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La mindfulness come strumento per affrontare il burnout

Poiché il burnout è un fenomeno diffuso e con effetti disastrosi, le organizzazioni stanno implementando strategie per gestirlo, come la mindfulness

Di Riccardo Fabbrini

Pubblicato il 29 Set. 2022

Il burnout si manifesta con una sintomatologia varia, ma il sintomo più comune sembra essere un forte senso di affaticamento, accompagnato da un esaurimento emotivo.

 

 Nel contesto lavorativo, le problematiche legate alla salute mentale sono diventate una delle cause principali dell’assenteismo sul luogo di lavoro e dal pensionamento anticipato in ormai tutti i paesi industrializzati (Micklitz et al., 2021). Le conseguenze non impattano solamente l’individuo o l’organizzazione, ma provocano un danno enorme anche all’economia dei paesi e alla società. In Unione Europea, è stato stimato che il costo totale della ridotta produttività causata da motivazioni legate alla salute mentale è di circa 136 miliardi di euro all’anno. Nel Regno Unito, tra il 2009 e il 2013, il numero totale di giorni di malattia dovuti a stress, depressione e ansia è aumentato del 24%. Tra le varie problematiche di salute mentale legate al mondo del lavoro, il burnout sembra essere quella più prevalente tra le professioni sanitarie. Infatti, in uno studio condotto nel Regno Unito, circa il 31,5% dei medici totali partecipanti allo studio ha riportato sintomi di burnout.

Introduzione al Burnout

Il burnout si manifesta con una sintomatologia varia, ma il sintomo più comune sembra essere un forte senso di affaticamento, accompagnato da un esaurimento emotivo (Leiter et al., 2014). Inoltre, sono state identificate altre due dimensioni altrettanto importanti, ovvero la depersonalizzazione e un forte senso di inefficacia personale. Le conseguenze del burnout sono molte, tra cui la perdita di creatività, un ridotto impegno lavorativo, aggressività nei confronti dei colleghi e dei clienti, sofferenza fisica ed emotiva e una sensazione generale di vuoto. Maggiore è il livello di burnout, maggiore è la possibilità che l’individuo possa involontariamente attuare dei comportamenti negativi verso sé stesso, i clienti, i colleghi o l’organizzazione.

Inoltre, è stato osservato che i lavoratori che esperiscono burnout tendono ad attuare più frequentemente comportamenti di assenteismo sul lavoro, ridotta produttività e riportano una maggiore propensione a lasciare l’organizzazione (Leiter et al., 2014). Il burnout si associa a problematiche sia fisiche che mentali, come difficoltà emotive, rigidità cognitiva, cinismo interpersonale, irritabilità, depressione, ansia, insonnia e bassa autostima (Leiter et al., 2014). Inoltre, sono frequenti deterioramenti relazionali sociali e familiari.

La mindfulness come trattamento per il burnout

 Dato che il burnout è un fenomeno diffuso e con effetti disastrosi, le organizzazioni stanno implementando sempre più strategie per gestirlo, e una di queste è l’utilizzo della mindfulness (Choi et al., 2022). La mindfulness ha dimostrato una buona efficacia nel gestire i sintomi del burnout. A livello individuale, la mindfulness ha effetti positivi sull’autoregolazione emotiva, sulle funzioni cognitive e sul benessere psicofisiologico dell’individuo. È stato osservato che la mindfulness aumenta la flessibilità cognitiva, riduce la ruminazione e il senso di inefficacia, grazie alle tecniche di rilassamento e meditazione proposte.

Per quanto concerne il contesto lavorativo, la mindfulness sembra avere numerosi effetti positivi sulla motivazione e sul comportamento dei lavoratori, incoraggiando le relazioni tra colleghi, aumentando la resilienza e riducendo l’impulsività e la rigidità verso stimoli percepiti come minacciosi, come le richieste dei superiori o i rimproveri (Choi et al., 2022). Altri effetti lavorativi positivi sono una maggiore frequenza di comportamenti prosociali, un impegno lavorativo maggiore e un incremento nella produttività, oltre alla riduzione di comportamenti negativi come l’assenteismo.

Sembra quindi che gli individui che praticano mindfulness abbiamo un bagaglio di skills più ampio per affrontare stress e difficoltà lavorative rispetto ai non praticanti, disponendo di strategie utili per gestire al meglio situazioni sfidanti, aumentando così il senso di competenza e di autonomia (Grover et al., 2017).

 

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