expand_lessAPRI WIDGET

Dal “Festival delle Emozioni” impariamo a controllare le emozioni con l’aiuto della musica

Quando ascoltiamo musica, lo facciamo per rilassarci o cambiare, mantenere, rinforzare emozioni, spesso con una funzione auto-regolativa

Di Annalisa Balestrieri

Pubblicato il 02 Nov. 2021

Ad inizio ottobre si è tenuta a Terracina la settima edizione del “Festival delle Emozioni”, tra i temi affrontati in questa edizione grande spazio è stato dedicato al rapporto tra emozioni e musica.

 

Come la musica riesce a far nascere in noi delle emozioni e come ci può aiutare ad esercitare un controllo sui nostri stati emotivi. A questo argomento sono stati dedicati diversi incontri, riportiamo in sintesi quanto emerso dal doppio appuntamento sul tema “La musica come fonte di emozioni” e “Regolare le emozioni attraverso la musica“.

Obiettivi del Festival

Il Festival nasce come approfondimento culturale di tipo cognitivo con lo scopo di favorire una crescita complessiva della persona attraverso la conoscenza, l’analisi e l’elaborazione delle emozioni. Ad esse viene attribuito un ruolo rilevante per la vita personale e sociale di ciascuno di noi. Formano la nostra identità, influenzano il nostro modo di pensare, le nostre abitudini, il rapporto con noi stessi e con gli altri.

A questo scopo il Festival si fa promotore di una serie di seminari, workshop, attività ludiche e laboratori con studiosi, scrittori, politici, educatori, psicologi, criminologi ecc. nella convinzione che educare alle emozioni, a riconoscerle e regolarle, sia di grande aiuto per migliorare la propria vita e accrescere le proprie potenzialità.

Emozioni e musica

La musica è forse la forma di arte che più di ogni altra, e in modo più immediato, riesce a trasmetterci emozioni. È anche la forma di arte che incontriamo più frequentemente e in modo più casuale. Spesso ascoltiamo musica senza volerlo, riceviamo stimoli musicali dall’ambiente che ci circonda senza aver scelto volontariamente di farlo. Ciò nonostante, quando le note arrivano al nostro cervello producono degli effetti, suscitano reazioni emotive e fisiologiche che prendono il nome di emozioni.

L’insorgere di emozioni dipende da diversi fattori, alcuni insiti nelle caratteristiche stesse della melodia che stiamo ascoltando, pensiamo al ritmo, altri esterni ad essa ma conseguenti, a tratti ascrivibili alla personalità di chi ascolta.

Nell’ascolto, infatti, ciascuno di noi proietta un bagaglio di esperienze personali che lo condizionano. Vissuti, ricordi, sensazioni, che riaffiorano nel momento in cui degli stimoli esterni (in questo caso musicali) raggiungono la nostra mente e che influenzano la nostra valutazione di quegli stessi stimoli. A queste esperienze più direttamente attribuibili alla nostra sfera personale, si vanno ad aggiungere condizionamenti di tipo sociale, culturale ed ambientale. Il contesto in cui viviamo è in grado di esercitare un’influenza sul nostro modo di valutare gli stimoli e di rispondere ad essi attraverso il giudizio sociale e le opinioni che ci aspettiamo di ricevere in risposta alle nostre reazioni e alle nostre scelte.

L’importanza dell’empatia

L’intensità delle emozioni che ci derivano dall’ascolto di una melodia è fortemente condizionata dalla nostra disponibilità a stabilire una sintonia con quello che ascoltiamo.

Vi siete mai chiesti perché la musica dal vivo riesce ad emozionarci molto più di quella che possiamo ascoltare da una radio o dalle cuffiette del nostro smartphone? Una delle risposte è proprio nella nostra disponibilità all’ascolto. Se decidiamo di uscire di casa per andare ad un concerto, questo implica una scelta e una volontà precisa, di conseguenza uno stato d’animo più aperto ad entrare in sintonia con quello che ascolteremo. Al contrario, durante l’ascolto di musica registrata siamo spesso impegnati contemporaneamente in altre attività che ci distraggono fungendo da elementi di disturbo, con il risultato di inibire la nostra capacità di immedesimarci in quello che ascoltiamo.

Determinante, nel nostro modo stabilire un contatto con un’esperienza di tipo musicale, è infatti la nostra capacità di empatizzare, cioè di mettere in atto quell’atteggiamento di apertura e comprensione verso l’altro (in questo caso il musicista) che ci porta a condividere i suoi i processi psichici consentendoci di metterci nei suoi panni, assumendo la sua prospettiva nella valutazione della situazione specifica.

Regolare le emozioni attraverso la musica

Quando ascoltiamo musica, normalmente lo facciamo con l’intento di rilassarci oppure decidiamo di utilizzarla con uno scopo, che può essere quello di cambiare, mantenere o rinforzare emozioni e stati d’animo che stiamo sperimentando in quel momento. L’ascolto di una musica o di una canzone ha una funzione auto-regolativa che consiste in queste fasi:

  • ripercorrere l’esperienza emotiva che stiamo vivendo (per rimanerne in contatto e intensificare i nostri stati emotivi);
  • rievocare i ricordi passati (spesso associati al brano che ascoltiamo);
  • ricercare la vicinanza di un amico simbolico (attraverso l’empatia di cui abbiamo parlato);
  • distrarci (per concentrarci su un altro stato d’animo che non sia quello attuale).

Entrare in una nuova prospettiva ci consente di esaminare una situazione da una differente angolazione, consentendoci di prendere le distanze da noi stessi e sperimentare un altro punto di vista.

Prendiamo ad esempio l’ascolto di una canzone triste in un momento in cui il nostro umore è orientato alla malinconia. Ascoltare musica triste intensifica certamente i sentimenti dolorosi che già proviamo, ma ci fa sentire in contatto con le nostre emozioni. Assolve quindi ad una funzione “catartica” che porta a una contemplazione comprensiva e supportatrice, come se si volesse vivere la tristezza in maniera ancora più profonda per poi sentirsi sollevati e poter riemergere dal proprio stato d’animo negativo.

Un esempio pratico

La trattazione teorica del rapporto tra emozioni e musica si è conclusa con un laboratorio-esperimento basato sull’ascolto di musica dal vivo. Al pubblico presente sono stati fatti ascoltare diversi ritmi e accordi così da dare una dimostrazione pratica di come questi possano influire sulla nostra respirazione.

Successivamente, con la partecipazione di volontari a cui sono stati forniti degli strumenti a percussione, si sono create in modo estemporaneo delle musiche che rispondessero all’idea che ciascuno dei partecipanti, singolarmente, aveva delle emozioni base: paura, rabbia, tristezza, gioia, arrivando a dimostrare che il codice usato dalla musica per trasmettere emozioni è comunemente condiviso.

 

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Sport: l'effetto positivo della musica sulle prestazioni sportive - Psicologia
Migliora le prestazioni sportive al ritmo della musica

Costas Karageorghis, prof. di psicologia dello sport, è autore di numerosi studi che indagano in che modo la musica può influenzare le prestazioni sportive

ARTICOLI CORRELATI
Emozioni, effetto esposizione e familiarità nell’ascolto di una canzone

La familiarità con una canzone e l'effetto esposizione sembrano favorire il nostro apprezzamento verso di essa

Psicopatia e disturbo antisociale di personalità: un’analisi clinica e cinematografica dei disturbi

Discriminare tra la psicopatia e il disturbo antisociale di personalità tramite il supporto di parallelismi cinematografici

WordPress Ads
cancel