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Metodo Montessori: è efficace con bambini che presentano difficoltà di apprendimento?

Il metodo Montessori prevede che l’insegnante assista i bambini per adeguare il lavoro al loro specifico livello di sviluppo

Di Cecilia Amico

Pubblicato il 10 Feb. 2023

Nel metodo Montessori l’insegnante guida il bambino all’interno di un’aula in cui l’apprendimento avviene attraverso l’esplorazione attiva, la scelta e l’apprendimento indipendente, perciò esplorando l’ambiente, sceglie autonomamente l’attività da fare e svolgendola da solo impara.

 

Che cos’è il metodo Montessori?

 L’educazione montessoriana è un metodo di istruzione centenario, utilizzato per la prima volta all’inizio del ‘900 con bambini con esigenze speciali e che continua a crescere in popolarità (Lillard & Else-Quest, 2006). Maria Montessori (1870-1952), una delle principali figure dell’educazione del XX secolo e pioniera dell’educazione speciale, creò inizialmente questo metodo per aiutare bambini con disabilità multiple ad apprendere concetti e abilità attraverso materiali pratici (Danner & Fowler, 2015): solo successivamente, infatti, estese il suo lavoro a bambini con intelligenza nella norma (Pickering, 1992).

Diversamente dai sistemi educativi odierni, dove l’attenzione è posta sui risultati in materie accademiche, l’obiettivo dell’educazione montessoriana è consentire al bambino di svilupparsi in modo ottimale (Marshall, 2017), attraverso un approccio sequenziale e strutturato all’apprendimento, che porti dal concreto all’astratto (Pickering, 1992). In particolare, secondo la Montessori, i bambini attraversano periodi sensibili per l’apprendimento e quest’ultimo avviene attraverso attività autogestite in un ambiente appositamente preparato con i vari materiali montessoriani (per esempio materiali sensoriali come la Torre Rosa e materiali didattici come quelli aritmetici). Al centro del metodo montessoriano c’è la triade dinamica tra bambino, insegnante e ambiente: l’insegnante guida il bambino all’interno di un’aula in cui l’apprendimento avviene attraverso l’esplorazione attiva, la scelta e l’apprendimento indipendente, perciò esplorando l’ambiente, sceglie autonomamente l’attività da fare e svolgendola da solo impara (Marshall, 2017). In questo senso il ruolo dell’adulto è quello di accompagnare e facilitare lo sviluppo naturale del bambino.

Visione montessoriana del bambino con difficoltà di apprendimento

La Montessori riteneva che gli standard utilizzati per valutare lo sviluppo normale fossero fuorvianti e subnormali, motivo per il quale non descrisse o definì mai con precisione i disturbi dell’apprendimento. Lei, infatti, sosteneva che attraverso un’educazione personalizzata in un ambiente preparato scientificamente, i bambini avrebbero rivelato nuovi standard di sviluppo e di gratificazione personale (Orem, 1969). Partendo poi dalla constatazione che gli educatori sembravano più interessati alla classificazione delle anomalie umane piuttosto che alla scoperta di modi per prevenirle, iniziò a sviluppare approcci educativi che catturassero l’interesse dei bambini con difficoltà di apprendimento (Brendtro, 1999).

La Montessori dunque iniziò a utilizzare delle linee guida che indicavano ritardi nello sviluppo (linguistici, motori, comportamentali, percettivi, organici o di funzionamento indipendente), deducendo la possibilità che, in presenza di tali ritardi, potessero insorgere delle difficoltà di apprendimento (Orem & Coburn, 1978). In particolare dunque, secondo la visione montessoriana, bambini predisposti o che presentano difficoltà di apprendimento possono avere problemi di attenzione, ordine e organizzazione, abilità motorie e percettive che portano a una scarsa formazione dei concetti. Questi problemi inducono a difficoltà nello sviluppo e nell’elaborazione del linguaggio orale, nell’apprendimento della letto-scrittura e nella comprensione delle astrazioni della matematica (Pickering, 2004).

Benefici del metodo Montessori su bambini con difficoltà di apprendimento

Il sistema montessoriano può aiutare bambini che presentano difficoltà di apprendimento in diversi modi: 1) fornendo l’ordine e la struttura necessari; 2) migliorando il comportamento motorio, la coordinazione e l’immagine corporea; 3) migliorando il funzionamento percettivo; 4) aumentando l’indipendenza attraverso l’acquisizione di abilità di autoaiuto; 5) sviluppando la concentrazione e l’attenzione; 6) sviluppando le abilità sociali e l’autodisciplina; 7) migliorando il linguaggio ricettivo ed espressivo (Orem, 1969). In particolare, aspetti del metodo Montessori che risultano cruciali affinché questi benefici si presentino, sono l’ambiente preparato, i materiali didattici e le lezioni individualizzate.

 L’ambiente preparato, favorisce l’individuazione di problemi evolutivi nelle loro fasi iniziali, diventando così anche un ambiente diagnostico. Infatti, l’approccio montessoriano prevede che l’insegnante assista i bambini per adeguare il lavoro al loro specifico livello di sviluppo (Orem & Coburn, 1978; Pickering, 2004). L’ambiente preparato dalla Montessori offre ai bambini la possibilità di vivere e imparare seguendo il loro ritmo: le regole di base, i materiali didattici e le altre caratteristiche dell’ambiente preparato offrono la cornice per la libera attività e forniscono un equilibrio dinamico tra spontaneità e struttura, elementi necessari per i bambini con difficoltà di apprendimento (Orem & Coburn, 1978).

Inoltre, i bambini che presentano queste difficoltà necessitano, ma in genere non ricevono, l’esposizione ordinata agli stimoli sensoriali offerta dai materiali didattici montessoriani. Permettere ai bambini con difficoltà di apprendimento di imparare attraverso il contatto diretto con il materiale ha un duplice vantaggio: da un lato esercizi e materiali di autoapprendimento sfruttano, durante gli anni della formazione, gli interessi e le capacità dei bambini, dall’altro consentono all’insegnante di avere molto tempo per osservare come e cosa i bambini stanno imparando (Orem & Coburn, 1978; Pickering, 2004).

Altro aspetto centrale è l’individualizzazione: le lezioni sono individualizzate alla luce delle capacità e dei livelli di apprendimento dei bambini. Questo è fondamentale per i bambini con difficoltà dell’apprendimento, avendo di solito capacità di apprendimento non omogenee e livelli di rendimento diversi. L’insegnante, dunque, pianifica lezioni individuali presentando materiali con difficoltà di apprendimento adatte al singolo bambino e, solo quando il bambino è pronto, vengono insegnate nuove materie (Orem & Coburn, 1978; Pickering, 2004).

Ad oggi quindi, il metodo Montessori risulta essere una risorsa di intervento efficace per la formazione di bambini con difficoltà di apprendimento, soprattutto in caso di bambini con Disturbi Specifici dell’Apprendimento e/o Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (Drigas & Gkeka, 2017; Gkeka et al., 2018). Inoltre, si è visto che la combinazione dei sistemi e dei materiali montessoriani con il supporto delle nuove tecnologie e la loro implementazione su vari tipi di tecnologie hanno portato a grandi risultati per quanto riguarda il supporto alla disabilità e il miglioramento dei processi di apprendimento (Drigas & Gkeka, 2017).

Conclusione

In definitiva, per chi si occupa di bambini che apprendono in modo diverso, il metodo Montessori offre molte possibilità, soddisfacendo le esigenze dei disturbi dell’apprendimento nel linguaggio, nella matematica, nella letto-scrittura, nella memoria, nell’attenzione e nella motricità (Drigas & Gkeka, 2017). Tuttavia, questo metodo non può essere considerato una risposta completa (Orem, 1969): per utilizzarlo con bambini con difficoltà di apprendimento è necessario, infatti, che il materiale venga integrato con altri materiali progettati specificatamente per bambini con queste difficoltà (Orem, 1969; Orem & Coburn, 1978; Pickering, 2004).

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Brendtro, L. K. (1999). Maria Montessori: Teacher of unteachable children. Reclaiming Children and Youth, 7(4), 201.
  • Danner, N., & Fowler, S. (2015). Montessori and Non-Montessori Early Childhood Teachers’ Attitudes Towards Inclusion and Access. Journal of Montessori Research, 1(1), 28.
  • Drigas, A., & Gkeka, E. G. (2017). ICTs and Montessori for Learning Disabilities. International Journal of Recent Contributions from Engineering, Science & IT (iJES), 5(3), 77.
  • Gkeka, E. G., Gougoudi, Α., Mertsioti, L., & Drigas, A. S. (2018). Intervention for ADHD Child using the Montessori Method and ICTs. International Journal of Recent Contributions from Engineering, Science & IT (iJES), 6(2), 4.
  • Lillard, A., & Else-Quest, N. (2006). Evaluating Montessori Education. Science, 313(5795), 1893–1894.
  • Marshall, C. (2017). Montessori education: A review of the evidence base. Npj Science of Learning, 2(1), 11.
  • Orem, R. C., & Coburn, M. F. (1978). Montessori: Prescription for children with learning disabilities. Putnam Publishing Group.
  • Orem, R. C. (Ed.). (1969). Montessori and the special child (Vol. 322). Putnam.
  • Pickering, J. S. (1992). Successful applications of montessori methods with children at risk for learning disabilities. Annals of Dyslexia, 42(1), 90–109. https://doi.org/10.1007/BF02654940
  • Pickering, J. S. (2004). The At Risk child: How the Montessori classroom enhances learning: Part 1. Montessori life, 16(1), 8.
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