La letteratura indica che le condizioni psichiche delle donne durante la gravidanza possono influire sulla comparsa di quadri patologici, sia fisici che psichici, del nascituro.
Molti studi hanno indagato gli effetti che possono avere lo stress e la depressione durante la gestazione sullo stato di salute dei futuri bambini.
Negli ultimi trent’anni la messa a punto di nuove tecnologie ha incrementato l’interesse scientifico per lo studio della vita fetale. Analizzando la letteratura si trovano ricerche di due diverse tipologie: quelle a carattere biologico, che hanno come oggetto lo sviluppo embrio-fetale in un’ottica organica e con finalità preventivo-sanitarie (Branconi, 1992; Catizone, Ianniruberto, 1989; Pescetto, De Cecco, Pecorari, Ragno, 1989) e quelle che riguardano le teorie psicologiche, che hanno cercato di spiegare la continuità della vita psichica prima e dopo la nascita poiché il bambino, anche prima della nascita, oltre ad essere una realtà fisica è una realtà psicologica (Piontelli, 1987; Pasini, Beguin, Bydlowski, Papiernik, 1989; Della Vedova, Imbasciati, 1998; Righetti, 2000)
Sono numerosi gli studi condotti sui feti che utilizzano l’ecografia, la cardiotocografia e la fetoscopia. Di particolare interesse sono le ricerche che dimostrano come gli stati emotivi della madre si trasmettono al feto e come possono condizionarne lo sviluppo sia fisico che psichico oltre ad incidere sulle complicanze ostetriche (Ianniruberto, Iaccarino, Tajani, 1978; Ianniruberto, Tajani, 1980; Rossi, Avveduti, Rizzo, Lorusso, 1989).
Lo stress materno, se troppo intenso e prolungato, può provocare alterazioni funzionali fetali. Alcuni studi dimostrano che l’iperproduzione di cortisolo durante la gestazione, che si verifica per situazioni stressanti o percepite come tali, si associa a malattie respiratorie e digestive dei bambini fino all’età di tre anni (Zijlmans et al., 2017). Inoltre, gli alti livelli di cortisolo materno, prodotto a causa dello stress in gravidanza, condizionano la regolazione precoce allo stress determinando, ad esempio, una marcata reattività comportamentale nel nascituro (Nazzari et al., 2018).
Recenti studi hanno dimostrato che la depressione materna prenatale influenza il temperamento infantile e condiziona la regolazione delle emozioni. Per dimostrare gli effetti dell’esposizione in utero alla depressione materna, nel 2019 è stata condotta una ricerca su donne in gestazione, affette da depressione comparsa in seguito alla supertempesta Sandy, l’uragano che ha colpito la città di New York nel 2012. Lo studio dimostra come l’alterazione del tono dell’umore della madre, durante la gravidanza, influisca sul temperamento infantile e determini livelli più elevati di stress e di paura nel bambino oltre ad una ridotta reattività alle cadute, una minore tendenza a sorridere ed un’inclinazione alla tristezza (Nomura et al., 2019).
Non è infrequente che le donne possano iniziare, sin dal principio della gestazione, a sperimentare sentimenti depressivi e una generale percezione di inadeguatezza. La depressione colpisce circa il 15% delle donne in stato di gravidanza e può determinare la comparsa di difficoltà cognitive, comportamentali ed emotive nei figli (Pearson et al., 2018).
Un gruppo di ricercatori canadesi ha analizzato i dati dello studio All Our Families (AOF), uno studio di coorte di gravidanza, progettato per indagare le relazioni tra il periodo prenatale e la prima infanzia e gli esiti per bambini e madri. La ricerca ha evidenziato che esiste un legame tra i sintomi depressivi della madre, comparsi sia durante la gravidanza che nel primo anno dopo il parto, e la percentuale di disturbi del comportamento internalizzanti (sintomi emotivi / ansiosi e sintomi di ansia da separazione) ed esternalizzanti (iperattività / disattenzione, aggressività fisica) dei bambini all’età di tre anni. La percentuale di entrambi i tipi di disturbi è risultata più elevata nei bambini la cui madre presentava sintomi depressivi più gravi, sia nel periodo prenatale che nell’anno successivo al parto (Kingston et al., 2018).
Anche la Nakov nel suo scritto La sintonizzazione patologica ritiene che oltre ai rapporti precoci neonatali anche quelli materno-fetali possono influire sulla comparsa di quadri patologici nel nascituro (Nakov A. 1992). La comprensione degli esiti del disagio psicologico materno prenatale sullo sviluppo infantile è fondamentale per la messa a punto di strategie di prevenzione e di intervento precoce.