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L’educazione montessoriana: caratteristiche ed effetti sulle funzioni cognitive nell’età infantile

L'educazione montessoriana sostiene l'importanza di stimolare l'interesse spontaneo del bambino ad apprendere ciò che lo circonda. 

Di Maura Crivellenti

Pubblicato il 18 Apr. 2016

Aggiornato il 19 Feb. 2017 10:26

Educazione montessoriana: Maria Montessori parla del bambino come di un embrione spirituale nel quale lo sviluppo psichico si affianca allo sviluppo biologico. Nello sviluppo psichico sono presenti dei periodi sensitivi, periodi specifici in cui il bambino è predisposto a sviluppare particolari capacità. Essa aveva una grande fiducia nello spontaneo interesse del bambino ad apprendere e studiò le condizioni necessarie perché ciò accadesse.

Maura Crivellenti, OPEN SCHOOL STUDI COGNITIVI

 

Gli effetti dell’educazione montessoriana sulle funzioni cognitive in età infantile

L’educazione montessoriana è nata in Italia oltre 100 anni fa. Nonostante i grandi cambiamenti storici avvenuti nell’ultimo secolo, oggi è ancora diffusa e apprezzata in tutto il mondo. Solo negli Stati Uniti ci sono oltre 4000 scuole, ma si trovano anche in India, in Canada, in Giappone, in Nuova Zelanda. In Europa sono numerose soprattutto in Germania, nel Regno Unito, in Irlanda, in Svezia, nei Paesi Bassi e in Italia, dove le scuole riconosciute sono circa un centinaio.

Maria Montessori fu la prima donna italiana a laurearsi in medicina, con una tesi in psichiatria. Nei primi anni della sua carriera si occupò dei bambini allora chiamati oligofrenici, bambini con insufficienza mentale. Si interessò a loro più dal punto di vista educativo che medico. Intraprese anche un viaggio verso Parigi, dove seguì gli insegnamenti di due medici, Jean Marc Itard ed Eduard Séguin, che si occupavano di bambini definiti “idioti”. Grazie anche alla loro esperienza si convinse sempre di più che per migliorare le condizioni di vita dei bambini oligofrenici, l’unico modo era quello di utilizzare l’educazione per potenziare le loro capacità mentali.

Dopo anni di studio, Maria Montessori aprì la prima Casa dei Bambini nel 1907, nel quartiere di San Lorenzo a Roma. Per la prima volta aveva la possibilità di occuparsi dello sviluppo dei bambini sani.
Da questo momento in poi, non solo svilupperà un metodo di osservazione scientifico dello sviluppo infantile, ma creerà anche materiali adatti a sviluppare competenze cognitive specifiche per ogni età, materiali che ancora oggi vengono utilizzati con grande successo nelle scuole Montessori di tutto il mondo.

 

Principi guida dell’ educazione montessoriana

Maria Montessori parla del bambino come di un embrione spirituale nel quale lo sviluppo psichico si affianca allo sviluppo biologico. Nello sviluppo psichico sono presenti dei periodi sensitivi, periodi specifici in cui il bambino è predisposto a sviluppare particolari capacità. Essa aveva una grande fiducia nello spontaneo interesse del bambino ad apprendere e studiò le condizioni necessarie perché ciò accadesse.

 

Il metodo Montessori

[blockquote style=”1″]Aiutami a fare da solo[/blockquote] è il più importante slogan della pedagogia montessoriana. Adulti ed educatori non devono sostituirsi al bambino. Maria Montessori aveva massima fiducia nell’interesse spontaneo del bambino e nel suo impulso naturale ad agire e a conoscere l’ambiente che lo circonda. Non un ambiente qualsiasi, ma un ambiente adatto e preparato scientificamente, che permetta al bambino di seguire la propria predisposizione, che sappia accendere il suo interesse ad apprendere, a lavorare, a costruire e a portare a termine un’attività: per questo Maria Montessori parla di auto-educazione. Il compito dell’adulto è quello di eliminare ciò che ostacola il disegno naturale dello sviluppo del bambino.

L’apprendimento è individualizzato, cioè focalizzato sul singolo bambino, cercando di rispettare gli specifici bisogni interiori di quel momento evolutivo, i suoi tempi e i suoi personali modi di apprendere. Questo è esattamente l’opposto delle scuole tradizionali, dove l’apprendimento è rivolto al gruppo, con tempi e modi stabiliti dall’adulto. Nell’educazione montessoriana non è il bambino che si adatta all’adulto, ma l’adulto che si adatta al bambino, nel rispetto dei suoi bisogni. Ogni azione dell’adulto è modulata per aiutare il singolo bambino, coinvolgendo contemporaneamente lo sviluppo fisico e psichico. Per questo motivo la didattica montessoriana viene chiamata psicogrammatica, psicoaritmetica, psicogeometria, ecc.

 

L’ambiente del metodo Montessori

L’ambiente deve essere adatto a soddisfare i bisogni naturali del bambino, ad accogliere bambini di età eterogenea e adatto al lavoro individuale e di gruppo.

[blockquote style=”1″]La scuola materna deve essere strutturata in funzione dell’autosviluppo del bambino, fornendo un ambiente accogliente e familiare in cui tutti i mobili e gli oggetti siano modellati sulle misure e sulle esigenze dei piccoli, i quali si organizzano da soli e si aiutano a vicenda. Non una scuola per i bambini, ma una scuola dei bambini.[/blockquote]

Il tipico ambiente montessoriano è uno spazio vivo, interamente posseduto e usato dai bambini. Per questo motivo ogni arredo deve essere a misura di bambino, in modo che anche gli oggetti riposti in esso siano fruibili senza l’intervento dell’adulto. Gli oggetti presenti devono essere i più veri possibile, cioè oggetti della vita di tutti i giorni e strumenti che funzionino davvero. Il gioco del “far finta” diventa significativo quando gli oggetti soddisfano il bisogno di fare e ciò significa anche rispettare le capacità del bambino.
È un ambiente molto ordinato e curato, in modo da essere invitante. L’atmosfera deve essere calma. Le voci dei bambini sono naturalmente controllate, perché le voci degli adulti non si alzano mai per gridare, chiamare a raccolta o per rimproverare.

 

Il materiale dell’educazione montessoriana

I materiali hanno lo scopo di regolare l’acquisizione graduale di capacità senso-motorie e sono stati costruiti unendo le esperienze di altri pedagogisti con le ricerche della stessa Montessori. Essi favoriscono lo sviluppo intellettuale del bambino e permettono l’autocorrezione.
Esistono diversi tipi di materiali:
-materiali per esercizi di vita pratica: perché nella Casa dei Bambini si svolge una vita vera e concreta, in cui tutte le mansioni domestiche sono affidate ai piccolini;
-materiali di sviluppo: altri oggetti che si prestano a uno sviluppo graduale dell’intelligenza che conduce alla cultura. Di questi fanno parte i materiali sensoriali (ad esempio: Torre Rosa, Aste della lunghezza, ecc.) e materiali didattici (linguaggio, aritmetica, ecc.).
Particolare interesse è stato rivolto al materiale sensoriale, che permette di dare ordine e chiarezza all’enorme quantità di “impressioni” che il bambino ha “assorbito” da 0 anni ai 2 anni e mezzo. Il bambino ha bisogno di mettere ordine e chiarezza.

Le caratteristiche che contraddistinguono questi materiali sono:

-Astrazioni materializzate: ogni concetto (grande-piccolo; pesante-leggero) è comprensibile grazie all’isolamento di una singola qualità.
-Gradualità: ogni gruppo di oggetti rappresenta la medesima qualità con gradazioni matematicamente stabilite tra un oggetto e l’altro.
-Contrasti: ogni gruppo di oggetti ha agli estremi il massimo e il minimo della serie.
-Estetica: gli oggetti devono essere attraenti.
-Spinta all’attività: l’oggetto per come è fatto stimola interesse nel bambino ma anche un’attività, ad esempio riconoscere, appaiare, graduare, fare combinazioni.
-Controllo dell’errore: ogni materiale è costruito in modo tale che abbia il controllo dell’errore già insito nel materiale, così il bambino potrà correggersi autonomamente. Questo conduce il bambino anche ad accompagnare i suoi esercizi con la critica e il ragionamento.
-Limiti: il materiale è limitato in quantità. Vi è una sola versione di ogni materiale.
-Precisione: le parole utilizzate dall’insegnante durante la presentazione di ogni materiale devono essere precise.

 

La libera scelta

L’ambiente montessoriano è studiato per suscitare nel bambino curiosità. Il bambino potendo scegliere di dedicarsi a ciò che desidera, lavorerà con sincera motivazione e interesse. Questo rende il processo di apprendimento molto più efficiente.
[blockquote style=”1″]La maestra presenta ora l’uno ora l’altro materiale, secondo l’età del bambino e secondo la progressione sistematica degli oggetti. Ma tale presentazione non è che un primo atto, che serve a far conoscenza. Secondo le attrattive varie, il bambino andrà scegliendo spontaneamente qualcuno tra gli oggetti di cui ha fatto conoscenza, già presentati.[/blockquote]

 

L’indipendenza

Non si può essere liberi se non si è indipendenti. Un’azione pedagogica efficace sui bambini deve essere quella di aiutarli a crescere sulla via dell’indipendenza.
[blockquote style=”1″]Tutto quanto è aiuto inutile, è impedimento allo sviluppo delle forze naturali.[/blockquote] Spesso gli adulti quando vedono un bambino in difficoltà tendono a fare al posto loro. Per l’adulto è più facile compiere l’azione al posto del bambino, piuttosto che fermarsi e fargli vedere come fare. In questo modo però il bambino non apprende e non sviluppa un senso di competenza.
[blockquote style=”1″]L’uomo che fa da sé concentra le forze sulle proprie azioni, conquista se stesso, moltiplica il suo potere e si perfeziona. Bisogna fare delle generazioni future uomini potenti, cioè indipendenti e forti.[/blockquote]

 

L’educatore montessoriano

L’insegnante è colui che veicola conoscenza e metodo di lavoro, cura gli spazi e li organizza con gli strumenti necessari alle attività autoeducative del bambino.
Il ruolo dell’insegnante per Maria Montessori perde di centralità e assume un ruolo di aiuto e facilitazione, organizzazione e osservazione della vita psichica e sociale del bambino. Il bambino viene guidato dall’insegnante nella scoperta dell’uso del materiale di sviluppo, creando una relazione ricca di affetto e stima reciproca. La maestra inoltre non è mai chiamata a giudicare!
[blockquote style=”1″]La maestra deve spiegare l’uso del materiale. Essa è un punto di collegamento tra il materiale e il bambino. La maestra facilita e chiarisce al bambino il lavoro attivissimo e continuo: scegliere gli oggetti ed esercitarsi con essi.[/blockquote]

La maestra deve conoscere bene il materiale e tenerlo di continuo presente in mente. Deve apprendere con esattezza la tecnica (sperimentalmente determinata e non casuale e soggettiva) della presentazione del materiale e seguire il bambino per guidarlo in modo efficace. Il ruolo dell’insegnante non riduce l’educazione a semplice spontaneismo. L’insegnante deve lasciare liberi i bambini solo quando avranno compreso l’uso del materiale e le regole della scuola.

 

Le regole nel metodo Montessori

Libertà non significa assenza di regole! Questo è uno dei più frequenti luoghi comuni sulle scuole montessoriane. Le regole però devono essere chiare e condivise, rispettate da adulti e bambini. Inoltre, devono essere discusse, comprese e non vissute come un’imposizione dall’alto, poiché permettono a tutti di vivere serenamente. Alcune regole riguardano ad esempio il tono della voce, il modo di muoversi nella stanza, le buone maniere a tavola, l’uso del bagno e dello spogliatoio…
Anche il materiale ha precise regole. Ciascun oggetto ha un luogo determinato. Il bambino può prendere un materiale soltanto dal luogo in cui è posto e una volta terminato di usarlo deve rimetterlo al suo posto, nella stessa condizione in cui l’ha preso. Chiunque inizi un lavoro deve concluderlo fino alla fine, per rispetto dell’ambiente e delle regole che lo dirigono. Nessun bambino può cedere il proprio materiale a un compagno, né prenderlo da lui. Questo permette di eliminare la competizione. L’oggetto che non è al suo posto non può essere preso e se il bambino lo desidera intensamente non può far altro che aspettare e pazientare che il suo compagno abbia finito di usarlo e l’abbia riposto nell’apposito spazio.

 

Educazione dei movimenti

Il movimento è essenziale per la vita. Secondo Maria Montessori l’educazione dei movimenti è inscindibile dalla più ampia educazione del bambino. I bambini piccoli hanno un bisogno irresistibile, naturale, di muoversi: l’educazione dei movimenti è un aiuto a spendere meglio le energie. Per questo motivo occorre inserire l’educazione muscolare nella vita pratica quotidiana dei bambini.
Ogni azione complessa ha movimenti successivi ben distinti tra loro: un atto segue all’altro. Cercare di riconoscere e di eseguire esattamente e separatamente quegli atti successivi è l’analisi dei movimenti.
[blockquote style=”1″]L’analisi dei movimenti va unita all’economia dei movimenti: non eseguire nessun movimento superfluo allo scopo è il grado supremo della perfezione. [/blockquote]Nelle Case di Bambini sono previsti diversi esercizi per l’analisi dei movimenti come quello del travasare, del vestirsi, dello spogliarsi, dello sfogliare un libro…

 

Gli studi sull’efficacia dell’educazione montessoriana

Nonostante la grande diffusione del metodo, gli studi che hanno analizzato l’impatto che l’educazione montessoriana ha sullo sviluppo infantile non sono molti. Gli studi esistenti presentano inoltre un quadro misto di risultati: alcuni mostrano risultati migliori di quelli di altri programmi, alcuni mostrano risultati simili e altri ancora addirittura peggiori. Un recente studio svolto nel 2012 negli Stati Uniti, con 172 bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni, ha dimostrato che la spiegazione di questi risultati contrastanti risieda nella fedeltà con cui viene applicato il metodo, cioè quanto il programma educativo sia aderente a quello originale studiato da Maria Montessori. Questa ricerca ha dimostrato che quanto più il programma era aderente con quello riconosciuto dall’AMI, l’Associazione Montessori Internazionale che ancora oggi ha il compito di supervisionare la rigorosità della formazione Montessori in tutto il mondo, migliori erano i risultati, rispetto ai programmi che integravano l’educazione montessoriana con attività tradizionali e programmi più convenzionali (non Montessori). I migliori risultati ottenuti dai bambini che seguivano un’educazione montessoriana classica, cioè fedele all’originale, riguardano le funzioni esecutive, la lettura e il vocabolario, la matematica e il problem solving sociale. Questi risultati sono molto importanti, perché vantaggi in queste aree predicono un miglior successo scolastico e migliori relazioni sociali.

 

Le funzioni esecutive nel metodo Montessori

Il miglior risultato è stato riscontrato nelle funzioni esecutive. Per funzioni esecutive si intendono quei processi necessari a programmare, a mettere in atto e a portare a termine con successo un comportamento finalizzato a uno scopo.
I punteggi dei bambini che seguivano un’educazione montessoriana classica erano molto più alti, rispetto a quelli dei bambini che seguivano un’educazione montessoriana integrata o non tradizionale. Avere delle forti competenze nelle funzioni esecutive in età prescolare comporta migliori competenze sia dal punto di vista didattico, che sociale, questo perché tali capacità sono viste come la chiave che permette di ottenere una migliore preparazione scolastica, oltre che un miglior successo nella vita.

I materiali montessoriani sviluppano appunto queste capacità. Ne è un esempio la Torre Rosa, un materiale che viene presentato in età prescolare alla Casa dei Bambini, dai 3 anni in poi. Questo materiale è costituito da 10 cubi rosa di dimensione crescente, ognuno di 1 cm più grande rispetto al precedente.

La presentazione prevede che il materiale venga disposto in modo sparso su un tappeto e debba essere ricomposto mettendo in ordine i blocchi, dal più grande al più piccolo, ricreando appunto una torre. Per fare questo il bambino deve pianificare. Inoltre, ogni volta che il bambino sceglie un cubo, deve farlo mettendolo a confronto con gli altri disposti sul tappeto per escludere che non ci sia un altro cubo tra quello scelto e l’ultimo posizionato. Questa fase richiede l’utilizzo della memoria di lavoro.

In terzo luogo, è necessario che il bambino inibisca la tentazione di scegliere il blocco più vicino a lui, in favore di quello corretto (inibizione della risposta) e, quarto, deve porre grande attenzione a come colloca i cubi uno sopra l’altro, in modo che la torre risulti simmetrica (controllo del movimento). Una volta portato a termine il compito, dovrà riporre nell’ordine corretto i blocchi sullo scaffale dove il materiale era riposto inizialmente, richiedendo flessibilità e reversibilità.

Utilizzando dei semplici cubi le cose vanno diversamente, perché con essi si può fare qualsiasi cosa senza avere per forza un piano di insieme, senza mettere cioè in relazione i blocchi gli uni con gli altri. Inoltre, in alcune scuole materne può non esserci la regola di rimettere a posto il materiale subito dopo l’utilizzo. Spesso esiste un momento specifico a fine giornata per riordinare e non è comunque detto che il riordino preveda un ordine preciso. E’ più probabile che venga richiesto di riporli in modo casuale dentro una scatola o un cestino. Queste differenze comportano appunto un minor utilizzo delle funzioni esecutive e spiegherebbe i migliori risultati dei bambini che seguono un’educazione montessoriana, dove tutti i materiali hanno queste specifiche caratteristiche.

 

Lettura e vocabolario

Anche nelle capacità di lettura e di vocabolario i bambini che frequentavano programmi montessoriani classici hanno mostrato punteggi migliori, anche se non così importanti quanto quelli delle funzioni esecutive. I punteggi erano comunque il doppio rispetto agli altri due gruppi con cui sono stati confrontati.

I motivi che spiegano tali risultati possono essere rintracciati ancora una volta nei materiali utilizzati nell’educazione montessoriana per insegnare la scrittura e la lettura e al fatto che tali bambini li utilizzassero più frequentemente rispetto agli altri gruppi di confronto.
Nelle scuole montessoriane i bambini familiarizzano con le lettere e i suoni ancora prima di saper leggere. Vengono utilizzate infatti le lettere smerigliate (fatte di carta vetrata) che il bambino tocca nel senso della scrittura e contemporaneamente ne pronuncia il suono. Inoltre comincia a mettere insieme i suoni attraverso l’utilizzo di lettere mobili (alfabetario mobile) per comporre parole che inizialmente non vengono corrette, perché si tratta di un puro e semplice esercizio di scoperta.

È stato dimostrato che il movimento che il bambino fa nel ripassare le lettere smerigliate, fatto con l’utilizzo di due dita e non di una, favorisce un miglior apprendimento, perché stimola anche la memoria muscolare.
Rispetto al vocabolario più ampio, probabilmente hanno un importante ruolo le nomenclature Montessori, cioè schede con immagini da abbinare a cartellini con il nome corrispondente. Nei programmi educativi che usano materiali montessoriani abbinati ad altri esercizi supplementari è probabile che vedano i bambini meno impegnati con gli esercizi di nomenclatura. Questo spiegherebbe i punteggi inferiori rispetto ai programmi montessoriani classici.

 

Matematica

I bambini che seguivano un’educazione montessoriana hanno mostrato punteggi maggiori nei compiti di matematica usati nella ricerca, confermando risultati già evidenziati in precedenti ricerche.
I migliori risultati in questi compiti sono spiegati dalla raffinatezza con cui sono stati pensati i materiali montessoriani di matematica, che riescono a rendere concreto ogni concetto aritmetico, sviluppando anche il ragionamento.

 

Problem solving sociale

I bambini che hanno frequentato un’educazione montessoriana hanno mostrato strategie più mature nella gestione del problem solving sociale, in particolare quelli che riguardavano il senso di giustizia e quelli in cui era prevista la presa in considerazione degli obiettivi di un’altra persona. Per esempio, erano più propensi a utilizzare strategie in cui offrivano o proponevano qualcosa per ottenerne un’altra (“Posso guardare quel libro mentre tu guardi un altro libro che potrebbe piacerti?”, “Possiamo fare dei turni da dieci minuti ciascuno per vedere lo stesso libro?”). La spiegazione del vantaggio nell’utilizzo di queste strategie rispetto ai bambini che seguono programmi tradizionali potrebbe risiedere nel fatto che essi abbiano a disposizione una sola serie di materiali montessoriani, creando così situazioni frequenti in cui è necessario risolvere conflitti per le risorse limitate.
La letteratura riporta che una buona competenza sociale in età prescolare è associata a migliori risultati in campo accademico e sociale. Questo risultato quindi sembra avere un significato pratico molto importante.

 

Conclusioni

Questi risultati sono molto importanti per i genitori che si apprestano a fare delle scelte scolastiche.
Esiste però una scarsità di studi in letteratura in questo ambito, in contraddizione alla crescente tendenza a scegliere un’educazione montessoriana.
Questi nuovi risultati potrebbero fungere da stimolo per nuove ricerche e promuovere una migliore comprensione dello sviluppo cognitivo nei bambini in contesti educativi montessoriani, perché suggeriscono che alcuni elementi dell’educazione montessoriana classica in età prescolare sono particolarmente utili per lo sviluppo infantile.

Inoltre, i programmi convenzionali potrebbero essere migliorati introducendo modalità montessoriane, come la pratica, l’uso di materiali tattili per l’inizio della lettura e attività che esercitino le funzioni esecutive.
L’ importanza di questa ricerca riguarda anche la formazione di educatori e insegnanti. L’attuazione di un programma a un alto livello di fedeltà richiede una profonda preparazione, che può richiedere anche anni di studio.
Gli insegnanti che comprendono appieno i vantaggi offerti da questo tipo di programma educativo però, dovrebbero essere meno propensi a cercare di integrare i materiali montessoriani con altri che non lo sono.

Nella ricerca in esame sono state individuate anche differenze nello stile educativo nei genitori dei bambini. Non si può escludere infatti che i genitori attratti dall’educazione montessoriana abbiano caratteristiche differenti rispetto ai genitori che non lo sono. Si sa infatti che i genitori hanno una grande influenza sul percorso di crescita del figlio e per ovvie ragioni i geni, seppur importanti, interagiscono con l’ambiente domestico con cui sono a contatto.

Le future ricerche dovrebbero esaminare quali aspetti dell’educazione montessoriana classica sono più importanti per spiegare i vantaggi evidenziati dai bambini. Potrebbe essere ad esempio che gli insegnanti che scelgono di non integrare il programma con materiali supplementari, interagiscano anche in modo differente con i bambini. Alcuni studi hanno dimostrato infatti che l’interazione dell’insegnante, come ad esempio il calore e la sensibilità, correla positivamente con il successo dei bambini.

Sebbene questa ricerca abbia dei limiti e i risultati necessitino di essere ulteriormente approfonditi, una cosa è chiara, al di là della fedeltà del programma, l’educazione montessoriana merita maggiore attenzione visti gli indiscussi vantaggi cognitivi e sociali che determina già dall’età prescolare.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Angeline S. Lillard, “Preschool children's development in classic Montessori, supplemented Montessori, and conventional programs”. Journal of School Psychology 50 (2012) 379–401
  • Maria Montessori, “Educare alla libertà”. Mondadori.
  • Maria Montessori, “L’Autoeducazione”. Garzanti
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