expand_lessAPRI WIDGET

Sonno e sogni: gli effetti del lockdown sull’attività onirica

Come si è modificato il sonno durante il lockdown? Quali cambiamenti è possibile rilevare nei sogni e nella loro connotazione emotiva?

Di Lorenza Paponetti

Pubblicato il 16 Feb. 2022

Uno studio di Gorgoni e colleghi (2021) ha analizzato i cambiamenti nell’esperienza dei sogni durante il lockdown, rispetto al periodo pre-lockdown in un campione italiano.

 

Nel mese di Aprile del 2020, in pieno lockdown, sono emersi i primi risultati inerenti il sonno e i cambiamenti che esso ha mostrato durante la pandemia di COVID-19 (Altena et al., 2020).

Questi risultati hanno dimostrato che la pandemia ha avuto sia conseguenze negative che positive sul sonno; Infatti, se da un lato la qualità del sonno è stata scarsa ed è stato presente un aumento dei disturbi del sonno (Blume et al., 2020), d’altra parte, è aumentato il tempo trascorso a letto e la durata del sonno (Li et al., 2020; Wright Jr et al., 2020).

In generale il lockdown ha portato soprattutto a un modello di sonno caratterizzato da una qualità più scadente e da una durata maggiore (Gorgoni et al., 2021).

Le caratteristiche dei sogni durante il lockdown

Uno studio italiano (Iorio et al., 2020) che ha analizzato il contenuto dei sogni durante la pandemia, ha mostrato che le donne, rispetto agli uomini, hanno riportato una maggiore intensità emotiva con predominanza di emozioni negative e una maggiore frequenza del richiamo dei sogni. Con ‘frequenza del richiamo dei sogni‘ si intende la frequenza con la quale una persona riesce a richiamare/ricordare i propri sogni in un periodo di due settimane. Tra i contenuti riportati, il 20% era esplicitamente legato al COVID-19, e i partecipanti che avevano un conoscente infettato o deceduto per il virus presentavano un’ancora maggiore intensità emotiva. I sogni, inoltre, erano spesso ambientati in un luogo esterno ed erano caratterizzati da emozioni negative.

Un modo per interpretare l’aumento dell’attività onirica è l’Ipotesi della Continuità, secondo la quale i sogni riflettono l’esperienza di veglia e, in particolare, le caratteristiche emotive dell’attività mentale quotidiana (Schredl, 2006). Diversi risultati, inoltre, supportano l’idea che i sogni possano avere un ruolo nella memoria emotiva e nei processi di regolazione emotiva (Scarpelli et al., 2019). Si potrebbe per cui ipotizzare che un’esperienza intensa ed emotivamente rilevante come il lockdown dovrebbe avere un impatto diretto sull’attività onirica, in particolare per quanto riguarda i suoi aspetti emotivi.

Un’altra ipotesi è che il cambiamento nell’attività onirica potrebbe essere dovuto al fatto che, una maggiore durata del sonno, un’elevata frammentazione o un elevato arousal, che sembrano caratterizzare il sonno durante la quarantena, sono associati ad un maggiore richiamo dei sogni (Schredl & Reinhar, 2008; Van Wyk et al., 2019). Queste due ipotesi non si escludono a vicenda.

Un confronto sui sogni prima e durante il lockdown

Uno studio di Gorgoni e colleghi (2021) ha analizzato i cambiamenti nell’esperienza onirica durante il lockdown, rispetto al periodo pre-lockdown in un campione italiano, tenendo in considerazione il ruolo predittivo di alcune variabili come ad esempio il tono emotivo del vissuto quotidiano, le variabili cliniche e le caratteristiche del sonno.

I risultati mostrano che il 59,1% dei partecipanti ha riportato una scarsa qualità del sonno, il 63,8% ha sperimentato sintomi notturni simili al PTSD, il 71,8% ha riportato ansia di stato, il 67,6% ha presentato ansia di tratto, e il 35,5% sintomi depressivi. Vale la pena notare che studi precedenti sulla popolazione italiana indicavano la presenza di difficoltà di sonno nel 30% dei soggetti (Léger et al., 2018) e di sintomi d’ansia nel 10,3% (Warner et al., 2006). Quest’indagine, rispetto a lavori precedenti, è stata condotta nella fase finale del lockdown, e per questo motivo i livelli di disturbo del sonno e le difficoltà psicologiche riportati appaiono ancora più elevati.

I risultati dimostrano inoltre un aumento della frequenza del richiamo dei sogni, dell’intensità  emotiva, della vividezza, della bizzarria e della durata dei sogni stessi. In particolare, le variabili maggiormente predittive di questi cambiamenti erano l’età ridotta, i sintomi depressivi, l’essere nel nord Italia, il vivere da soli durante il blocco e l’essere donna, confermando così anche l’ipotesi dell’influenza del genere sui sogni (Settineri et al., 2019).

Le emozioni negative erano particolarmente aumentate nei sogni durante il lockdown rispetto al periodo precedente, e maggiormente nelle donne, nei partecipanti con scarsa qualità del sonno, in quelli con disturbo dei comportamenti notturni e con sintomi depressivi.

L ‘aumento osservato di emozioni negative nei sogni, con una predominanza di paura, è coerente con i dati esistenti che indicano una diffusione di emozioni negative (Schredl & Bulkeley, 2020), caratterizzati da contenuti legati all’ansia e alla pandemia (MacKay & DeCicco, 2020). È stata confermata l’ipotesi che l’esperienza emotiva provata nella quotidianità e il cambiamento nei modelli del sonno influenzano l’attività onirica. L’attività onirica e la regolazione emotiva, infatti, condividono processi neurobiologici simili, suggerendo l’esistenza di un continuum tra la veglia e l’attività del sonno REM (Vallat et al., 2018).

Secondo l’ipotesi della salienza (Cohen & MacNeilage, 1974) l’impatto soggettivo dei sogni rappresenta un determinante della frequenza di richiamo dei sogni. Da questo punto di vista, la maggiore intensità dei sogni durante l’isolamento può aver determinato la maggiore frequenza di richiamo dei sogni. D’altra parte, dovrebbe essere considerato anche il punto di vista opposto: un maggior numero di sogni associati a un sonno più lungo e disturbato può portare a una percezione soggettiva di maggiori proprietà qualitative dei sogni.

I risultati ottenuti dallo studio sono coerenti sia con l’Ipotesi di Continuità che con l’influenza del cambiamento delle caratteristiche del sonno sull’attività onirica dei partecipanti (Bottary et al., 2020). I cambiamenti avvenuti nella vita quotidiana e l’esperienza emotiva vissuta possono aver influenzato la qualità e la quantità dei sogni, ma una maggiore durata del sonno associata a un orario più flessibile e una ridotta qualità del sonno possono aver rappresentato un terreno fertile per un maggiore richiamo dei sogni (Li et al., 2020).

Per concludere, il lockdown ha avuto un impatto significativo sulla vita, influenzando fortemente le abitudini quotidiane, le condizioni socio-economiche, le relazioni, le emozioni, la salute fisica e mentale, i cicli di veglia e di sonno. Grazie ai risultati riportati, si può dire che anche l’attività onirica è stata fortemente influenzata dal lockdown.

 

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Sogni lucidi: quale associazione con risvegli notturni e utilizzo della sveglia
I sogni lucidi e l’uso della sveglia

Nei sogni lucidi il dormiente è consapevole di sognare. Circa il 50% della popolazione li fa almeno una volta nella vita e il 20% li fa regolarmente.

ARTICOLI CORRELATI
Il disturbo di insonnia e l’intervento psicologico: il trattamento di elezione – Editoriale Cognitivismo Clinico

La CBT-I è un insieme di strategie terapeutiche che in gran parte mirano a modificare i fattori di mantenimento e perpetuanti dell'insonnia

Il trattamento dell’insonnia

Attraverso la modifica di credenze negative e comportamenti inefficaci, la CBT-I rappresenta la terapia di elezione per l'insonnia

WordPress Ads
cancel