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Sessualità e relazioni. Seconda edizione del Festival della Sessuologia – Parte I – FluIDsex

Il Festival della Sessuologia ha affrontato vari temi attuali come l’impatto del lockdown sulla sessualità e le problematiche legate all’educazione sessuale

Di Luca Daminato, Greta Riboli, fluIDsex

Pubblicato il 10 Nov. 2021

Aggiornato il 17 Nov. 2021 10:47

Sabato 9 e domenica 10 ottobre 2021 si è svolta la seconda edizione del Festival della Sessuologia organizzato da Giunti Psychometrics, dal centro integrato di sessuologia “Il Ponte” e dal profilo Instagram “Sessuologia”.

La seconda parte del report dal Festival della Sessuologia sarà stata pubblicata nei giorni scorsi su State of Mind

 

Questa seconda edizione, svoltasi interamente online con oltre diecimila partecipanti, si è concentrata sui temi della sessualità e delle relazioni. I partecipanti potevano seguire la sessione plenaria, che vedeva coinvolte varie personalità di rilievo nel campo della sessuologia che si confrontavano in tavole rotonde, e vari laboratori che permettevano di affrontare in modo pratico le tematiche proposte (es. “giochi kinky”, “educazione sessuale per genitori”, “conoscere il pavimento pelvico”).

L’impatto del COVID-19 e del lockdown sulla salute sessuale

La prima tavola rotonda, moderata da Michela Vancheri (psicologa, psicoterapeuta, e sessuologa), “Sesso e relazioni dopo il COVID-19”, vedeva la partecipazione della dottoressa Cristina Critelli (ginecologa, psicoterapeuta e sessuologa), il dottor Nicola Macchione (urologo e andrologo) e la dottoressa Francesca Rizzello (ginecologa). Non sorprendentemente, tutti i relatori concordavano circa il grande impatto che la pandemia, e in modo particolare, le misure restrittive del lockdown, hanno avuto sulla salute mentale e sulla salute sessuale delle persone. Ad esempio, la dottoressa Critelli sosteneva come il Disturbo da Dolore Genito-Pelvico e della Penetrazione in questo periodo sia peggiorato drasticamente nelle pazienti in cura e come vi siano sempre più richieste per questo tipo di disturbo. Questo disturbo, e in modo particolare la vulvodinia, trova negli aspetti psicosociali e relazionali dei fattori di rischio e di mantenimento del disturbo stesso. Di conseguenza, l’aggravamento della sintomatologia è stato una prevedibile evoluzione dell’emergenza sanitaria e del lockdown. Si pensi allo stress che la pandemia ha generato, ai vissuti di ansia e depressione, alla paura della morte e del contagio, alla paura che il partner potesse contagiare. Come argomentava la dottoressa, la conseguenza di tutto ciò è la riattivazione di uno schema di funzionamento difensivo che sfocia nella contrazione muscolare andando a peggiorare la sintomatologia del disturbo da Dolore Genito-Pelvico e della Penetrazione.

L’intervento successivo ha visto la partecipazione del dottor Macchione che ha illustrato una panoramica generale dell’impatto del COVID-19 sulla salute sessuale presentando vari articoli scientifici sul tema. In modo particolare, ha rassicurato i partecipanti circa l’incapacità del vaccino contro il COVID-19 di creare eventuali disfunzioni. Al contrario, ha argomentato circa i possibili effetti a lungo termine di un’infezione da COVID-19 sull’apparato genitale maschile in quanto un’infezione di questo virus causa vasculopatia che, a sua volta, può causare importanti disfunzioni.

Successivamente sono stati illustrati i vari cambiamenti che sono avvenuti durante la pandemia e il lockdown: dal cambiamento radicale delle abitudini sessuali e alla diminuzione del desiderio sessuale (tendenzialmente si intrattenevano meno rapporti sessuali) all’implementazione dell’autoerotismo e l’uso di pornografia, nuove tecnologie e sex toys. Come sosteneva il dott. Macchione, proprio questi ultimi hanno giocato un ruolo fondamentale: l’uso di pornografia è aumentato vertiginosamente e sempre più persone hanno iniziato a sperimentare con sex toys.

Concludendo l’intervento e stimolando una riflessione, il dott. Macchione si è chiesto: che ruolo hanno la pornografia e i sex toys sulla nostra esperienza sessuale? L’importante, come suggeriva la moderatrice dott.ssa Vancheri, è che non vi sia una scissione tra pornografia/sextoys e relazioni.

L’ultimo intervento, della dottoressa Francesca Rizzello, ha posto l’attenzione del pubblico verso l’impatto che il lockdown ha avuto sulla procreazione medicalmente assistita (PMA). In modo particolare, durante il lockdown è stato richiesto ai centri di procreazione assistita di erogare solamente le prestazioni più urgenti andando a limitare gran parte delle attività. Come sosteneva la dottoressa Rizzello, vi è sempre più una maggiore richiesta di PMA da parte di donne con un’età maggiore di 35 anni. Di conseguenza, le limitazioni imposte ai centri di PMA hanno ritardato le procedure a quelle donne che le necessitavano il prima possibile proprio a causa dell’età.

Tuttavia, ci si aspettava che durante il lockdown vi fosse un aumento delle gravidanze grazie al maggior tempo trascorso in coppia. Purtroppo, come sostiene la dottoressa Rizzello, le coppie hanno dovuto affrontare varie sfide come una minore privacy data da eventuali figli o il timore che il COVID-19 potesse avere un effetto negativo sulla gravidanza. Inoltre, tramite la presentazione dell’articolo di Cirillo e colleghi (2021), la dottoressa ha mostrato i vari cambiamenti avvenuti durante il lockdown che hanno impattato sulle gravidanze: vi è stato un maggior consumo di sigarette, incremento di peso, diminuzione di attività fisica, cambio delle abitudini alimentari e disturbi del sonno. Inoltre, un altro dato importante è che il 37% del campione ha interrotto la ricerca della gravidanza a causa di paure legate alla genitorialità come la minore possibilità di sostenere i costi di un figlio.

Concludendo, è stata fatta chiarezza circa i rischi della vaccinazione e del contagio sulla gravidanza. Se si prende in considerazione la scelta di cercare una gravidanza è opportuno vaccinarsi in quanto l’infezione da COVID-19 causa in donne incinte sintomi più severi, un rischio di 6 volte maggiore di gravidanza pretermine rispetto alle donne non infette e un rischio di 16 volte maggiore nelle donne in gravidanza con diabete e/o obesità (Allotey, 2020).

I problemi dell’educazione sessuale

Una problematica importante segnalata da Daniel Giunti, ideatore del festival, riguarda il fatto che l’educazione sessuale, o comunque la divulgazione di temi inerenti alla sessualità, viene costantemente bannata dai social e, in modo più allarmante, dalle istituzioni scolastiche e dai genitori.

In modo particolare, durante lo spazio “Sesso e relazioni tra adolescenti” con la dottoressa Camilla Tonioni e il dottor Emanuele Palagi, si è parlato dell’importanza di una corretta educazione sessuale e di come l’istituzione scolastica dovrebbe fornire maggiori e migliori informazioni in tal senso. Come sosteneva la dottoressa Tonioni, molti professori e presidi hanno reticenza nei confronti dell’educazione sessuale a scuola, soprattutto per la paura di andare contro al volere di qualche genitore o incorrere in problematiche. Per far comprendere maggiormente la problematica, la dottoressa Tonioni ha illustrato due esempi: il primo è quello di un preside che ha chiesto di non utilizzare termini come “masturbazione” ed “orgasmo”, il secondo è quello di una scuola che ha chiesto agli educatori sessuali di firmare una dichiarazione in cui attestavano di non avere interessi pedofilici. Fortunatamente, vi sono state anche richieste da parte di altri presidi di spiegare esplicitamente agli alunni varie tematiche contemporanee come l’uso della pornografia, l’utilizzo di piattaforme come OnlyFans e il sexwork.

Si trova, quindi, un panorama frastagliato che non fornisce ai giovani adolescenti le informazioni di cui hanno necessità. Come sosteneva la dottoressa Tonioni, il centro integrato di sessuologia clinica “Il Ponte” riceve frequentemente, da parte di giovani adolescenti, richieste di chiarimento su tematiche come il consenso, la contraccezione, domande sui propri genitali e, soprattutto, domande sulla normalità della propria esperienza. Questo perché i giovani adolescenti hanno bisogno di conferme, di capire se la loro esperienza sessuale sia normale o meno e, come suggerisce il dottor Emanuele Palagi, c’è bisogno di ascoltare gli adolescenti e insegnare loro ad ascoltare se stessi, portandoli allo sviluppo dell’assertività.

Bisogna abbandonare la logica dello spavento e della “bulimia informativa”, come definita dal dott. Palagi, e passare ad una logica basata sull’ascolto e sullo sviluppo delle competenze emotive e sociali.

Quello che viene attualmente fatto nelle scuole è sovraccaricare i giovani adolescenti di informazioni che dicono “fare sesso è rischioso. Se non usi il preservativo puoi contrarre un’infezione sessualmente trasmessa”. C’è poi un’altra fonte di disagio e problematiche per gli adolescenti: la pornografia. Secondo il dott. Palagi, quello che la pornografia stimola ai ragazzi è la percezione di essere degli esperti e che bisogna essere prestanti.

Concludendo, servono interventi da parte di professionisti competenti che possano rispondere in modo adeguato alle nuove esigenze dei giovani adolescenti, sia a livello informativo che emotivo.

Sintetizzando, la nostra salute sessuale ha subito drastici cambiamenti con il COVID-19: da una parte la paura di rapportarci con l’altro, dall’altra un uso maggiore di pornografia e di sex-toys. Come si è potuto intuire, un’attenzione maggiore andrebbe posta ai giovani adolescenti e alla loro richiesta di essere educati correttamente. Per fare ciò è necessario l’intervento di professionisti competenti che educhino e, soprattutto, ascoltino le richieste e le paure.

 

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