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Burnout scolastico: differenze tra studenti italiani e svizzeri

Il burnout scolastico si verifica quando gli studenti si sentono sopraffatti e incapaci di far fronte a eventi stressanti, con poi comportamenti disadattivi

Di Lorenza Paponetti

Pubblicato il 25 Ott. 2022

Aggiornato il 27 Ott. 2022 15:01

Il burnout scolastico si verifica quando gli studenti si sentono sopraffatti e incapaci di far fronte agli eventi stressanti, portando poi alla manifestazione di comportamenti disadattivi (assenteismo, brutti voti, comportamenti aggressivi).

 

Il burnout scolastico

 Il burnout scolastico condiziona l’atteggiamento degli studenti nei confronti della vita scolastica, che influisce sui loro risultati e sulla successiva carriera accademica. Gli studiosi concordano con il noto modello che descrive il burnout degli studenti attraverso tre dimensioni: esaurimento emotivo, cinismo e senso di inadeguatezza (Salmela-Aro et al., 2008). L’esaurimento è caratterizzato dalla stanchezza emotiva ed è generalmente dovuto a compiti scolastici molto impegnativi. La dimensione del cinismo rappresenta l’atteggiamento negativo verso gli eventi della vita scolastica e le scarse relazioni con insegnanti e compagni. Infine, il senso di inadeguatezza si riferisce a come gli studenti possono affrontare con successo le sfide scolastiche.

Nel complesso, il burnout scolastico si verifica quando gli studenti si sentono sopraffatti e incapaci di far fronte agli eventi stressanti, portando poi alla manifestazione di comportamenti disadattivi (assenteismo, brutti voti, comportamenti aggressivi). Più spesso il burnout scolastico può colpire gli studenti delle scuole secondarie superiori che si trovano ad affrontare, da un lato, elevate aspettative accademiche e, dall’altro, la pressione percepita dai genitori. Lo squilibrio tra la domanda (ad esempio, da parte della famiglia e della scuola) e le risorse interne ed esterne (ad esempio, le caratteristiche psicologiche e il supporto sociale) può portare a un elevato rischio di burnout (Kim et al., 2018). Al contrario, le risorse personali, come l’empatia, l’autoefficacia, la resilienza e l’intelligenza emotiva, possono ridurre significativamente il rischio di burnout (Farina et al., 2020, Anastasiou & Papagianni, 2020).

Confrontare i diversi sistemi scolastici in termini di supporto offerto al benessere degli studenti potrebbe essere utile per comprendere le differenze di grado di burnout in diversi paesi. Con questo intento, uno studio di Gabola e colleghi (2021) ha confrontato il burnout scolastico degli studenti adolescenti italiani e svizzeri dato che questi due condividono valori culturali simili, ma mostrano una differenza fondamentale nei programmi e negli interventi scolastici che promuovono il benessere degli studenti.

Il supporto psicosociale scolastico in Italia e In Svizzera

Ogni dipartimento educativo cantonale, infatti, offre un team sanitario a supporto di ogni scuola (l’infermiere, il mediatore, il medico, lo psicologo). Nel sistema scolastico italiano, invece, non esistono figure sanitarie stabili. A parte alcuni distretti scolastici specifici, il sistema scolastico italiano non offre supporto psicosociale e medico ai propri studenti.

Rispetto alle loro controparti svizzere, gli studenti italiani hanno mostrato livelli di stanchezza e cinismo più elevati nei confronti della vita scolastica, ma non sono state riscontrate differenze nel senso di inadeguatezza degli studenti. Il rischio di burnout, e le sue conseguenze, sono maggiori per gli studenti italiani, sia maschi che femmine.

Tra le varie ragioni che spiegano l’assenza di un effetto di genere in entrambi i Paesi, una prospettiva interessante proviene da Buonomo et al., 2020, che suggerisce che il genere possa svolgere un ruolo di moderazione tra le condizioni di lavoro (assimilabili alle dimensioni scolastiche) e il burnout. In altre parole, non è il fatto di essere femmina o maschio a fare la differenza di per sé, ma il modo in cui i ragazzi e le ragazze interagiscono con le risorse sociali a loro disposizione (ad esempio, insegnanti, operatori) (ad es, Purvanova & Muros, 2010).

I risultati mostrano anche che gli studenti più grandi (17-19 anni) sono più a rischio di burnout scolastico rispetto a quelli più giovani (13-15 anni). Ciò è comprensibile dato che i compiti scolastici diventano più impegnativi per gli studenti da un anno all’altro della loro carriera accademica.

Per quanto riguarda invece l’interconnessione tra il burnout degli studenti e la percezione del supporto sociale, i risultati di una recente meta-analisi (Kim et al., 2018) hanno evidenziato che la relazione tra il burnout complessivo degli studenti e il supporto sociale totale è significativa. È probabile che gli studenti che avvertono un maggiore burnout nei confronti degli studi pensino di essere meno sostenuti dagli altri. Il supporto sociale fornisce un effetto tampone contro lo stress, in quanto un individuo che percepisce un maggiore supporto sociale è anche più resistente allo stress. A questo proposito, le ricerche precedenti hanno dimostrato il ruolo della sensibilità degli insegnanti (Anastasiou & Papagianni, 2020) e dell’intelligenza emotiva (Romano et al., 2020).

Burnout scolastico e competenze emotive dei professori

Le competenze emotive degli insegnanti svolgono un ruolo essenziale in due modi. In primo luogo, gli insegnanti con un buon processo di regolazione delle emozioni nei confronti degli eventi legati al lavoro hanno maggiori probabilità di provare emozioni positive e bassi livelli di burnout. In secondo luogo, gli insegnanti con un atteggiamento positivo nei confronti del lavoro scolastico diventano essi stessi un valido supporto per i loro studenti, riducendo il rischio di comportamenti disadattivi.

Come già accennato precedentemente, lo studio dimostra che gli studenti italiani presentano un tasso più elevato di burnout scolastico. Alla luce del fatto che i programmi scolastici che promuovono un’educazione positiva possono ridurre il rischio di burnout scolastico negli adolescenti (Ruini et al., 2009), questo risultato potrebbe essere spiegato dal ruolo centrale dei servizi sanitari dedicati agli studenti nel sistema scolastico svizzero. Sono necessari studi futuri con più punti di misurazione per comprendere meglio le differenze tra i livelli di burnout scolastico riportati dagli studenti italiani e svizzeri. Sarebbe importante, in futuro, esaminare cosa rende gli studenti italiani più esausti dei loro coetanei svizzeri.

In conclusione, il supporto generale per prevenire il burnout scolastico dovrebbe essere offerto a tutti gli studenti, poiché, ad esempio, le pratiche educative di supporto (Meylan et al., 2020) e gli insegnanti motivanti (Salmela-Aro et al., 2008), oltre l’attuazione di pratiche che promuovono l’apprendimento socio-emotivo (Elmi, 2020), sono collegati a una riduzione dei sintomi di burnout scolastico e possono contribuire al benessere degli studenti. Inoltre, potrebbe essere proficuo informare i genitori e gli insegnanti riguardo al fatto che insistere troppo e riporre aspettative eccessive negli studenti può avere la stessa probabilità di provocare problemi di benessere e di favorire i risultati nel lungo periodo.

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