio a causa della vergogna che porta al ritiro, si ipotizza che in Europa questo disturbo sia molto sottostimato.

Tuttavia, il Disturbo da dismorfismo penieno ed il Koro non sono esattamente la stessa cosa: le grandi assenti sono l’angoscia panica e la sensazione di morte imminente, anche se nel caso del Disturbo da dismorfismo penieno può essere presente in comorbilità un disturbo depressivo, con conseguenti pensieri di morte.

La diagnosi differenziale

È innanzitutto importante porre diagnosi differenziale con le seguenti condizioni:

  • Fobie specifiche: nel Koro il fattore scatenante è la paura che i genitali si ritraggano all’interno del corpo causando la morte, situazione che non è riferibile ad altri tipi di fobia. Inoltre, non è richiesto il periodo di permanenza del disturbo superiore a 6 mesi;
  • Attacco di panico, dato che la data degli episodi si può protrarre per diversi giorni;
  • Dismorfismo corporeo: manca l’attenzione verso l’aspetto esteriore dei propri genitali, che non vengono visti come difettosi o abnormi;
  • Disturbi psicotici: non sono presenti alterazioni del pensiero, dell’eloquio e del comportamento, allucinazioni, deliri e sintomi negativi;
  • Disfunzioni sessuali: il soggetto con Koro riesce ad avere relazioni sessuali e provare piacere sessuale; il disturbo infatti può essere presente anche in pazienti con una vita sessuale attiva.

La paura di perdere i genitali è oltretutto considerata normale nei bambini, tanto che tende a sparire naturalmente nel corso dello sviluppo. Il permanere di questa paura in età adulta può meritare attenzione clinica, tenendo sempre in considerazione la valutazione delle fasi di sviluppo in relazione alla cultura di origine, consultando ad esempio un mediatore culturale durante la fase di diagnosi.

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