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ADHD: dall’infanzia alla terza età (2021) a cura di C. Termine, M. Uccello e L. Ventriglia – Recensione

Diversi capitoli dedicati alle fasi di vita che trattano in modo approfondito le manifestazioni dell’ADHD e gli interventi mirati a riguardo

Di Maria Gazzotti

Pubblicato il 05 Set. 2023

Il disturbo da deficit di attenzione, iperattività e impulsività

Il disturbo da deficit di attenzione, iperattività e impulsività (ADHD) è un disturbo del neurosviluppo frequente. Mentre parecchia attenzione è sempre stata data al disturbo in età evolutiva e alla sua diagnosi e trattamento, è più recente l’attenzione all’ADHD nell’adulto. Ciò ha reso difficile l’identificazione del disturbo in età adulta, poiché è stato a lungo dato per scontato che all’aumentare dell’età il disturbo andasse in remissione o la persona riuscisse a sviluppare strategie per gestire le difficoltà che l’ADHD comporta nel quotidiano.

Il libro si rivolge sia ai clinici e gli specialisti, sia alle persone con ADHD e ai loro familiari, offrendo in modo chiaro e allo stesso tempo scientifico informazioni di base sul disturbo. Punto di forza è sicuramente la cura con cui vengono fornite informazioni concrete sia per quanto riguarda il processo diagnostico, sia per quanto riguarda le strategie di intervento.

Il volume è suddiviso in diversi capitoli, dedicati alle fasi di vita, che trattano in modo approfondito le manifestazioni dell’ADHD e gli interventi mirati a riguardo; di seguito si accenna brevemente l’organizzazione dei capitoli.

L’ADHD nell’età evolutiva

Nella prima infanzia gli aspetti che possono risultare più evidenti sono quelli di impulsività e talvolta aggressività, che risultano difficili da gestire e contenere dall’adulto e, se non riconosciuti, possono rendere difficoltoso l’avvio di una presa in carico che sia utile al bambino nell’immediato e nel lungo termine. Già dai 3 anni, spiegano gli autori, è infatti possibile strutturare un intervento neuropsicomotorio mirato. È evidente quanto sia fondamentale intervenire precocemente. Alcuni esempi di intervento forniti sono quelli di puntare su attività che permettano di scaricare le energie proprio a livello motorio, in modo da permettere al bambino di liberarsi dell’energia accumulata in modo sano e non distruttivo, evitando di sgridarlo ma accogliendo le sue difficoltà e dandogli modo di scaricare la tensione, con un atteggiamento aperto e disponibile.

Successivamente il volume prosegue con il trattamento del disturbo in età scolare: quello di elezione è di tipo multimodale, prevedendo training comportamentali molto concreti, che coinvolgono sia il bambino che la famiglia e il contesto scolastico. Se ritenuto necessario sarà possibile integrare il training con un trattamento farmacologico.

L’età adolescenziale, periodo di per sé di crisi e cambiamento, può risultare ancora più impegnativa per l’adolescente con ADHD, che può manifestare particolare fragilità emotiva e difficoltà nel controllare le proprie emozioni, ancor più di quanto non sia già tipico di questa età. L’aumento dell’impegno scolastico può comportare anch’esso maggiori difficoltà, per cui è necessario tenere a mente la possibilità di redigere un piano didattico personalizzato (PDP) che risulterà d’aiuto per studenti e insegnanti. L’intervento con i ragazzi con ADHD deve poter essere d’aiuto nei diversi ambiti, andando a lavorare sulle funzioni esecutive attraverso tecniche mirate (anche in questo caso coinvolgendo sia il contesto familiare che quello scolastico) che gli autori descrivono nel manuale.

L’ADHD nell’adulto

Come sopra accennato, l’adulto con ADHD spesso convive da anni con i sintomi del disturbo, ma non necessariamente ha ottenuto una diagnosi precoce, per cui può giungere al clinico in seguito a letture e ricerca di informazioni autonome che l’hanno portato a sospettare una diagnosi di questo tipo. Inoltre, i servizi per l’ADHD nell’adulto in Italia sono meno presenti rispetto a quelli dell’età evolutiva, per cui, spesso, il giovane adulto si trova “scoperto” o addirittura arriva ad una diagnosi solo tardivamente. A complicare la diagnosi di ADHD in età adulta si aggiunge la disregolazione emotiva, spesso presente in queste persone e talvolta fuorviante per il clinico, che può non riuscire a collocarla come manifestazione dell’ADHD, così come la procrastinazione, la difficoltà nella percezione e nella gestione del tempo e la sensation seeking.

I capitoli dedicati alla diagnosi e al trattamento dell’ADHD nell’adulto risultano a mio parere la parte più interessante del volume, proprio perché si tratta di aspetti meno trattati nei classici manuali e meno conosciuti dal clinico. Gli autori si soffermano sia sul protocollo diagnostico e le sue specificità, sia sui modelli di trattamento efficaci.

Infine, spesso trascurato, è il disturbo nella terza età, per cui un valore aggiunto del libro è proprio quello di dedicarvi un capitolo, in modo da dare spazio anche a questa fetta di popolazione, spesso non presa in considerazione quando si parla di ADHD.

I vissuti delle persone con ADHD

Un volume informativo e illuminante che affronta le manifestazioni dell’ADHD nelle diverse fasi di vita, soffermandosi sulla descrizione del vissuto delle persone con ADHD, permettendo di meglio comprendere le sue manifestazioni e le difficoltà quotidiane che possono essere colte o meno precocemente a livello clinico, ma che la persona con ADHD sperimenta e merita di vedersi riconosciute e trattate.

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Maria Gazzotti
Maria Gazzotti

Redattrice di State of Mind

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Termine, C, Uccello, M e Ventriglia, L. (a cura di) (2021). AHDH: dall’infanzia alla terza età. Diagnosi e metodi di intervento. Carocci Editore.
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