Lo studio condotto nel 2019 da DeLisi e colleghi ha avuto come scopo la valutazione dei fattori antecedenti al disturbo antisociale di personalità, quali esperienze avverse infantili e psicopatologie infantili.
Il disturbo antisociale di personalità: eziologia e caratteristiche
Gli individui con disturbo antisociale sono caratterizzati da tre o più dei seguenti criteri: impulsività, mancata conformità alle norme sociali, falsità, irritabilità, aggressività, trascuratezza della propria e altrui sicurezza, irresponsabilità e mancanza di rimorso (American Psychiatric Association, 2013). Inoltre, per ricevere questa diagnosi gli individui devono avere più di 18 anni e aver manifestato un Disturbo della Condotta prima dei 15 anni (APA, 2013).
Nel complesso, questi fattori rendono questo disturbo uno dei più impattanti negativamente a livello sociale, con gravi problemi di condotta, violenza e criminalità (Black, 2013; Moran, 1999).
Le cause del disturbo antisociale risultano essere multifattoriali, con basi biologiche e ambientali ed ereditarietà stimata al 38% (Altintas & Bilici, 2018; Loeber et al., 2000). Infatti, fattori ambientali quali esperienze avverse (Loeber et al., 2000) e psicopatologie infantili (Lahey et al., 2005; Storebø & Simonsen, 2016) si sono mostrati essere interconnessi con questo disturbo. Le prime si riferiscono a forme di abuso e di negligenza vissute durante l’infanzia e possono essere considerate le prime esperienze di socializzazione negative; le psicopatologie infantili invece comprendono, per esempio, il disturbo da Deficit dell’Attenzione/Iperattività, il Disturbo Oppositivo Provocatorio e i disturbi della Condotta.
Esperienze avverse, psicopatologie infantili e disturbo antisociale, quali connessioni?
Esistono differenti studi che hanno mostrato le associazioni esistenti tra esperienze avverse accumulate durante l’infanzia, problemi di salute e comportamenti aggressivi e violenti cronici (Baglivio, 2018; Wolff & Baglivio, 2017).
Uno studio condotto nel 2008 (Fergusson et al., 2008) che ha esaminato le relazioni tra abuso sessuale, abuso fisico infantile e disturbo antisociale ha riscontrato una prevalenza del disturbo dalle 2 alle 4 volte superiore tra coloro che avevano subito abusi sessuali rispetto a chi non l’aveva subito. In questo studio, è stato rilevato che l’abuso sessuale gioca un ruolo predittivo nei confronti del disturbo antisociale di personalità (ASPD). Inoltre, la prevalenza di disturbo antisociale di personalità tra coloro che avevano riportato abusi fisici si è mostrata essere dalle 2 alle sette 7 volte maggiore.
Uno studio (Lynam, 1996) che ha analizzato bambini e adolescenti con problemi di condotta di rilevanza clinica, accompagnati da sintomi di iperattività, impulsività e problemi attentivi, ha riscontrato una correlazione tra questa configurazione di sintomi e quelli propri del disturbo antisociale di personalità.
Uno studio riguardante la valutazione dei fattori antecedenti il disturbo antisociale di personalità
Nonostante i risultati significativi dal punto di vista statistico, molte interrelazioni non sono ancora chiare. Perciò, lo studio condotto nel 2019 da DeLisi e colleghi ha avuto come scopo la valutazione dei fattori antecedenti, quali esperienze avverse infantili e psicopatologie infantili.
I partecipanti erano 863 persone che avevano commesso crimini e che presentavano una sintomatologia di disturbo antisociale.
Dai risultati sono emersi dati coerenti con studi precedenti (Battle et al., 2004; Mersky et al., 2017). Uno di questi riguarda l’associazione riscontrata tra abuso fisico e disturbo antisociale di personalità. Infatti, l’abuso fisico potrebbe generare sentimenti di ostilità, disprezzo e sfiducia nei confronti delle figure autoritarie adulte, riconducibili ad uno stile di personalità caratterizzato da aggressività, irritabilità e indifferenza nei confronti degli altri.
Rispetto all’abuso emozionale e verbale, inoltre, l’abuso fisico genera segni e ferite visibili che permetteno più facilmente una segnalazione alle Autorità Giudiziarie per un cambio di affido e un ricollocamento presso nuove famiglie o comunità di minori, che, per molti autori di reato con severi problemi di condotta, è il primo passo verso un lungo processo di ricollocamento istituzionale.
Una forma di abuso che si è mostrata essere correlata ad una diagnosi di disturbo antisociale è l’abuso sessuale. Secondo gli autori questo riscontro risulta essere comprensibile: la forma più grave tra le categorie delle esperienze avverse infantili correlata ad una delle condizioni più severe di disturbo di personalità. D’altro canto, questa forma di abuso sembra avere una relazione significativa con la probabilità di commettere crimini sessuali (DeLisi et al., 2014; Drury et al., 2017; Papalia et al., 2017; Reavis et al., 2013; Widom et al., 2015).
Questi risultati sono coerenti con quelli di una recente metà-analisi che ha rilevato una correlazione tra abuso sessuale/fisico e devianza aggressiva (Braga et al., 2017).
Rispetto alle variabili psicopatologiche infantili, l’unica forma che si è mostrata essere collegata ad un disturbo antisociale in età adulta riguarda il disturbo della condotta; questo dato conferma le ricerche che hanno riscontrato che circa l’80/90% degli individui con diagnosi di disturbo antisociale hanno sperimentato il disturbo della condotta in età infantile (Loeber et al., 1995, 2002).
In qualunque modo si generi, il disturbo antisociale ha gravi conseguenze in termini di gravità e di crimini commessi. È stato visto che una diagnosi completa –ovvero una condizione che soddisfi i criteri necessari a differenza della condizione in cui siano presenti solo alcuni sintomi– è collegata ad una criminalità precoce, più cronica e più violenta. Un’eccezione riguarda gli individui arrestati per stupro, dove chi riferiva solo alcuni sintomi del disturbo, ha registrato un maggior numero di arresti rispetto a quelli con diagnosi completa.
Prospettive future
Ricerche future potrebbero concentrarsi sull’ordine di insorgenza di comportamenti dirompenti durante l’infanzia e l’adolescenza. In alcuni autori di reato si è vista una coincidenza tra il verificarsi di un trauma infantile e l’emergere di sintomi esternalizzanti, ovvero comportamenti problematici diretti verso l’ambiente esterno messi in atto per affrontare un disagio, presenti per esempio nel disturbo della Condotta e nel disturbo Oppositivo Provocatorio. Tuttavia, sarebbe necessario uno studio empirico a riguardo.
Dato il peso sociale di questo disturbo, associato a crimini e violenze, sarebbe necessaria una maggior focalizzazione alla prevenzione dei fattori di rischio quali le esperienze avverse infantili e interventi mirati per il trattamento del disturbo della condotta ai primi suoi segni.