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I bambini e la metacognizione (2022) di Gianna Friso e Paola Palladino – Recensione

"I bambini e la metacognizione" spiega il concetto di abilità metacognitive e fornisce indicazioni pratiche per il lavoro con bambini in età prescolare

Di Claudia Mineo, Sofia Chignola, Sofia Covini

Pubblicato il 06 Apr. 2023

Il libro “I bambini e la metacognizione. Metodi e attività per la scuola dell’infanzia” di Gianna Friso e Paola Palladino è stato pubblicato da Carocci nel 2022.

 

 Il manuale si rivolge ad insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori che si occupano di bambini in età prescolare ed è diviso in cinque capitoli più un’appendice, nella quale vengono forniti materiali utili a stimolare le abilità metacognitive dei bambini tramite attività laboratoriali in classe.

La metacognizione è la “conoscenza della conoscenza” ovvero la capacità di trovare la strategia migliore per avere un controllo sui propri processi mentali e di apprendimento e permette di raggiungere un punto di vista originale sugli eventi esterni. Le abilità metacognitive, di conoscenza e di riflessione sui propri pensieri e di quelli altrui viene acquisita fin dalla scolarizzazione primaria. È importante, perciò, che insegnanti ed educatori prendano in considerazione questa abilità cognitiva per porsi come guida e come stimolo di riflessione nella quotidianità del bambino. Infatti, educatori e genitori hanno un ruolo significativo nel processo di acquisizione delle competenze, dell’immagine del sé, della metacognizione e motivazioni legate a queste, nonché nella co-costruzione delle teorie delle abilità personali.

La metacognizione

I primi capitoli del libro introducono il concetto di metacognizione. Questa si suddivide in metacognizione dichiarativa (“conosco il mio pensiero”) e metacognizione procedurale di monitoraggio (“controllo il mio pensiero”). Se da una parte il bambino impara a cogliere gli elementi contestuali che favoriscono oppure ostacolano un processo cognitivo-comportamentale, che gli permette di raggiungere in modo efficace un obiettivo, dall’altra parte utilizza i segnali che giungono dall’esterno per correggere e modificare il comportamento stesso. In questo modo vengono sviluppati i processi di pianificazione delle attività, la ricerca degli errori e l’autocorrezione, che devono essere promossi dagli insegnanti in classe (per esempio, attraverso la Conversation Analysis, ovvero lo studio dei meccanismi e dell’organizzazione delle conversazioni nel mondo sociale).

È fondamentale sottolineare che queste capacità vengono raggiunte nel momento in cui il bambino sviluppa quella che viene definita “Teoria della Mente” (ToM), ovvero la capacità di riflettere sulla propria mente e quella altrui attribuendo contenuti specifici e distinti. In particolare, la ToM permette di riconoscere convinzioni e pensieri e come questi influenzano il comportamento. Il gioco simbolico –ovvero il “fare finta che”– è un precursore della Teoria della Mente e si può osservare nei bambini dall’età di due anni. Man mano che il bambino cresce sarà in grado di controllare il proprio comportamento in funzione della capacità di riflettere su di sé e sui propri pensieri. La Teoria della Mente si estende anche alla comprensione empatica delle emozioni altrui, che favorisce a sua volta la comprensione dei pensieri e delle azioni annessi. Per questo motivo vengono consigliate agli insegnanti delle attività che permettano di sviluppare tali competenze (per esempio, invitando gli alunni a “mettersi nei panni di”).

Una tappa fondamentale dello sviluppo della Teoria della Mente è la comprensione della falsa credenza, ovvero il riuscire a comprendere che l’altro può avere una idea differente dalla propria. Se in un primo momento il bambino avverte queste forme di pensiero come entità indipendenti, solo più avanti riuscirà a trovarne somiglianze e differenze per categorizzare in maniera ordinata la conoscenza del mondo che lo circonda e riconoscere la mente come un sistema di elaborazione di informazioni. Sono necessarie attività di memorizzazione, lettura e capacità fonologiche per implementare lo sviluppo di tale capacità.

La didattica metacognitiva

Nella seconda parte del libro viene illustrata la didattica metacognitiva che dovrebbe essere implementata nelle scuole. Questa prevede attività di discussione e insegnamento reciproci, modellamento dell’uso delle strategie e monitoraggio dei comportamenti, per aumentare le capacità di riflessione e consapevolezza delle attività cognitive. Ciò permette al bambino di focalizzarsi sulle proprie difficoltà e punti di forza cognitivi ed emozionali per favorire la crescita personale.

La ricerca ha evidenziato che tali insegnamenti producono delle prestazioni migliori nei bambini, che a loro volta acquisiscono un’attitudine migliore al compito e una maggiore motivazione all’apprendimento. Oltre a ciò, il bambino acquisisce la capacità di adattarsi alle situazioni nuove che incontrerà nel suo percorso di crescita. Analizzare insieme al bambino errori e successi è un’occasione per riflettere su quanto l’azione che viene compiuta è conseguenza del proprio pensiero, e sottolinea quindi l’importanza di riflettere su quest’ultimo.

L’utilizzo delle “situazioni ipotetiche” porta il bambino a compiere scelte positive e costruttive riconoscendo che ci sono regole e limiti da seguire che non sempre riflettono il loro punto di vista personale, ma che devono essere prese in considerazione quando si mette in atto un comportamento, per riuscire ad adattarsi alla situazione.

In ottica di interventi psicoeducativi è quindi importante aiutare il bambino a riflettere sulle proprie abilità mentali, per aumentare la fiducia in sé stessi e saper utilizzare le strategie cognitive con efficacia. Queste riflessioni dovrebbero essere svolte sia in fase preliminare (es. “come si potrebbe fare?”) sia in fase finale (es. “quanto è stato efficace?”) di un dato comportamento.

Successivamente, il manuale si focalizza sul rapporto tra l’alfabetizzazione e l’apprendimento della letto-scrittura nei bambini tra i 4-7 anni, tenendo anche in considerazione le abilità numeriche.

 Lo sviluppo delle capacità di letto-scrittura e precalcolo risultano fondamentali in ambito interpersonale, in quanto permettono ai bambini di relazionarsi e condividere informazioni all’interno del contesto sociale in cui si trovano. Alla luce dell’importanza che la letto-scrittura ricopre nel contesto culturale è possibile quindi affermare che il processo di alfabetizzazione non abbia inizio con l’apprendimento istituzionalizzato ma inizia a svilupparsi già in età prescolare grazie alle influenze del contesto sociale. Infatti, questa fase di sviluppo è ricca di interrogativi sulla propria esperienza, dunque la figura dell’insegnante gioca un ruolo significativo nella risposta a tali quesiti. Inoltre, l’insegnante attraverso un atteggiamento critico consente ai bambini di sviluppare una maggiore capacità di riflessione e promuove l’apprendimento di ulteriori strategie utili per l’inizio della scuola primaria.

Infine, vengono fornite delle indicazioni pratiche su come insegnanti ed educatori possano mettere in atto una didattica di tipo metacognitivo. In primo luogo, ci si focalizza sul ruolo dell’insegnante nel consentire un adeguato sviluppo della Teoria della Mente e sulla comprensione di come essa sia legata ai processi di apprendimento. In secondo luogo, si sottolinea l’importanza di implementare nel bambino l’autoconsapevolezza sul proprio funzionamento di apprendimento. In terzo luogo, è predominante la regolazione dei processi cognitivi connessi all’apprendimento. Come ultimo aspetto ci si sofferma sulla percezione, sull’autoefficacia, sull’autostima e sulla motivazione, le quali permettono al bambino di riflettere sui processi metacognitivi. Dal punto di vista pratico, ci si focalizza sull’importanza delle storie che presentano componenti metacognitive, e di come l’insegnante svolga un ruolo fondamentale nel raccontare le storie e stimolare la riflessione tramite l’uso di domande guidate, ma anche nello stimolare i bambini alla creazione e allo sviluppo dei propri racconti. Pertanto, il manuale si conclude con delle indicazioni specifiche per lo sviluppo di un progetto laboratoriale utilizzabile con bambini in età prescolare, che funge da esempio di come sia possibile mettere in atto la didattica metacognitiva nella scuola dell’infanzia.

Conclusioni

In conclusione, di questo manuale sono apprezzabili gli interessanti spunti di riflessione sia teorici che pratici riguardo l’importanza della metacognizione, il modo in cui si sviluppa, le sue declinazioni nell’ambito della didattica, ed in particolare lo sviluppo di laboratori di didattica metacognitiva. Inoltre, questo libro risulta utile nel fornire strumenti pratici per la stimolazione delle abilità metacognitive dei bambini in età prescolare, adatti sia all’utilizzo in classe, che come esempi modificabili dai docenti a seconda delle proprie esigenze.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Palladino, P., & Friso, G. (2022). I bambini e la metacognizione. Metodi e attività per la scuola dell’infanzia. Carocci.
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