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Come una bussola senza il suo Nord (2021) di V. Satti – Recensione

'Come una bussola senza il suo Nord' permette di immedesimarsi in quattro ragazze, sensibili e disregolate, che sognano solo di eliminare il loro dolore

Di Guest

Pubblicato il 07 Giu. 2022

Aggiornato il 15 Giu. 2022 11:56

Come una bussola senza il suo Nord. Altrove, oltre i tagli nella mia pelle è la storia di una ragazza che soffre di una delle tante “malattie invisibili” che fanno paura perché non si conoscono.

Recensione a cura dei professionisti del CIP Disturbi di Personalità di Modena

 

 Veronica, tramite un racconto in parte autobiografico, delinea uno spaccato crudo, sincero e realistico della profondità del dolore emotivo e del peso insostenibile del vivere quotidiano di chi soffre di queste infide malattie silenziose.

“Sono frenetica, euforica, mi guardo il braccio e mi infliggo questa profonda punizione con più forza, non sento male ma solo il dolore che se ne va…” Scarlet così perde i sensi e mette a rischio la sua vita – di nuovo – e viene ricoverata in una clinica psichiatrica privata. Quest’ultima volta incontra 4 compagne di percorso che tra sbalzi emotivi, pensieri che schiacciano come massi e insicurezze creano il gruppo delle Disorders Girl, ragazze che lottano contro disturbi di personalità, autolesionismo, anoressia, tossicodipendenza, depressione, disturbo ossessivo compulsivo e cleptomania. Scarlet, McKenna, Cara, Winnie e Zelda si aiuteranno a vicenda nella speranza di sconfiggere quei mali che stanno distruggendo le loro vite e il loro futuro, attraversando momenti di sconforto e ricordi dolorosi che riaffiorano. Ciascuna di loro affronta una faticosa lotta contro il proprio disturbo, ma restano unite nel supporto reciproco, imparando a fidarsi l’una delle altre, camminando verso la consapevolezza di loro stesse e ritrovando la voglia di guarire e di riprendere in mano la propria vita.

 La semplicità con cui è scritto questo racconto permette al lettore, con altrettanta semplicità, di immedesimarsi in queste ragazze così sensibili e al contempo così disregolate che sognano solo di eliminare il loro dolore. La sofferenza soggettiva delle protagoniste che traspare tra le righe del libro è palpabile e tagliente e lo sono, allo stesso modo, anche la forza ed il coraggio dell’autrice di raccontare la sua esperienza e combattere contro lo stigma e il pregiudizio. Veronica sottolinea che queste malattie devono essere conosciute e curate e che coinvolgono non solo chi ne soffre ma anche il suo ambiente relazionale. Leggere il racconto di chi ha vissuto queste sofferenze è uno strumento per sentirsi meno soli, perché tutti noi abbiamo bisogno di essere ascoltati, compresi, accettati e amati per quello che siamo. Poche pagine per aiutare anche altre persone a riconoscere quanto si può essere forti e quanto la vita può valere – in fin dei conti chiunque ha “Una vita degna di essere vissuta” (Linehan, 1993).

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Satti, V. (2021). Come una bussola senza il suo Nord. Giraldi Editore.
  • Linehan, M. M. (1993). Cognitive-behavioral treatment of borderline personality disorder. Guilford Press.
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