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Disturbo da comportamento sessuale compulsivo: differenze di genere

La scarsa letteratura sul disturbo da comportamento sessuale compulsivo comporta delle barriere nel trattamento che hanno spinto ad approfondire l'argomento

Di Lorenza Paponetti

Pubblicato il 16 Set. 2022

Anche se in passato sono state riportate alcune differenze di genere nel disturbo da comportamento sessuale compulsivo, mancava una panoramica approfondita e completa; di questo si è occupata una revisione sistematica di Kürbitz e Briken (2021).

 

Il disturbo da comportamento sessuale compulsivo

 Il disturbo da comportamento sessuale compulsivo (Compulsive Sexual Behavior Desease; CSBD) è una nuova categoria diagnostica che è stata stabilita per la prima volta nell’ICD-11 (WHO, 2019). Sebbene la diagnosi sia nuova, si tratta di un fenomeno molto antico dato che da oltre 100 anni i ricercatori riportano casi di persone con un comportamento sessuale eccessivo che causa problemi in altre aree della vita (Briken, 2020).

Quando si parla di disturbo da comportamento sessuale compulsivo, è importante distinguere tra le persone che hanno un elevato desiderio sessuale e i pazienti affetti da disturbo da comportamento sessuale compulsivo. Gli individui con un elevato desiderio sessuale non dovrebbero essere patologizzati se l’elevato desiderio sessuale non provoca sofferenza, o se la sofferenza è mediata soltanto da norme sociali negative sul sesso (ad esempio pensieri restrittivi o religiosi sul sesso e sul desiderio sessuale; Kraus et al, 2018).

Il disturbo da comportamento sessuale compulsivo (o “disturbo ipersessuale” o “dipendenza da sesso”) è oggi descritto dai seguenti sintomi: un forte impulso a impegnarsi in comportamenti sessuali, l’uso di comportamenti sessuali per far fronte a stati emotivi avversi (ad esempio, riduzione della tensione), il pregresso tentativo di controllare questi impulsi senza riuscirci, e l’impegnarsi in comportamenti sessuali ripetutamente senza tener conto delle conseguenze negative (Briken, 2020).

Differenze di genere nel disturbo da comportamento sessuale compulsivo

Dato che anche i ricercatori e i clinici sono soggetti a pregiudizi, in passato il disturbo da comportamento sessuale compulsivo era considerato per lo più un problema maschile. Infatti, la ricerca si è sempre focalizzata maggiormente sulle disfunzioni sessuali più “tipicamente femminili”, come la bassa libido e il dolore (Basson et al., 2004). Questo ha portato a uno studio del disturbo da comportamento sessuale compulsivo poco approfondito e le poche ricerche disponibili sono state condotte principalmente sugli uomini.

Questa mancanza di letteratura comporta delle barriere nel trattamento del disturbo da comportamento sessuale compulsivo, barriere che si verificano nell’individuo (ad esempio, non ammettere a se stessi di avere un problema sessuale), nella società (norme sociali diverse per uomini e donne), nella ricerca (la CSB è poco studiata nelle donne) e nel trattamento (ad esempio, lo stigma; Dhuffar & Griffiths, 2016).

Anche se in passato sono state riportate alcune differenze di genere, mancava una panoramica approfondita e completa delle differenze di genere nel disturbo da comportamento sessuale compulsivo. Di questo si è occupata una revisione sistematica di Kürbitz e Briken (2021). Lo scopo di questa revisione era infatti identificare le differenze tra uomini e donne per quanto riguarda i sintomi e le comorbidità psichiatriche.

 Nella revisione, quasi tutti gli studi hanno riportato punteggi più alti negli indici di disturbo da comportamento sessuale compulsivo negli uomini. È possibile che le donne cerchino aiuto solo quando percepiscono il loro comportamento come una minaccia per la loro vita privata e professionale, aspettando quindi più a lungo per richiedere sostegno. È possibile che per gli uomini sia più facile riferire i propri comportamenti, perché i comportamenti sessuali ad alta frequenza sono culturalmente più attesi dagli uomini (Carpenter et al., 2008), il che si traduce in un eccesso di segnalazione dei comportamenti sessuali negli uomini e in un difetto di segnalazione dei comportamenti sessuali nelle donne (“doppio standard sessuale”).

La comorbidità nel disturbo da comportamento sessuale compulsivo

Per quanto concerne i tratti psicologici e le comorbilità psichiatriche, un maggiore nevroticismo e la vulnerabilità allo stress sembrano essere un percorso che potrebbe spiegare il disturbo da comportamento sessuale compulsivo nelle donne. Mentre altri fattori di influenza sembrano essere più importanti per gli uomini, ad esempio l’ADHD, l’autismo, il disturbo ossessivo compulsivo, la depressione e l’ansia (Levi et al., 2020). Se applicato al Modello Integrato del disturbo da comportamento sessuale compulsivo (Briken, 2020), ciò potrebbe significare che il nevroticismo, la vulnerabilità allo stress e i problemi di fiducia potrebbero mediare la comorbidità psichiatrica o facilitare l’uso del sesso come meccanismo di coping.

Alcuni studi hanno evidenziato una connessione tra disturbo da comportamento sessuale compulsivo e comportamenti sessuali insoliti e disfunzioni sessuali. Engel e colleghi (2019) hanno riscontrato un’alta prevalenza di fantasie coercitive in entrambi i sessi, ma gli uomini si sono impegnati più spesso in comportamenti sessualmente coercitivi. I livelli di gravità del disturbo da comportamento sessuale compulsivo erano anche associati a fantasie sessuali che implicavano la coercizione e a comportamenti coercitivi effettivi. Il disturbo da comportamento sessuale compulsivo sembra essere collegato anche a comportamenti parafilici, con gli uomini che riferiscono una maggiore prevalenza di esibizionismo, sadismo, voyeurismo e frotteurismo; mentre le donne hanno tassi più elevati di masochismo e feticismo (Castellini et al., 2018).

Questi risultati indicano che sia gli uomini che le donne con disturbo da comportamento sessuale compulsivo riferiscono fantasie e comportamenti parafilici, ma le donne tendono a riferire parafilie che potenzialmente potrebbero rappresentare una maggiore minaccia per loro stesse (ad esempio, il masochismo se non praticato in confini sicuri) e gli uomini riferiscono parafilie con un maggiore potenziale di danno per gli altri (ad esempio, comportamenti coercitivi, frotteurismo e sadismo non consensuale).

È interessante notare che il consumo di pornografia sembra essere meno importante per le donne affette da disturbo da comportamento sessuale compulsivo rispetto agli uomini (Castro-Calvo et al, 2020). La masturbazione e il consumo di pornografia sono comportamenti sessuali a rischio relativamente basso, a parte il fatto che sono più normativi per gli uomini che per le donne.

Un percorso spesso discusso nello sviluppo del disturbo da comportamento sessuale compulsivo è rappresentato dalle esperienze di avversità infantili o da una storia di abuso sessuale (ad es, Castellini et al., 2018). Il quadro su se e come le avversità infantili influenzino in modo diverso i generi è ancora inconcludente. Uno studio ha trovato una correlazione tra disturbo da comportamento sessuale compulsivo e trascuratezza paterna nelle donne ma non negli uomini. Lo stesso vale per una storia di abuso sessuale (Castellini et al., 2018). Sebbene l’abuso sessuale grave sia più diffuso tra le donne (Häuser et al., 2011) nella popolazione generale, uno studio (Slavin et al., 2020) ha rilevato che una storia di abuso sessuale infantile e adolescenziale influisce sul disturbo da comportamento sessuale compulsivo negli uomini in misura maggiore rispetto alle donne.

Conclusioni

In conclusione, lo studio di Kürbitz e Briken (2021) ha dimostrato che il disturbo da comportamento sessuale compulsivo sembra avere espressioni almeno in parte diverse negli uomini e nelle donne. Per questo motivo è importante implementare strategie terapeutiche specifiche per genere.

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